giovedì 14 novembre 2013

Inside

Il fascino dell'inverno è al 60% il Natale, al 10 i cappottoni lunghi, le sciarpe avvolgenti e i cappelli, al 30 la sensazione impagabile di rientrare in casa e respirare il caldo buono, quello artificiale che fa male all'Ambiente esterno ma tanto bene a quello interno, quello che si apprezza ancora meglio guardando fuori con soddisfazione attraverso i vetri di una finestra appannata.
O questo o ventidue gradi e la pioggia a dirotto. Di meno non mi accontento.

lunedì 11 novembre 2013

Cresce


 Niente di comparabile col tifone nel Sud Est Asiatico, che già mi pareva sufficiente, ma cresce spontanea l'ostilità verso la Natura Matrigna che si diverte, con le sue simpatiche folate di vento, a farmi saltare ogni due-tre minuti la finale del Masters. E il peggio è che, appunto come l'Islandese ci insegna, nemmeno c'è volontarietà. Lei non se ne avvede e io non vedo. Accidenti.

mercoledì 6 novembre 2013

Fresco














Annusato il fresco delle sere estive vermontiane, cerco e metto la felpa grigia di Middlebury, finalmente. E me ne vado a giocare tra il contento e il malinconico. Non è la stessa cosa, non c'è la casina, non c'è l'alberone, non ci sono gli affetti della casina, non ci sono i martedì sera dello swing, non c'è il latte alla cioccolata e il caffettone e poi adesso con la neve non sarebbe stessa cosa (nemmeno mi piace la neve, anzi la detesto proprio), quindi, alla fine, mi ripasso per bene i ricordi e mi stropiccio soddisfatta la mia felpa.

martedì 10 settembre 2013

Rogge

C'è un nuovo Presidente del CIO e per adesso non so, preferisco non sapere chi sia, perché l'unico dettaglio memorizzato è che Jacques Rogge, il mio Presidente, ha terminato il suo mandato. Era troppo sperare che chiamassero alla Presidenza Sebastian Coe, solo in quel caso avrei capito; avrei persino apprezzato. In effetti è il 2013 e nel 2013 scadeva il mandato di Rogge. Per me è come se fossero finite per sempre, una seconda volta, le mie Olimpiadi.
L'unica notizia buona della settimana è che non devo imparare lo spagnolo, che mai mi ha affascinato. L'unica buona, perché Tokio è davvero tanto tanto lontana, troppo lontana. E questa volta non ci sarà nemmeno Cary Grant.

lunedì 9 settembre 2013

Il vento della pioggia


Finalmente un acquazzone (dopo l'altro) in perfetto stile Vermont, con l'acqua che viene giù a cordate, i fiumi impetuosi nelle strade e il vento fresco che si porta via l'afa. Ideale alla vigilia del primo giorno di scuola, quando comunque non si dorme lo stesso. Quindi tanto vale lasciarsi affascinare dalla tempesta, ma non è stessa cosa senza il vento della pioggia che filtra dalla zanzariera della finestra sopra il portico. Qui nessuno, scarpe in mano, proverebbe a guadare la strada, camminando tranquillo in una serena giornata di diluvio.  

giovedì 22 agosto 2013

Finalmente


Finalmente ho trovato un senso alla sofferenza imposta dalla rigenerazione del decimo Doctor e alla sostituzione di David Tennant: lui, il companion Rory, lui Arthur Dervill, che già mi aveva convinto, lui l'unico che davvero mi aveva convinto nella quinta serie di Doctor Who, lui serio fino all'ultimo sul palcoscenico e affabile, gentile, sorridente e osservatore fuori dal teatro, lui che col suo zaino nero con le rifiniture marroni, accontentato anche l'ultimo spettatore, si allontana tranquillo a piedi in mezzo a Times Square.
Finalmente, Moffat, ti ho perdonato.

giovedì 25 aprile 2013

La busta di plastica

Mi basta poco alla fine per mutare d'umore, mi basta una prenotazione nel posto giusto, nell'unico posto al mondo dove devo tornare, da dove non dovrei partire. Ma poi si deve ripartire, ogni volta, perché - si sa - vivere costa, realizzare i sogni costa e l'angolo di mondo che mi permette di tornare dove voglio è lo stesso che mi annoia. Alla fine un compromesso quasi accettabile, c'è di peggio.
Comunque, l'umore è mutato. Dal nulla. Grazie alle lacchine e ad una delle tante straordinarie idee di chi non mi fa mai sentire matta o stupida o fuori dal mondo.
Non sono di quelle che prende e va, ovvero potrei prendere ed andare, ma in verità - non so come funzioni per gli altri - nel momento in cui decido di prendere e partire, tempo meno di dieci minuti mi sono già fatta almeno dieci film di quello che intendo fare, dove intendo andare, di cosa intendo prenotare. E agisco. E colei che non mi fa mai sentire matta o fuori luogo (quando mi ci sento spesso), agisce anche più velocemente di me. E il viaggio comincia. Subito. Diventa reale perché reali sono le mail di conferma che arrivano. E, tante volte succedesse qualcosa alla posta, è bene stampare tutto. Tengo al mio sogno. Oggi finalmente ho stampato tutto, ho segnato tutto e ho preparato le buste per la cartellina. Lo scorso anno, ad ogni appuntamento olimpico, sfoderavo con orgoglio le mie buste e mi godevo compiaciuta lo sguardo e il sorriso di apprezzamento degli addetti ai controlli.
Dall'esterno, capisco che possa apparire una meticolosità da serial killer, quando invece rimango un'inguaribile disordinata e lo sono perché solo i dettagli davvero importanti meritano la busta e la cartellina.

domenica 10 febbraio 2013

Persino

Per la prima volta affronto la neve quasi senza paura, persino con simpatia (perché domani potrò rimanere in casa e purché scenda dritta e senza vento e se ne vada nel pomeriggio-nottata). Ha nevicato a Londra, su Central Park e allora mi par quasi giusto, normale tollerare un giorno uno di neve anche qui. Forse anche perché mi piace l'aria fredda ma senza vento di queste giornate; in attesa della pioggia, s'intende.
Con sorpresa sembra anche che appartenga al ristrettissimo numero dei non terrorizzati già sprangati in casa: in pizzeria di domenica sera tre tavoli col nostro, alle 22.20 il deserto. Ce ne siamo andate perché pareva quasi di disturbare. Alle 22.41 in giro pochissime auto: coprifuoco di preparazione mistica alla neve preannunciata per almeno le 4-5 del mattino? O la conturbante vitalità pistoiese è persino peggiorata negli ultimi tempi?