mercoledì 25 novembre 2009
The notebook
Tra ieri e oggi mi sono finalmente concessa, per quanto a pezzi, un regalo di compleanno: un regalo da parte di chi mi conosce meglio di quanto conosca me stessa: The notebook, con un notevole Ryan Gosling e James Marsden, figlio maggiore ormai cresciuto di Papà Noè. Mi è stato presentato come "un filmone che deve essere visto". E così è. Ho pianto appena trascorsa la prima mezz'ora fino alla fine e questo anche se costretta a vederlo in più parti, e questo anche se decisamente bucolico (dal mio punto di vista). Ho trovato persino affascinante la foresta nel lago, simil luogo incantato protetto da centinaia di oche e di cigni, irritante lei algida nella barca, irresistibile lui che la fissa sereno ma deciso e le mostra il lago, le mostra cosa ha perso, a cosa ha rinunciato. La storia di "una vita semplice", una meravigliosa vita semplice che gradirei aver vissuto, alzheimer compreso alla fine. La vita presenta sempre un conto molto salato, comunque. E lei, appunto, si ammala di alzheimer. Per la maggior parte del tempo non ricorda niente, non riconosce niente e nessuno, nemmeno i figli. Vegeta. E Noah, l'amore della sua vita, le legge la loro storia perché a volte Allie per pochi minuti torna se stessa, perché lei gli ha chiesto di farlo quando ha saputo di essere condannata a perdere se stessa.
Visto appunto che la vita presenta quasi sempre conti piuttosto amari, se si può, finché si può, è bene perdersi nelle foreste immerse nei laghi e scegliere la casa bianca con il portico con le sedie americane, bianche anche loro. In mancanza di scelta, si guarda "The notebook" e si piange ben convinti. Si piange per la commozione, per il film, per ciò si ha e per ciò che non si ha.
mercoledì 18 novembre 2009
Rose gialle e torte-casa
Il bilancio è molto positivo, con quel 20%, che amerei colmare, e un'emigrazione, che per adesso rimane un miraggio (però mi sto attrezzando). In ogni caso non è da tutti ricevere rose gialle in boccio, una "torta-casa" via blog e una festa a sorpresa virtuale. Grazie, ai "Giovani", alla piccola Nina e grazie anche alla sua mamma.
domenica 15 novembre 2009
Per me
Per me è quasi Natale. Il Natale è uno stato della mente, che ben poco o affatto ha a che fare con la religione, è una gran bella tradizione. Come sosteneva la sempre saggia Ally McBeal: "Natale inizia quando fai l'albero". Direi che è quasi tempo di "farsi" fare l'albero, è quasi Natale. Certo, tornare a casa in compagnia di Robertino (Dowey J.) e dell'albero prescelto è un'altra cosa, ognuno si arrangia come può.
venerdì 13 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
9 novembre
Nel tardo pomeriggio del 9 novembre 1989 ero sull'autobus, fermo in fila in via della Costituzione, mentre la radio, prontamente o casualmente accesa dal conducente, mandava in onda un'edizione straordinaria su una conferenza stampa a Berlino e su assembramenti di persone intorno ai valichi del famoso muro. Lì per lì non ho capito, non ho colto. Pensavo a qualche rivolta destinata ad una rapida e sanguinosa repressione. Fequentavo sempre le superiori e avevo ancora ben stampato nella mente l'immagine dello studente in piazza Tienanmen in piedi da solo, di fronte al carro armato. Era successo solo cinque mesi prima. Certo, sapevo di Gorbaciov, della Glasnost, della perestroika, ma ero piccola e incline a prendere in considerazione sempre l'ipotesi peggiore. Invece, vista l'apertura del confine con l'Ungheria e il successivo esodo di tedeschi dalla DDR già da settembre, il muro era praticamente inutile. Tanto valeva permettere il transito - avevano deciso le autorità della DDR-; tanto valeva salirci sopra, attraversarlo, scalfirlo, schernirlo, esorcizzarlo, abbatterlo - hanno deciso i berlinesi.
In cinquanta-sessant'anni Berlino è stata distrutta due volte e ora è una delle città più coinvolgenti e affascinanti che abbia mai visto, dove - ovunque ti giri - c'è sempre una coppia che si scambia un bacio. Puoi camminare nella storia e vivere il presente a Potsdamer Platz, dove nel 1924 fu installato il primo semaforo, durante la guerra i bombardamenti lasciarono solo macerie, nel dopoguerra venne casualmente a passare il punto di congiunzione tra settore inglese, americano e sovietico, dove da una piattaforma panoramica i turisti da ovest sbirciavano la povertà dell'Est e dove ora puoi gustarti un mokafrappuccino sotto la cupola del Sony Center, firmata Renzo Piano.
La storia è anche questo. La rivincita dell'intelligenza e della libertà sull'oppressione e sull'idiozia. Peccato ci siano voluti così tanti anni e così tanti morti.
giovedì 5 novembre 2009
Rider franco e forte
"E credi a me - sostiene il saggio Plotino -, che non è fastidio della vita, non disperazione, non senso della nullità delle cose, della vanità delle cure, della solitudine dell'uomo; non odio del mondo e di se medesimo; che possa durare assai: benché queste disposizioni dell'animo sieno ragionevolissime, e le lor contrarie irragionevoli. Ma contuttociò, passato un poco di tempo; mutata leggermente la disposizion del corpo; a poco a poco; e spesse volte in un subito, per cagioni menomissime e appena possibili a notare; rifassi il gusto alla vita." E a volte basta davvero poco (pur rimanendo vero tutto l'impianto razionale di fondo), per me spesso è sufficiente anche soltanto guardare una puntata di "Friends". E ridere, ridere di gusto alle battute e alle espressioni di Chandler. Di nuovo ha ragione il grande Giacomo: "Terribile ed awful è la potenza del riso".
lunedì 2 novembre 2009
The one with the ballroom dancing
Friends rimane in assoluto il miglior telefilm mai sceneggiato. Se a questo aggiungiamo Matthew Perry, le espressioni incredibili di Matt Le Blanc e il Village di New York come sfondo, ecco spiegata la grandezza (al di là del successo) di Friends. La scena del ballo di Joey e di Tregeer il portiere sul tetto del condominio di Grove Street nella notte illuminata dalle luci di New York non rientra tra le perle, ma certamente è indimenticabile (IV serie, episodio 4).
domenica 1 novembre 2009
20°
La carriera del forno in versione calorifero d'emergenza è ufficialmente terminata. Anime gentili mi hanno regalato una stufa alogena oscillante. La civiltà, soprattutto quella ad almeno 20° C, è sempre la benvenuta.
998 to go
Il millesimo giorno mi è passato sotto gli occhi senza che me ne accorgessi, troppo presa da altro. L'evento si avvicina, lentamente ma si avvicina e mi piacerebbe davvero prendervi parte in qualsiasi modo: porgere i bicchieri d'acqua ai maratoneti o altri infimi ruoli simili. Non riuscirò nell'impresa - lo so e me lo ripeto -, in ogni caso non demordo e seguo esaltatissima il countdown. Oggi -998 giorno alla cerimonia d'apertura.
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