Quando mi arrabbio - in genere -, non esplodo, non pronuncio frasi di cui non sono convinta, acquisisco una lucidità di cui mi stupisco ogni volta. Compare la solita tachicardia e, piano piano, i ritmi di reazione si fanno più rapidi. Più mi arrabbio, più la rabbia si insinua e trova sorda consistenza, più parlo e parlo velocemente. Mi faccio quasi paura, raggiungo la velocità delle battute di Lorelei e Rory Girlmore, leggo anche più velocemente.
Fa piacere vedere, sentire che, malgrado i non indiferenti effetti collaterali, si ha la pazienza di ascoltarmi e di sostenermi.
Soprattutto perché ho ragione, è chiaro.
Ma aver ragione in questo mondo serve a ben poco. Spesso le battaglie si perdono, ma sentirsi compresi e sostenuti dai compagni d'arme risolleva l'umore e conferisce quasi un senso al non senso.
lunedì 22 marzo 2010
Ai paladini della tavola rotonda del pomeriggio
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