sabato 1 maggio 2010
Firenze come non mai
Firenze è la città dei miei studi universitari, la città in cui mi sono innamorata, la città in cui ho conosciuto la mia migliore amica. Non è la mia città, non è nemmeno la mia seconda o terza città d'elezione, ma è una delle mie città. E ci torno sempre volentieri.
Critica e ipercritica da sempre, anche su Firenze si è abbattuta spesso la mia scure: città sonnolenta, non particolarmente accogliente, un po' una sopravvissuta a se stessa, troppo sicura di attrarre comunque milioni di turisti l'anno (perché meravigliosa e unica) per cercare di migliorarsi.
E, invece, stavolta Firenze mi ha stupito. Nella Notte Bianca del 30 aprile, Firenze era stupenda e stupendamente viva, con una luce calda da luglio pieno sugli edifici, nelle strade, sui volti delle persone. Commovente la fiumana di persone che andava da via dell'Oriuolo, a piazza della Signoria, a piazza Duomo, a piazza della Repubblica, a piazza della Stazione, commovente la fila alla cassa della Feltrinelli, divertente la jazz band ambulante che abbiamo seguito da piazza della Repubblica a via del Parione, affascinanti le evoluzioni degli sbandieratori (da sempre la mia passione), illuminati, accoglienti e allegri i tanti ristoranti e localini, malgrado i tre coccoli di numero, meravigliosa la (per me sconosciuta) biblioteca delle oblate con i suoi mille angoli, sale, veroni e chiostri, bellissima Antonella nel suo vestito del Settecento, eccezionale Nicolò col suo labbrino tirato, gli occhi e i sopraccigli a matto. Bella, piacevole serata grazia anche a Gaia che ha lanciato l'idea e con cui l'ho condivisa. Sono mancati Giacomo e Gabriele, li avremmo visti volentieri, ma il coprifuoco ferroviario tra le 00.25 e le 4 ci ha obbligato ad andarcene anzitempo e a tornare nella città dove la stazione aveva già tirato giù il bandone alle 19.55. E mentre tornavano con il treno del coprifuoco, circondate da persone di ogni età stanche ma sorridenti, mi è tornato in mente per analogia il treno notturno che prendemmo alla Penn Station diretti a casa a Long Island.
Firenze che richiama New York non è poco. Complimenti a Renzi, complimenti agli organizzatori, in fondo per risvegliare le nostre sonnolenti città e osservare fiumi di persone in uscita dal museo di scienze naturali o intenta ad acquistare libri ci vorrebbe poco, mi pare.
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1 commento:
una bella sera, sì. e sempre viva Labbrino.
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