domenica 31 gennaio 2010
Indulgenza
Non ne è pentita.
lunedì 25 gennaio 2010
Ipse dixit
sabato 23 gennaio 2010
Una questione di centimetri (o di secondi)
mercoledì 20 gennaio 2010
Why movies?
- Why movies? What's the attraction there? - chiede Jen.
- I reject reality - risponde Dawson.
martedì 19 gennaio 2010
Carpe Diem, Ginzburg e Bollani
lunedì 18 gennaio 2010
Robertino bello e bravo
mercoledì 13 gennaio 2010
Le piccole buone sane abitudini
Al contrario, se non avete fretta e volete donare a parenti e amici una risata ripatrice della più orrenda giornata, aprite la porta a scorrimento del garage a metà, mettete in moto l'auto, inserite la retromarcia e indietreggiate di appena mezzo metro. Sarà sufficiente. Poi avvertite telefonicamente parenti e amici, lasciate che gioiscano, infine ringraziate babbo, zio e cugino che a suon di martello e di una tavola di legno rendono alla porta del suddetto garage la forma che le compete.
domenica 10 gennaio 2010
Un'altra settimana
Till Fellner
Stavolta invece, certo avendo relegato Till Fellner nel convento di S. Domenico con un duecento posti appena (se ci sono), la figura è evitata. Till è perfetto, teutonicamente perfetto, nel suo Beethoven; persino bello, il che non guasta mai; forse, se fosse stato presentato da uno degli organizzatori, sarebbe risultato un po' meno teutonico e lontano. Sorride, è educatissimo, accenna inchini più e più volte, percorre la sala, esce dalla porta principale e poi rientra per prendersi tutti gli applausi che merita (visto che non esistono sipario o quinte). E' timido ed educato, nessuno gli offre un microfono per ringraziare anche soltanto in inglese, non ci sono microfoni in giro, se non quello per il pianoforte, quindi, dopo i ripetuti applausi e il bis, tra sorrisi e inchini, silenziosamente se ne va.
Speriamo che torni, ecco. Io non tornerei, dal momento che, come alternative nella mia agenda, ho Vienna, Londra, Toronto, Tokio, il Mostly Mozart Festival di New York (proprio quello delle felpe di Bruno Martelli in Fame).
venerdì 8 gennaio 2010
8 gennaio, note
martedì 5 gennaio 2010
Watson and Sherlock/3
domenica 3 gennaio 2010
Carole King, Where you lead
In questa giornata parecchio impegnata (ma un po' di sana levità ci vuole), ormai completamente catturata dalla VII serie di Gilmore girls, ho scoperto che la sigla è tratta da una canzone scritta e cantata da Carole King per la figlia nel 1971, interpretata poi anche dalla Streisand, infine incisa per serie tv dalla King con la figlia Louise. Per un'analfabeta musicale come me, son scoperte.
Poemi cavallereschi contemporanei
Una settimana fa a Bologna mi sono imbattuta, a buon prezzo, nella VII serie di Gilmore Girls, l'unica che mi mancava. Guardo oggi il primo episodio, conosco la storia a grandi tratti, per quanto la vita vera due anni fa mi avesse distratto. Lorelai ha lasciato Luke per validi ma non drammatici motivi, si consola con Chris (che non rappresenta l'emblema della feccia umana) ma non le interessa più di tanto; Lorelai sta male come un cane, Luke la cerca, si scusa, lei risponde laconica: "I's over". Infine, Luke si presenta da lei una mattina con il noto camioncino colmo di bagagli, si scusa nuovamente, le dice: "Non voglio più aspettare. Sono qui. Ho appena fatto il pieno, ho prenotato un paio di Bed and Breakfast nel Maryland. Se non ti va bene il Maryland, non dobbiamo andarci per forza. Ho la roba da campeggio, se magari preferisci il Vermont o il Maine, oppure possiamo andarcene ad Atlantic City o a Las Vegas. Ho chiesto informazioni, possiamo anche prendere una barca a noleggio, sempre se ti va, e risalire la costa. Non lascerò che finisca. Partiamo adesso, andiamo e sposiamoci." E lei ferma, pur patendo, replica: "I slept with Christofer". Il buon vecchio Luke tace e se va. Comprensibilmente.
Ora, so bene che di personaggi tratti dalla penna o dai tasti di sceggiatori trattasi, mi rendo anche conto che dopo sei serie possa venir meno l'inventiva, ma come possono aver pensato gli sceneggiatori, come può aver concepito Lorelai di non partire subito all'istante con l'amore della sua vita, nonché di informarlo di una distrazione che, per sua stessa ammissione, non le interessa? Gli amici, anche quelli frutto della fantasia altrui, vanno compresi e aiutati quando sbagliano. Talvolta non è facile. Ecco. Anche quando sai che gli sceneggiatori provvederanno a risolavere la temporanea infermità mentale di Lorelai.
sabato 2 gennaio 2010
Watson e Sherlock/2
Chiedeva il mio babbo la scorsa settimana: "Non capisco, ma codesto film a Pistoia non c'è?"
In effetti, a Pistoia Sherlock Holmes c'era e c'è. Quindi, dopo averne degnamente celebrato la prima visione a Bologna in via Indipendenza (se non sbaglio) e aver festeggiato l'evento con cena a seguire dal Rosso con Gaia, stasera a a Pistoia son tornata a vederlo con Irene. Mai trovata in precedenza al Lux una sala più piena, ci siamo accaparrate gli ultimi due biglietti, finendo spalmate con testa reclinata all'indietro in seconda fila.
Anche alla seconda visione, anche inondata dalla luce bianca dello schermo, Jude e Robertino non perdono di smalto, sale solo il bisogno di ascoltare la voce semi-rauca di Jude e la soluzione inglese di Robertino. Ci sarà tempo.