Inno ad Einstein e alla sua relatività spazio-temporale. Il grande Albert aveva capito tutto.
L'estate pare finita un anno fa, il "Globe", "Le allegre comari di Windsor", la barchina nel lago sono solo ricordi lontani di un mese e mezzo che è un anno e mezzo. Al contrario, le giornate durano ventiquattro secondi e non ventiquatt'ore. Gli eventi si rincorrono veloci e assurdi senza capo né coda, senza avere il tempo, la forza, la voglia di trovarci un senso; con l'incrollabile determinazione a plasmare il plasmabile, ad erigere barricate, a contenere l'ingiustizia. Davvero "la bussola va impazzita all’avventura / e il calcolo dei dadi più non torna". Alla prossima estate manca un secolo. Bacchette ben ferme in mano, si procede a colpi di "bombarda maxima".
venerdì 8 ottobre 2010
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2 commenti:
Alla prossima estate manca un secolo ma te inizia a prepararti perchè ho avuto un altro contatto dal Vermont. Sicché.
Magari. La vedo dura ora come ora.
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