giovedì 31 luglio 2008

Il cielo sopra Berlino

Limpido e luminoso, di un azzurro assoluto e penetrante, soprattutto per una deficiente che si è infilata un angolo di uno stupido volantino dritto in un occhio.

sabato 26 luglio 2008

Ich bin ein Berliner

All free men, whereever they may live, are citizens of Berlin. And therefore, as a free man, I take pride in the words:
"Ich bin ein Berliner."

J. F. Kennedy, Berlin, 26 giugno 1963

La magia del cinema

Non ricordo, e la mia mamma non credo ricordi, la prima volta in cui sono entrata in un cinema. Per la verità non gliel'ho mai chiesto e, vista la sua memoria inossidabile, potrebbe contraddirmi; comunque non ne abbiamo mai parlato, probabilmente non è un episodio che l'ha colpita. Vagamente visualizzo me stessa intorno ai quattro-cinque anni, forse meno, seduta in una poltroncina del cinema Roma, a meno di cento metri dal portone di casa mia. Forse era il giorno di Befana, perché il cinema era pieno di bambini e proiettavano un classico Disney. Chissà quale sarà stato. Ricordo però perfettamente che mi avevano portato al cinema perché mi faceva male un orecchio e piangevo e mi lamentavo continuamente. Ricordo che dimenticai completamente il dolore durante la proiezione, per tornare a lagnarmene durante l'intervallo. Piccola e devastata dal mio mal d'orecchio certo non ero in grado di comprendere che il cinema sarebbe diventato una delle mie passioni. Di fatto, in quel pomeriggio il signor Disney e i suoi collaboratori furono gli unici in grado di far scomparire il mio mal d'orecchio. D'altra parte, come giustamente Woody Allen in versione Mickey sostiene in Hanna e le sue sorelle: non si può pensare al suicidio dal momento che c'è sempre un film che vale la pena di guardare (o di riguardare).
Ieri sera ho visto la magia del cinema negli occhi delle gemelle: un po' di sgomento di fronte al prato pullulante di sedie con quell'enorme telo e poi la meraviglia, il rapimento per questa cosa nuova e inattesa e inimmaginabile e straordinaria non appena Ratatouille è iniziato.
Hanno giustamente commentato a bassa voce qualche scena, hanno apprezzato il gelato dell'intervallo, si sono rilassate in braccio a me e alla loro mamma. Hanno sentito l'impulso prima dell'inizio del secondo tempo di affermare ridendo: "Evviva il cinema!"
Insomma un successone, la magia del cinema che si rinnova.
E' stato bello esserci.

giovedì 24 luglio 2008

Di tre in tre


Ritorni con agguati grammaticali (preannunciati, rimozione a parte).
Al triduo bolognese deve far seguito un triduo grammaticale.
Il cerchietto in pennarello rosso sulla cartina berlinese posto a conforto, bene in vista nel caos di libri e fogli.
La certezza di aver sbagliato nel privarsi del citynotebook della Moleskine.

lunedì 21 luglio 2008

Escursioni

Rimango analfabeta in campo musicale: conosco e ascolto ben poco. La colonna sonora della mia vita è composta di parole e non di note. Non disdegno però ciò che vale e me lo faccio indicare. Come sempre la fiducia era ben riposta.

sabato 19 luglio 2008

Mia sorella, non affogare!


Urla con l'accappatoino con cappuccio da piccolo hobbit in viaggio la piccolina alla gemella: "Mia sorella, non affogare!", mentre, appunto, sua sorella affronta impavida le onde sul bagnoasciuga. E io nel frattempo, non potendolo evitare (nemmeno con la protezione +50), inesorabilmente mi abbronzo. Il mare funziona così, d'altra parte. Funziona che passi una lunga serena rilassante giornata a guardare a chiacchierare senza orologio, a ridere e a ascoltare ridere di gusto, a rispettare tempi molto ma molto più lenti dei tuoi e a guardare centinaia e centinaia di onde bellissime (lo dico senza sottesa ironia). Ti è persino venuto in mente di fare qualche foto, ma la macchina è troppo lontana e il presente per una volta vince sulla documentazione del presente. Ma è estate. E' caldo. E si è fuori. Lontano.
Funziona che ci si puntella a vicenda: qualche volta sei tu Porfirio, qualche volta lo sono altri. qualche volta sei tu Plotino e come tale ti attrezzi e tiri fuori dal cilindro un Johnny Depp d'annata in Benny and Joon, che risolleverebbe per due ore anche l'essere più concentrato a farsi rapire dal gorgo. Funziona così.

giovedì 17 luglio 2008

Fuori


Ero troppo persa in altro, troppo presa da frasi aggettivi e avverbi, da passioni verità e bugie, dal teatro dell'assurdo da non trovare il tempo nemmeno di far sviluppare qualcosa come milletrecento foto, perché a me le foto piacciono e piacciono di carta, da guardare, da toccare, da attaccare, da sfogliare, segno di qualcosa che è stato, che sono stata, che mi ha segnato per qualche ragione. Sto rimediando. Mi sono appunto arrivate a casa stamattina le prime seicentoventi foto di carta, vere, reali, non più digitali.

Ero troppo presa, distratta, pressata, angosciata da altro da mettere tutto il resto in lista d'attesa, in attesa di consumare le mie ossessioni, di dare tutta me stessa e di sopravvivere in qualche modo. In qualche modo. E le persone messe da parte in quell'angolo ci sono state, con pazienza, ad attendere, talvolta ad ascoltare e a confortare. E ora, fuori dal turbine, appena appena fuori dal turbine attendono il mio ritorno in fondo alla strada sterrata, dove Emma Bright riesce a farsi docilmente guidare, con mia meraviglia. E nella casa negli Hamptons, appena appena fuori centro, mi aspettano sorrisi inaspettati, riacciuffati dal passato. Nel verde degli Hamptons tra chiacchiere, risotti e parmigiane e dolci di pasta di bombolone la camera si allontana, si allontana da gazebo, dalle luci, dalla città con una musica tenue e buona con un controcanto malinconico che parla anche di chi in mezzo ad altro verde hai lasciato.

sabato 12 luglio 2008

Oltre la siepe

Vivrei con la valigia in mano. E in effetti le due valigine, la piccola e la media sono adagiate in camera almeno da dicembre. Se potessi scegliere, vivrei due settimane a Londra, due settimane a New York e due settimane da queste parti, dove ci sono gli affetti e dove sono nata - è ovvio. Volare, vivere gli aeroporti, prendere treni, cambiare treni e metro non è mai stato un problema, purché tutti funzioni - è chiaro. Non so come ho fatto a non spostarmi, o quasi, per lungo tempo, per troppo tempo. In effetti mi sentivo soffocare in quegli anni. Quando nei mesi passati sono riuscita a ritagliare una virgola di tempo e ad infilarmi su qualche treno per poi attraccare sulla mia Isolachenoncè, è stato come sentire di poter respirare finalmente a pieni polmoni. E ora si parte, si parte per una meta persino bucolica, cioè una meta bucolica con nicchia di civiltà in cemento con piscina annessa ed escursioni scelte in città. E' chiaro. Cinque anni fa non avrei potuto immaginare me stessa in quel luogo in questa particolare occasione. Cinque anni fa non avrei immaginato di poter tenere le due valigine lì per terra in camera, sempre pronte e sempre in mezzo, ad intralcio perenne, a monito di una scelta. Per fortuna si cambia, se si ha il coraggio di cambiare. E si sceglie di tenere chi veramente conta.

giovedì 10 luglio 2008

Parole, soltanto parole

Per caso, in cerca di un indirizzo e-mail per un ringraziamento doveroso, mi sono imbattuta in un sito che riportava nell'intestazione la celebra frase di Voltaire:
"Anche se non condivido ciò che dici,
sarei disposto a dare la vita
affinché tu possa dirlo."
Frase conosciutissima, anche troppo sfruttata, principio ineccepibile incensato da mezzo mondo e rispettato da pochissimi. Credo di potermi definire una conservatrice liberale, certamente non una rivoluzionaria e credo, spero, sono convinta di rendere omaggio a questo principio ogni giorno. Nella quotidiana pratica umana alcuni di coloro che sbandierano la propria fede ultraliberale e ultrademocratica sembrano, invece, averla rimossa oppure il problema - come sosteneva Vittorini nel meraviglioso editoriale d'apertura del "Politecnico" Una nuova cultura - è che la cultura (per lo meno quella occidentale) "che è stata pensiero greco, ellenismo, romanesimo, cristianesimo latino, cristianesimo medioevale, umanesimo, riforma, illuminismo, liberalismo, ecc." sembra non aver avuto che "scarsa, forse nessuna influenza civile sugli uomini". Dunque - si chiedeva Vittorini - "è qualità naturale della cultura di non poter influire sui fatti degli uomini?" Vittorini lo negava e proponeva soluzioni che non condivido, anche perché le soluzioni in cui riponeva fiducia si sono dimostrate palesementi fallaci. Dunque, la cultura è destinata a rimanere parola in alcuni o in più di alcuni? Ad osservare e a riflettere sulla pratica umana (non politica, sia chiaro) sembra proprio così. E il diritto di parola, l'ascolto e il rispetto per le idee altrui spessissimo è negato. L'importante è dichiararsi democratici, urlare e aggredire forti dei principi della propria rivoluzionaria democrazia.

lunedì 7 luglio 2008

A gentile richiesta (2)

E' il massimo che posso fare, quindi accontentatevi. Credo comunque di aver esaudito la richiesta.
Non ho proprio giocato a baseball, però ho, abbiamo riso di gusto quella sera; persino il gatto Cosmo che sbirciava dalla zanzariera ha trovato quanto meno interessante lo spettacolo. Un piccolo microcosmo pressoché perfetto: noi, Long Insland, New York a mezz'ora di treno, Cosmo (e anche qualche zanzara, questo sì).

A gentile richiesta (1)


Non dimenticherò mai "quel sorriso sornione che non sai mai quale scherzo abbia appena concepito; quegli occhi buoni uniti a tanta davvero tanta volontà; quello sguardo luminoso che sorride alla vita e sorride a te perché sei te e per qualche strana ragione sei degna di stima; quella costante insicurezza che proprio non trova ragione; quel sorriso silenzioso ma pieno e convinto; quegli occhi blu che fino in fondo non si concedono mai ma sai che ti vogliono bene; quell'intelligenza pratica vivace che tu non hai mai avuto; quella capacità di osservare in silenzio e portare pazienza, tanta pazienza per le nostre troppe parole; quell'esser continuamente concentrato su altro perché, alla fin fine, l'importante è appunto altro; quella voce appena sussurrata che non sai mai cosa nasconda fino in fondo; quella determinazione straordinaria; quel sorriso sereno; quelle potenzialità incredibili che tu non riesci a liberare; quell'intelligenza vivida che ha avuto il coraggio di scommettere su se stessa; quel fermento continuo che mai trova pace; quello spirito irriverente che difficilmente si placa; quella razionalizzazione serrata al fine del risultato; quella sincerità ruvida che mai scende a patti con l'affettazione; quell'intuizione che non ti saresti aspettata; quel moto d'interesse verso L'infinito che ti ha stupito; quel mistero che ancora proprio non riesci ad intaccare."

Ho cambiato e adattato l'attacco all'attualità; la foto non è la stessa ma il soggetto è il medesimo. Credo, dunque, di aver esaudito la richiesta.

sabato 5 luglio 2008

Partecipazioni



Bimba in mezzo ai bimbi e a tanto tulle. Di fronte a qualcosa di più grande. E di bello. Voglia di farsi bimba in mezzo ai bimbi. Voglia di esserci, voglia di stare insieme perché è bello esserci, perché è bello esserci insieme, perché è l'inizio di qualcosa di bello, perchè è il coronamento di qualcosa di bello, perché è tenero e contagioso veder riflesso in quei volti l'orgoglio di condividere una favola che inizia, la consapevolezza di far parte in qualche modo di quella favola.

venerdì 4 luglio 2008

Ben oltre la materia

Qualcosa resterà. Molto più di qualcosa resterà e non solo sulle pareti.
Resterà l'affetto, resterà il sapore dell'essere stati bene insieme, delle risate e dei momenti di sconforto condivisi. Resterete resterò resteremo, pur andando avanti, pur navigando in altri lidi.

giovedì 3 luglio 2008

Anche la materia rivendica i propri diritti (e ha spesso ragione)

Nel trionfo della materialità e della semplicità di questi giorni, dopo oltre un anno, ho preso la macchina e ho la fatto una spesa che può definirsi tale. Per tale intendo due sacchetti colmi e una cinquantina di euro. Certo, niente che debba essere cucinato per più di tre minuti; è naturalmente il trionfo del latticino e del carboidrato, ma è una spesa. Alcuni partono e anch'io partirei volentieri, persino per il mare. Partirò. L'importante è sapere di partire, partire per andare dove vuoi tu con chi vuoi tu. Le giornate scivolano via, al contrario della cappa di caldo, tra bozze, telefonate e dvd. Niente di esaltante, ma anche nessun dramma alle porte. Non è un lasciarsi vivere, è riuscire a vivere, è accorgersi di vivere. Si guarda al futuro con strana stupita tranquillità. Di solito, quando mi augurano "tanta serenità", storco il naso e mi trattengo da un commento cinico; tuttavia, dopo essere stata costretta a scavare sul fondo per qualche tempo, o muori o risorgi. Io tendo a risorgere. D'altra parte non si può vivere sempre nella continua tensione e, anche senza gli enzimi omeopatici che dovrebbero far recuperare un sano metabolismo, si mangia, si dorme, si legge, si pensa ma con levità, si fa persino la spesa. Ah, e ci si stupisce perché Qualcuno dubita del proprio ineffabile valore. Questo più di ogni altra cosa.

martedì 1 luglio 2008

Diritti e rovesci

Basta con le interpretazioni, le controinterpretazioni, le suscettibilità, l'ansia, l'analisi e la controanalisi, ho già dato. Tabula rasa e correre dietro ad una pallina gialla sotto il sole implacabile delle cinque (p.m.). E non pensare a niente altro se non: "sul rovescio gamba destra avanti, sul diritto gamba sinistra avanti". Punto. Correre, stancarsi, divertirsi e compiacersi del proprio completino nuovo. Per una volta mettere in pausa il cervello.
"Forget about your worries and your strife." Now think about the simple bare necessities of life. Period. Certo, ci si abbronza e non mi è mai piaciuta l'abbronzatura, ma lì per lì chi ci pensa?
"Sul rovescio gamba destra avanti, sul diritto gamba sinistra avanti". Punto.

Scommesse

Per adesso già il completino nuovo e molto Wimbledon (bianco con qualche timida incursione blu) mi mette di buonumore. Dunque, è stata in ogni caso una buona decisione indotta da colei che è sempre propositiva, colei che - per istinto per stima o più semplicemente perché ero io - scelse di andare oltre la coltre di cinismo misto ad emotività, scelse di scommettere su di me. Credo, anzi sono sicura che anche per lei sia stata un'ottima decisione.