lunedì 31 agosto 2009

Striature


Avrebbe ancora bisogno di altri cieli o almeno di qualche giorno di decompressione causa jet lag da confronto.

mercoledì 19 agosto 2009

Increspature cercasi


Capisco che - per chi mi conosce bene - un'affermazione del genere possa suonare come un'abiura: ho bisogno delle stagioni, ho bisogno dell'alternanza delle stagioni, ho bisogno di cieli cangianti, di caldo, di temperatura tra i 25 e i 30 gradi, ho bisogno di pioggia, persino di neve (una e, ribadisco, una volta l'anno bene annunciata e con mezzi pubblici funzionanti). L'estate indiana da affrontare barricata dietro le persiane con il prendisole giallo o quello celeste a pois, con l'aria condizionata a palla in macchina, con luuuunghe ronfate pomeridiane e spettacoli di Bolle a Boboli non può andare oltre il decimo giorno, dopo di che ho bisogno che il cielo s'increspi, che muti colore, che assuma un'espressione qualsiasi.

sabato 15 agosto 2009

Ma anche meno


Per quanto sia una delle più ferventi sostenitrici a livello mondiale dell'estate, qui si sta esagerando. Aspetto per nove mesi l'estate, ma pretendo l'estate mediterranea non i tropici implacabili.

giovedì 6 agosto 2009

Disperati all'arrembaggio

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/tecnologia/twitter/twitter-tilt/twitter-tilt.html

Premesso che l'attacco informatico a Twitter non significa la fine del mondo e nemmeno del mio mondo, certamente unire le forze per rendere inaccessibile un social network come Twitter indica che parecchie persone, oltre me, hanno grossi problemi e una buona parte di esse trovano o pensano di trovare sollievo limitando la libertà altrui, facendo del male in maniera diretta o indiretta a coloro che usufruscono del medesimo ossigeno. Chi si accanisce contro le ossa altrui deve avere le proprie pittosto ammaccate, o non avrebbe tempo di spendere così tanta coordinata fatica nel danneggiare coloro che hanno la sfortuna di convidere il medesimo universo.

Have a little faith in me

http://www.youtube.com/watch?v=8UkKTlzyLhQ

Di solito Have a little faith in me, nella classica versione da telefilm di Jhon Hiatt, è un brano associato a scene di riflessione collettiva o individuale che precedono una scontata, solo apparentemente difficile decisione. Non dovendo decidere alcunché, anche perché non ho mai impiegato troppo a decidere (mai capiti quelli che si ritirano per deliberare: nel momento in cui pensi, automaticamente decidi), fuor di sceggiatura, rimane un ottimo brano da giornate afosa di generica riflessione.

martedì 4 agosto 2009

Fantasie troppe realistiche






Prima di quest'estate non avevo mai letto nessuno dei libri su Harry Potter, essenzialmente perché ho trovato sempre qualcos'altro da leggere. Attualmente sto divorando il secondo, ma non è questo il punto. Ho visto gli ultimi film e, in particolare, l'altra sera Harry Potter e il principe Mezzosangue. Di tutto il film con annessa uccisione finale di Albus Silente cosa mi ha colpito? Il Millenium bridge che salta per aria. E sapevo che quella scena mi avrebbe colpito ancor prima di vederla, perché purtroppo è un'eventualità anche troppo reale dopo l'11 settembre, perché è la prima meravigliosa opera d'arte che ho visto da quando sono tornata da quelle parti dopo un'assenza decisamente troppo lunga, dovuta ad un torpore decisamente troppo lungo. Il cielo, il tramonto soprattutto, dal Millenium Bridge è spettacolare, praticamente un quadro di Turner dipinto dalla natura a contrasto con le linee futuristiche del ponte. E nel film me lo fanno saltare. Per carità, buona intuizione narrativa e ottima resa cinematografica, ma giù le mani anche virtuali dal Millenium Bridge.

sabato 1 agosto 2009

Bolla

La prima estate non grammaticale in attesa di partire è, entro certi limiti, all'insegna del relax più totale: dalle lunghe dormite mattutine alle letture, agli amici, alle camminate nella canicola estiva con l'mp3, agli spettacoli (che posso permettermi e che passano per qua), alle lezioni di uso del pc ai genitori, alle lezioni di tennis, ai film e ai telefilm storici (Friends), a quelli "nuovi" scoperti per caso (Studio 60) e a quelli estivi che la tv regala (Brothers and sisters). Insomma, non un divertimento matto e disperatissimo ma una bolla di serenità, che è giusto apprezzare, con uno spazio sconfinato per il sogno. Una bolla di serenità in cui sorridi di cuore di fronte alla scena, un po' telefilm, un po' musical americani alla Gene Kelly, un po' commedia romantica americana alla Nora Ephron, in cui il senatore Robert McCallister (un personaggio con gli occhi e il fascino di Rob Lowe) porta un'ignara Kitty (Calista Flockart) sul palcoscenico di un teatro da convention vuoto, dove una piccola band (piano, contrabbasso e un forse un sax) inizia a suonare e i due ballano da soli e leggeri e Rob solleva lei da terra e la fa volteggiare con i piedi in aria.