
Ho scovato a Portobello un suonatore di steel pan!
Più allegro - devo dire - rispetto al nostro amico intimista di Umbria Jazz.


Sembra si possa iniziare a navigare più sicuri, almeno per qualche giorno. Il rischio di assalti pirateschi rimane solo onirico.
La noia, l'obbligata immobilità, le gare di lancio del peso e della partenza della 20 km a Pechino in tv suggeriscono di affacciarsi in terrazzo a scrutare le nuvole. Il bisogno di camminare per più di due metri impone di arrivare fino nello studio, prendere la macchina fotografica e cercare di immortalare l'apprezzabile luna che irrompe luminosa tra la nuvolaglia grigia.
Tra una frase e l'altra, tra versi, slogan e stralci di canzoni (quasi sempre senza verbo portante, accidenti!), cerco sterline e mi nutro pressoché soltanto di gelato, di fette di pane con burro e marmellata di lamponi e delle dirette olimpiche notturne. Andar per banche senza l'ormai divisa ufficiale del prendisole giallo e piluccare versioni di latino è stato divertente e ricreante. Segni di chiaro incontenibile squilibrio di origine grammaticale? Probabilmente sì, ma sono sopravissuta a congiunture peggiori. E poi basta uno sguardo alla nuvoletta con pioggia scrosciante nell'angolo dello schermo o alla valigia aperta in camera per presagire e sorridere e scrivere. Ancora.