mercoledì 23 maggio 2012
Mondi alieni
Io e la musica due mondi contrapposti, essa esiste al di fuori di me. Non la conosco, almeno chi ben mi conosce sa che non la conosco; non la ascolto o ascolto sempre la stessa per mesi, da gennaio attualmente. A volte, però, dal vivo m'incanta. M'incanta il piano con quei colori irruenti e decisi, con i contorni lisci e perfetti e quegli spartiti a volte compitamente costretti nei raccoglitori con le copertine colorate, a volte (e sono i miei preferiti) sgualciti, accartocciati perfino rattoppati con lo scotch. M'incantano le mani dei pianisti, le dita dei pianisti, affusolate, rapide e indipendenti, veloci al limite dell'umano, oltre l'umano.
Ho scoperto che le mani dei pianisti possono anche tremare e suonare comunque bene, alla fine parte del divertimento è condividere, mettersi alla prova, vincere il limite. E la sofferenza, parecchia anche, è nel conto. Il pianista più di altri suona a memoria e ciò lo rende ancora più affascinante perché la musica è tutta nella sua testa, apparentemente senza possibilità di riflessione, di compromesso, tranne quando decide di farsi beffe dei mortali, di quelli che solo ascoltano e solo possono ascoltare.
E alla fine, felici, dopo aver suonato per gli altri, due se ne tornano nell'aula di pianoforte e suonano di nuovo, per loro; per la gioia di suonare, di suonare insieme.
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