Una Pasqua piuttosto natalizia, tra il freddo, la pioggia e i genitori per la prima volta a casa dopo, forse, quindici anni. E allora mi è sembrato giusto trasformare il pomeriggio pasquale in un tipico pomeriggio natalizio con cioccolata calda nera compatta nella tazza bianca, il plaid tirato sopra le ginocchia rannicchiate e film scelto con cura (visto che tradizionalmente è il mio unico compito durante i giorni di festa): The notebook: successione annunciato con annesso pianto persino del babbo.
Dopo aver preso più treni, aver ammirato esseri superiori volare sul ghiaccio, essersi soffermata qualche giorno nell'isolachenoncè è piacevole anche tornare a casa, stare in casa, lasciarsi completamente prendere, appena si può - visto che ben poco si può -, da Twilight (che pensavo parente stretto di Moccia e invece mi sono ricreduta), da I love radio rock (che non è il mio genere) e dai giovannissimi Colin Firth, Cary Elwes e Rupert Everet di Another country, scovato per caso (ovviamente a Bologna).
Ci vuol poco a placare la mia insofferenza tutto sommato, non pretendo di essere costantemente su un treno o costantemente in terra sacra, a me piace la mia casa dalle pareti colorate, un po' meno la mia città senza nemmeno un Feltrinelli/Ricordi, ma qui sono o tornano tante delle persone che amo e che inspiegabilmente mi vogliono bene, capiscono e non capiscono la mia insofferenza, mi ascoltano, ridono e scuotono la testa.
E' una buona Pasqua persino guidare sotto la pioggia battente con il riscaldamento al massimo, ascoltando All I do is dream of you di Michael Bublé. Insomma, Basta che funzioni e funziona meglio quando e dopo essere riusciti a fuggire un poco.
domenica 4 aprile 2010
Cioccolata (calda)
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1 commento:
una buona Pasqua, sì
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