domenica 17 aprile 2011
Fa
Preparare una valigia fa bene, issare in spalla lo zaino blu fa bene, anche se dentro ci sono le schede sanitarie di tutti, le guide, l'universo mondo e la spalla ne porta ancora le stigmate. Partire fa bene, anche se hai l'ansia da controllo, anche se sei morta di sonno (e appena puoi, in effetti, crolli tramortita), anche se si deve partire prima dell'alba alla luce dell'edicola con i giornali freschi ancora impacchettati da caricare sul bus, anche se la palude stigia si insinua sorda ma tenace nelle telefonate. Partire fa bene, soprattutto con le persone giuste. E quest'anno con me c'erano e ci saranno solo le persone giuste. Entrare nel primo senato del Regno e commuoversi fa bene; inventare rap fa bene.
Accogliere viaggiatori, tutti in fila agitando le mani, fa bene, abbracciare chi ti conosce meglio di te stessa fa bene, fa bene vederla ridere e salire tonica e rapida su per lo scalone di S. Andrea.
Camminare, camminare, camminare e poi correre dietro una pallina gialla fa bene.
Appoggiarsi alla sedie, ignorare il mal di testa martellante, guardare il sole dell'ultimo giorno, condividere sorrisi e desideri di fuga, scrutare l'orologio regala l'orgoglio di chi è sopravvissuto al buco nero che tutto risucchia.
Londra fa bene. Il solo pensiero di Londra fa bene. E allora arrivederci al mondo, alla palude stigia e ai suoi sorrisi irrinunciabili. Torno a Casa.
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