mercoledì 22 agosto 2012

Nemmeno gli ascensori

Pretendo la pioggia, magari senza danni collaterali, che qui è tutto d'un giallo bruciato orrendo mescolato alla polvere, all'aria afosa e appiccicaticcia. Par d'esser in mezzo alle tombe degli eretici a Dite, con la punizione supplementare della luce bianca e calda sparata addosso e sugli occhi. Continuamente. E gli ascensori non indicano nemmeno a che piano sono o dove si dirigono.

martedì 21 agosto 2012

Lisce o a costine purché colorate

Dalle stelle alle stalle nel più classico del roller-coaster; dalla perfezione e dalla serenità alla materialità della carne e della biologia, mitigate dagli abbracci, dalle carezze e dagli sguardi buoni. Pare un mese e non è nemmeno una settimana che sono atterrata con un paracadute poco gentile nella terra arida e secca della Toscana che mi rilegge ad ogni angolo, ad ogni ventata calda e afosa, ad ogni strada deserta e desolante (ben più che desolata), ad ogni muro scrosticciato la Liguria ruvida e asciutta degli Ossi di Montale. I cocci aguzzi di bottiglia in cima ai muri non ci sono, perché sono sufficienti quelli conficcati qua e là a caso nella carne. Per me, il particolare che salva, il topo bianco di Dora Markus, è l'arcobaleno di colori delle canottiere. Meno male che in primavera me ne hanno regalate un bel po'.

lunedì 13 agosto 2012

Farewell

In lontananza sento gli ultimi fuochi e il rumore di uno dei tanti elicotteri. E' finita, finita davvero. Ci sono le paralimpiadi, ma la fiamma di Olimpia è spenta e il mondo, non solo io, è un pochino più triste. La bandiera olimpica è nelle mani del sindaco di Rio, che starà festeggiando felice. Adoravo vederla sventolare ovunque, qui dove le bandiere sventolano davvero invece di rimanere desolatamente afflosciate. Da domani niente più megafoni o mani giganti ad ogni uscita della metro, ad ogni angolo; niente più volti sorridenti che ti indicano la strada anche se non hai bisogno e non lo hai chiesto, che ti intrattengono se si presenta la possibilità di una fila anche di soli cinque minuti, che si scusano se ti rallentano per venti secondi appena. Londra tornerà ad essere solo la città eccezionale che di solito è; non la città olimpica, non una delle Città invisibili di Calvino, la città rosa fuxia dove grandi e piccini hanno quasi tutti lo stesso logo, militari compresi, hanno un pass al collo o bandiere tutte diverse sulle spalle e in mano, alcune enormi, altre piccolissime; altri hanno braccia e volti pitturati; ovunque una miriade di transenne e di persone che applaudono, a chiunque. Probabilmente già da domattina tutto tornerà all'eccezionale normalità, ma io studierò ogni segno, ogni scarpa e ogni orologio rosso dei volontari, ogni cartello che indica che le Games Lanes dovranno essere rispettate fino al 14 agosto e me li terrò stretti più che potrò.

mercoledì 8 agosto 2012

Stasera

Ho camminato fino alla metropolitana sotto una gentile pioggia tardo estivo-autunnale, ho sentito la perfezione del momento, ne ho assaporato la bellezza più che potevo, che mi rimanga marchiata a fuoco nella mente.

martedì 7 agosto 2012

Tutto

Nella città dove tutto può accadere e accade, tra chi ha deciso di buttarsi o è capitato che sia finito sui binari della metropolitana, tra le foto dei medagliati, tra chi segue le olimpiadi e chi no, qualcuno in meno si cura dei teatri e finalmente ho conquistato senza fila un buon biglietto per Mamma mia!, che poi è risultato ottimo ma non eccezionale, nettamente inferiore a Crazy for you e a Billy Elliot. Comunque, nella città dove tutto può accadere ritrovo sul palcoscenico nella parte di Harry un volto chiaramente noto, che poi risulta essere Neil Roberts, l'affascinante demone che dopo appena sei puntate viene annientato da Prue Halliwell nella prima serie di "Charmed". Neil era una delle ragioni per cui ho guardato "Charmed" ed ora eccotelo lì sul palco di fronte a me a cantare. Sempre soprassedendo su un Kenneth Branagh che appare dal nulla a meno di cento metri a declamare "The tempest", sulla collina dell'Olympic Stadium, sempre soprassedendo perché questa è una parte che devo ancora elaborare. Insomma, ditemi se questa non è la città più incredibile del mondo. Giusto giusto se la può giocare con New York. Forse.