sabato 31 ottobre 2009

Jude e New York / New York e Jude (per Gaia)



Ci sono miliardi di ragioni per passare, vivere a e vivere New York. Ora ce n'è una in più: la meraviglia dell'Amleto diretto da Michael Grandage e già magnificamente interpretato dal grande Jude al Donmar di Londra. Chi può vada. Ne vale assolutamente la pena.

Jude e Londra / Londra e Jude



Chiariamo subito che per questa perla devo, dobbiamo ringraziare Gaia . I tempi mi suggeriscono di godermi il reale con i piedi per terra, ben arpionata alle mie ancore di salvataggio virtuali, giusto giusto per tenere la situazione sotto controllo ed evitare discese agli inferi necessarie ma anche parecchio dolorose. E Jude rimane una gran bell'ancora virtuale, una di quelle ancore per cui il caro vecchio Woody sosteneva che si può e si deve vivere. Oltretutto qui hanno pensato bene di associarmi Jude a Londra, che per me, visto la fortunosa visione dell'Amleto, quest'estate rimarranno indissolubimente legati a vita.
Per chi potrebbe pensare (troppo) male, ricordo convintamente che Jude è anche un ottimo attore. Non lo si può giudicare solo dal suo aspetto.

domenica 25 ottobre 2009

Voli (e non voli)

Mi arriva stamani sul cellulare il seguente messaggio da "Easyjet": "lo sciopero a Parigi Orly è terminato. Il suo volo del 26/10 opererà come da programma originale. Controlli la sua e-mail e il nostro sito per più info". Peccato il messaggio mi sia arrivato solo per un errore, peccato davvero essere irrimediabilmente bloccata a terra per più ragioni.

venerdì 23 ottobre 2009

Vento

E' sempre troppo freddo in casa, invece fuori finalmente è tornato a piovere e soffia lo scirocco. Continuano a piacermi i cieli bigi carichi di nuvole e i venti caldi, che non sferzano il viso ma portano acqua e fanno pensare, fanno pensare a "The holiday", dove il Santana rovescia le situazioni e porta aria nuova e incontri nuovi. Il santana soffia nelle sceneggiature e lo scirocco porta solo acqua nella realtà, ma è sempre meglio del cielo monocolore, sempre uguale a se stesso. Il resto va cercato, e invano, va ascoltato e colto. Non potendo, non riuscendo, si sorride lo stesso e si gioca a tennis di rinnovato umore.

domenica 11 ottobre 2009

St. Pancras


Salendo le scale della stazione londinese di S. Pancras si accede ad una zona stranamente tranquilla e silenziosa, dove pochi viaggiatori cercano di rintracciare i pochi treni che partoni da là sopra, sotto le balaustre una delle stazioni più vive, più luminose e più belle al mondo. Nel silenzio di questo primo piano dimenticato, dal nulla mi è comparsa un'enorme scultura, alta una ventina di metri: un uomo ed una donna in abiti contemporanei che si abbracciano e si guardano innamorati. Mai ho visto cogliere il senso e il significato di una stazione come in questo caso. Il bello delle stazioni è il via vai delle persone con le loro piccole, medie grandi borse, borsone, valigie; i treni che partono (certo, quando partono), che arrivano; gli annunci, i tabelloni; le mille storie che si incrociano; i treni a lunga percorrenza su cui vorresti saltare all'istante; i passeggeri e coloro che accompagnano i passeggeri; quelli che attendono l'arrivo di un amico, di un figlio, di una madre, di un amante e sono lì almeno da un'ora, per essere certi di esserci, di trovare parcheggio, di arrivare in tempo; quelli che hanno corso tutto il giorno o sono stati chiusi in ufficio per tutto il giorno, bramano un posto a sedere e sperano in un ritardo almeno contenuto e soprattutto gli innamorati che si salutano, soli al mondo in mezzo al caos del mondo.

sabato 10 ottobre 2009

La mia città

La mia città può vantare una delle più belle piazze d'Italia soprattutto dopo il tramonto, sotto una discreta pioggia e aiutata da una buona illuminazione, la mia città è piccola e sonnolente e, se vuoi studiare il tedesco, trovi solo corsi privi di riconoscimenti ufficiali. Nella mia città ci sono alcuni dei miei affetti, nella mia città svolgo un lavoro che mi piace, nella mia città ho una casa, un tetto, un pc, una gatta e un dvd. La mia città mi va stretta spesso e volentieri, eppur le voglio bene. Non potrei fare altrimenti. Dispiace parecchio, però, apprendere che si tratti di una delle poche città a non aver ancora dedicato una piazza, una via, un giardino, un vicolo, un angolo al Giudice Antonio Caponnetto, che vi è vissuto e vi è sepolto. Dice che ciò avvenga perché non sono ancora trascorsi dieci anni dalla morte (2002), un impedimento giudicato sormontabile dalle altre città, che altre decisioni hanno adottato.