Atterrata.
In tutti i sensi.
Come mi fece notare un saggio qualche tempo fa: non atterrare sarebbe stato peggio.
In tutti i sensi.
Come mi fece notare un saggio qualche tempo fa: non atterrare sarebbe stato peggio.
Senza dubbio.
Eppure la planata non è mai indolore. Almeno per me.
Ancor più di altre volte mi sembra di tornare ad una vita che mi appartiene meno di quella ho lasciato laggiù (o lassù). Certo, la casa è più grande del “loculo”, in bagno c’è la vasca, la micia ha fatto le fusa per un minuto e mezzo ed è rimasta in braccio per almeno tre minuti. Domani mi concederò telefonate degne di chiamarsi tali, posso navigare, sono circondata dagli affetti, eppure per adesso, stasera mi sento mancante di una parte di me stessa. Non si può avere tutto e ciò che ho è moltissimo, persino troppo: della grammatica farei volentieri a meno. E, certamente, la forca grammaticale che mi attende da domani incide non poco sull’umor nero di stasera, ma appena ieri sera potevo concedermi una meraviglia di spettacolo nel West End. Ora un bagno in una vasca. Questo rimane.
Non vedo l’ora di ripartire, per riprendere da dove ho lasciato.
Non vedo l’ora di ripartire, per riprendere da dove ho lasciato.
4 commenti:
Ripartire per dove?
Cos'è? Ora non ti fermi più?
Tornare lassù, in quella meravigliosa città, straripante di teatri e spettacoli eccezionali, per dirne una; ecco. Ma niente partenze a breve. Uffa.
La planata non è mai indolore, no. Io sono tornata da poche ore. Ma vorrei scappare ancora. E ancora e ancora. Non tornare proprio più. Mai, dico.
Ripartirei tra un minuto. Non per scappare, per vivere.
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