venerdì 30 luglio 2010

"The" hall


"They walked out of the chamber, back across the hall and through a pair of double doors into the Great Hall.
Harry had never even imagined such a strange and splendid place." (J.K. Rowling, Harry Potter and the Philosopher's Stone, c. VII, The Sorting Hat).
E, in effetti, anche senza le candele sospese a mezz'aria e il soffitto di velluto nero trapunto di stelle, "the" hall (per eccellenza) ha un fascino incredibile, il fascino di Oxford.

sabato 24 luglio 2010

25 (ed oltre)



Dopo una vacanza, dopo aver letto, scritto, riguardato foto e dvd fino a tarda notte, dopo aver dormito fino a un'ora prima dell'ablativo assoluto e del tempio di Giove Feretrio, sapendo di poter tornare a dormire per l'intero pomeriggio, persino la Tristoia delle 15.15 uccisa dalla canicola e, quindi, più morta del solito non costituisce motivo sufficiente per deprimersi. Miracoli estivi e metereologici di cui sarà bene ricordarsi nelle fredde giornate ottobrine, quando la sveglia suonerà inumanamente alle sei e trenta, il riscaldamento sarà ancora spento, soprattutto non potrò disporre della mia giornata, che mi verrà sottratta minuto dopo minuto con conseguente disappunto.
Sopra i 25 gradi e in vacanza anche un'ordinaria vita di coatta provincia appare interessante.

venerdì 23 luglio 2010

A prescindere

Il caldo, le canottierine, i vestiti leggeri, camminare a piedi nudi, prendere treni con valige leggere, sentirsi leggeri, mangiare ad un tavolino in mezzo alla strada fa/fanno bene all'umore.
L'estate rimane la stagione migliore.

mercoledì 21 luglio 2010

Estate

Dormire con la finestra aperta e svegliarsi alle quattro con il profumo di bomboloni nell'aria.

martedì 20 luglio 2010

Ritorni


Adoro partire e viaggiare, meno tornare; ma solo perché riesco a viaggiare meno di quanto vorrei. Trovare all'uscita degli "arrivi" all'aeroporto la mamma con la lacrima ormai di rito, abbracciare, salutare, aprire la porta di casa, cercare di farsi perdonare dalla micia per l'assenza con mille coccole, ritrovare il proprio letto, il proprio divano, il pc, dormire per dieci ore di seguito, mangiare e tornare a dormire per altre sei ore sono, per me, l'epilogo immancabile di un viaggio.
Le ultime volte, le fughe sono durate così poco che, al ritorno, la pesantezza del cielo pistoiese e il ritorno a lavoro prevalevano, comunque, sul resto.
Stavolta, finalmente, di fronte c'è ancora l'estate, il caldo, le lunghe dormite, centinaia e centinaia di foto da riguardare, Bologna dove raccontare e ancora Londra.

venerdì 16 luglio 2010

Accenti


Il desiderio di tornare nell'inerte gattopardiano caos quotidiano pistoiese e' pari allo zero.
Mi concentrero' sul pensiero positivo del clima tropicale che mi aspetta e sulle vocali accentate sulla tastiera del pc.

mercoledì 14 luglio 2010

Inno


Dove e' troppo caldo e non si respira, dove tira e vento ed e' troppo freddo. Insomma, inno alla scienza: aria condizionata e caloriferi a contenere le imperfezioni della Natura.

martedì 13 luglio 2010

Tempo


Tra le motivazioni per cui sono qui, una delle preferite e' il tempo apparentemente guadagnato. Un tempo durante il quale non ho niente da fare, devo rimanere all'interno del college e attendere che i ragazzi escano dalle lezioni.
"E tu cosa farai nel frattempo?", in molti mi hanno chiesto tra il noioso e il curioso. "Tutto cio' che non ho avuto il tempo di fare durante quest'anno": leggere a mio piacimento, pensare, sorseggiare con estrema calma un caffe' americano decente, scrivere, smanettare con il pc, irritarsi con la tastiera inglese senza vocali accentate: tutto questo al caldo buono di una sala da computer su grandi e comode sedie anatomiche o sui divani. Fuori un cielo grigio chiaro monocolore e vento, tanto vento. E tutto molto molto lontano. Dove deve essere, almeno per il momento. Certo non vivrei qui per piu' di quindici giorni. Di sicuro non passerei l'inverno: la selezione naturale mi ucciderebbe ai primi seri freddi, ma per un inizio di luglio e' perfetto.

lunedì 12 luglio 2010

Barchini, pertiche e canali


Quanto, quanto, quanto avrei voluto studiare qui, vivere qui! Con escursioni londinesi, s'intende. Tolto il fascino dell'universita' rimangono due luoghi fatati, quasi finti, costruiti a bella posta per una grandiosa rappresentazione. Solo che il fondale e' di pietra, color miele per Oxford, piu' chiaro per Cambridge; l'edera si arrampica davvero da secoli lungo le pareti. Il fiume e i prati sono veri e sono piantati qui ben saldi quanto tutte le affascinanti e contraddittorie tradizioni dei college inglesi. Non sara' tutto oro cio' che luccica: sono luoghi elitari, costosi (un corso di una settimana durante l'estate costa 1.050 sterline ad Oxford), alcuni college non hanno accolto le donne prima del 1974, hanno aiutato ma anche distrutto, annullato le idee e le aspirazioni di generazioni e generazioni; rimane che avrei voluto far parte di quel mondo, attaccare alla bacheca della camera il mio orario, alcune foto, imbaccuccarmi ben bene d'inverno e affrontare il vento, studiare nella Radcliffe Camera, leggere nel meadow del Christ Church College, mangiare cibi poco confortanti nelle medievali dining room, magari nella hall del Christ Church (la stessa in cui sono state girate le scene della mensa nei primi due film ispirati ad Harry Potter), rifarsi con lo Starbucks dietro l'angolo o con gli scones della piu' vicina sala da te'.
Gli studenti vanno ancora a sostenere l'esame con la toga e il garofano all'occhiello. Una sciocchezza, un rito come un altro, eppure dannatamente affascinante. Perche' in Italia siamo cosi' refrattari alle uniformi, all'inutile ma divertente e confortante ritualita' non capisco. Non credo che il livello medio delle nostre migliori scuole superiori o universita' sia inferiore rispetto a quello anglosassone, ma il grigiore informale ne sgretola il prestigio, il fascino.
E non sono la sola, visto che oggi qui intorno, nella ben piu' moderna aula pc di un college sperduto nell'ovest dell'Inghilterra, spazzato dai venti dell'Atlantico, quasi una persona su tre sfoggia con orgoglio pacchiano la sua felpa della Oxford University.

Fascino senza tempo


Christ Church College, Oxford

domenica 4 luglio 2010

Domani l'aurora


Appena sabato scorso sull'erba di Wimbledon, lunedì di nuovo all'aeroporto, la buca e soprattutto la nottata delle scartoffie, Bologna, il Mambo e l'Eclisse, la tre giorni matrimoniale con volti felici e vite da vivere intelligentemente lontano da Tristoia. E domani si ripiglia. Si attendono, si sperano nuovi interessanti persone, angoli e tramonti, momenti per leggere e magari per scrivere, momenti per pensare e per rielaborare. E settembre è ancora lontano.

sabato 3 luglio 2010

Gusto


"Rifassi il gusto alla vita" come sempre e come sempre assurdo e inverosimile, quasi per un niente. Anche con segmenti di vita incastrati ad arte l'uno dopo l'altro o nell'altro, col sonno pigiato qua e là, anche mezz'ora, anche venti minuti (perché tutto fa).
Le stonature non mancano, ma iniziano a farsi "fuoco di fiamma lontana".
Intorno l'estate indiana.