domenica 12 aprile 2009

Astratti furori



Partirei domani, se potessi. Partirei per poi tornare e ripartire di nuovo. Non partirei per fuggire da persone fondamentali e dalla mia città, ma perché una città sola non basta quando gli astratti furori ti assalgono e a me succede spesso. Ammiro chi ha il coraggio di prendere e partire, lasciare tutto, rischiare, chi è figlio del mondo. Mi ricordo dei miei sorrisi quando parto, quando sono in metropolitana. Le persone non precarie della mia vita ci sarebbero sempre e comunque. Mi ripeto però che è anche saggio non rinunciare ad un lavoro a tempo indeterminato, un lavoro che adoro, ad una casa (intera, comprensiva di pareti e di tetto, che in questi giorni sembrano davvero un lusso) piena di me e dei miei affetti. Piccole fughe contenute nei giorni e nella spesa, questo è quanto. Per adesso.

sabato 4 aprile 2009

Di meglio non abbiamo



Woody Allen, Hanna e le sue sorelle

Questo è, c'è poco da fare. Il problema è che di meglio non abbiamo, il viaggio è persino corto e il biglietto prevede un unico complicato e affascinante giro. E la mannaia colpisce qua e là, a caso.

sabato 28 marzo 2009

80

Atterrata dai turbini che si abbattono senza motivo e senza requie intorno, aspetto i ritorni e i racconti, ascolto e guardo musica (stavolta davvero) e cerco definitivamente di stroncare il residuo influenzale, cullo e mi lascio cullare. Più mi guardo intorno e più mi rendo conto che ho almeno l'80% di ciò che è possibile ottenere dalla vita. Certo, quel 20% che rimane è tanto e almeno un 15% manca perché manco io delle necessarie risorse per conquistarlo, per costruirlo. Eppure non saprei vivere diversamente. Il margine di miglioramento esiste e non intendo arrendermi. Alcuni sogni sono irrealizzabili invece. Eppure non sono infelice. E spesso mi stupisco di non esserlo.

sabato 14 marzo 2009

Mai

Avevo intuito qualcosa, ma mai avrei immaginato così tanta fantasia e dedizione allo scopo. Certo, ogni fatica deve essere premiata, ma nessuno prima d'ora aveva mai premiato, anzi direi celebrato una mia (e non solo mia) fatica con così tanto sforzo, allegria e creatività espressiva, artistica e culinaria; soprattutto mai prima d'ora così tante persone, persone a cui voglio bene e che stimo, si erano spese a tal punto per incidere nella mia mente a lettere di fuoco il bene che sentono per me. Karma dello stercolaio a parte, sono proprio fortunata. E ringrazio tutti: l'Ire, Ale e Clemy e la loro casa, la Carmina e l'Ale, la Pat e l'Ale, Sabrina, Lia, Aldina, Laura e Laura, Stefano, la Mery, che nemmeno ha potuto assaggiare il suo squisito volatile alle spezie d'oriente, e Niccolò, che ha inforcato di corsa la bici con la macchina fotografica al seguito, per quanto nemmeno mi conoscesse. Mai avrei potuto immaginare. E' stata una festa sentita e partecipata da tutti, perché vera festa di liberazione dopo due anni di umor nero pece pece pece pece da parte mia e di umor nero pece pece pece pece da tollerare e risollevare con graaaande fatica da parte vostra.
Ha avuto senso arrivare a giovedì 12 marzo 2009.
Avrei solo voluto condividere e mutuare la mia gioia, il mio attimo di felicità con colei che è la vera artefice di quei personaggi che affollavano la torta; colei alla quale voglio un mondo di bene.

lunedì 23 febbraio 2009

Paradossi

Aver letto, riletto e riletto centinaia di volte il Dialogo Galantuomo e Mondo del grande Giacomo senza averne imparato alcunché.

domenica 22 febbraio 2009

Distrazioni (meno male esistono)

Suona il telefono, rispondo e la voce dall'altra parte dell'apparecchio mi chiede: "Che cazzo è successo? Perché è uscita Silvia?"

(P. S. Forza VALE!)

Cocci aguzzi

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

(Eugenio Montale, Ossi di seppia)


Sognare di guidare su una strada lastricata di vetri aguzzi bianchi e luccicanti significa o pensare e sognare per poesie o pensarla esattamente come Montale. Non credo Montale si sbagli.