I produttori e il regista di Sherlock Holmes devono aver pensato: "Quale può essere una coppia di attori carismatica, affascinante, intrigante, irresistibile, di sicuro impatto anche commerciale?"
Si sono risposti: "Robert Downey Jr e Jude Law".
Passaggio successivo: "Quale coppia storica, trascinante potremmo far loro interpretare?".
Tra le altre ipotesi "Holmes e Watson" è risultata quella vincente. Poi la produzione ha incaricato un gruppo di sceneggiatori in gamba di trarne un soggetto decente con buone battute, raccomandando il margine per un sequel. Ed ecco lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie.
Un film praticamente costruito sui primi piani di Jude e di Robertino, sulle faccine di Robertino, sugli sguardi assassini di Jude, sui pettorali di Robertino e sulle spalle di Jude, su Robertino nella versione con mantello e occhialino tondo e su Jude con il completone ottocentesco e claudicante. I due sono anche bravi, il che non guasta. Credo che nessuno, tranne Simona, vada a vedere questo film per puro interesse verso la storia del personaggio Sherlock Holmes. Nessuno. Il film è anche ambientato a Londra, ma avrebbero potuto ambientarlo ad Algeri e non avrebbe fatto differenza. Il punto non rileva.
Quindi, il 28 dicembre si può e si deve prendere e partire per Bologna per condividere simili imperdibili esperienze mistiche, che rendono migliore la vita.
E magari tornare a vederlo a Pistoia. Ed essere già in attesa del sequel.
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2 commenti:
speriamo ne esca una saga infinita
Speriamo davvero.
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