domenica 18 settembre 2011
La luce bianca
Uccisa l'afa, uccisa l'estate, torna la luce bianca, trasparente, quella che non offende gli occhi, che fa spalancare di nuovo le finestre, che non obbliga a percorsi di guerra per fugare il sole infuocato.
Anche quando apprezzo il caldo, mi manca la luce naturale in casa e mi è sempre mancata la finestra di fronte al lavello, che poi per me è l'acquaio. La finestra dietro all'acquaio c'è sempre stata in ogni telefilm che ho amato, da "Eight is Enough" a "Friends" e qui in Italia non ne ho mai vista una. Probabilmente perché ai fumi della cucina qui non è astuto sommare il caldo della luce naturale. Eppure, mentre prosaicamente si preparano i piatti per la lavastoviglie, si dovrebbe poter guardare il cielo o scoprirsi osservati dal sorriso di chi ti vuol bene nel cortiletto a tasca, proprio lì di fronte.
Mi piacciono le finestre grandi, con la struttura bianca che moltiplica la luce; non amo le persiane rigide o le tapparelle pesanti, che fai fatica a chiudere e che la notte non lasciano trapelare la luce.
Mi mancano i lucernai, dove si sente piovere e ascoltare la pioggia è quasi sempre un piacere. Mi piace spengere la luce la notte e trovare la luce del lampione che filtra potente da fuori. Se proprio devo svegliarmi presto, adoro osservare la luce che cresce, o alzarmi senza comunque dover accendere la luce o tirare su le tapparelle.
Dovendo, per forza, privarmi di tutto questo, tornata la luce bianca, mi concentro sulle tende nuove della camera, naturalmente viola. Ma la mancanza totale rimane.
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