domenica 30 maggio 2010

Saperti



Saperti a Lecce cullata dalle persone che contano, dalla Cri, dai middlelburiani, da Virzì ad ammaliare, stordire, a far piangere la platea, a festeggiare compleanni da due giorni, su terrazze a chiacchierare ridere scherzare, a ricevere inviti meritati, in mezzo al caldo buono di fine maggio, a saperti felice, mi rende felice. Buon compleanno, ancora. Buon compleanno anche se è già il 30 maggio, ma nella bolla il tempo è fermo e tutto è giustamente lieve e allegro.
La felicità occorre anche meritarsela, acchiapparla al volo, risorgere ogni volta, saperla cercare, combattere per conquistarla e viversela su una terrazza affacciata sui tetti di Lecce.

martedì 25 maggio 2010

Battuta del giorno

"Professoressa, ma lei come fa ad essere sempre così organizzata?"

[In effetti, collaborare con la Protezione Civile è sempre stata una delle mie aspirazioni.]

Nemiche/amiche pubbliche

Gerardo Greco, che mi fa sempre piacere ascoltare perché, quando compare, significa nuove da New York, mi racconta che anni fa Rudy Giuliani aveva bandito le api dalla grande mela. Un sentimento che d'istinto tendo a condividere da quando uno sciame scelse di abitare nella cassone della tapparella del mio bagno. Il vetro sembrava un alveare vero e proprio con un ronzio devastante, terrificante che mi causava conati di vomito immediati. Seguirono chiamate ai vigili del fuoco, che giunsero con la macchina fotografica; le telefonate a tutti gli apicoltori della città, che si rifiutarono di rimuoverle, visto l'arduo compito e il rischio che qualche feroce piccola necessaria bestiola col puntiglione, irritata, si vendicasse sulla pelle di qualche condomino; infine, l'azione risolutiva della disinfestazione del Comune, dietro pagamento di 40 euro ed annesso esilio con micia al seguito, in attesa che la chimica utilizzata svanisse.
Insomma, per quanto sia cresciuta con l'ape Maia e il suo amico Billy, tendo a diffidare di qualunque cosa voli e sia fornito di pungiglione, soprattutto se specie protetta.
"Se le api scompaiono, in quattro anni scompare anche l'uomo" - aggiunge Gerardo, citando addittura Einsten. E allora, con buona pace di Einstein, le api sono state riamesse a New York negli ultimi anni. Come sempre, però, in quella città si trova la collocazione giusta per ogni cosa e, quindi, le necessarie bestiole tigrate vivono e prosperano sui tetti dei grattacieli.
Bene, in caso di mio soggiorno a New York, eviterò di frequentare i tetti troppo affollati di insetti tigrati.

domenica 23 maggio 2010

Fine maggio

Il Lamma, centro previsioni del tempo per la Toscana, annuncia che finalmente domani si materializzerà in zona una temperatura umana, quasi consona alla fine di maggio. Un evento che getta una luce positiva sui prossimi due giorni.
Con orgoglio scelgo e preparo la seconda maglietta a maniche corte dopo il 29 di aprile (altopiano turco escluso).

mercoledì 12 maggio 2010

Rose e gerbere




Anche oggi "ho vissuto la mia giornata", bella piena, pesante e compressa. Continua a sfuggirmi il segreto della serenità e della calma serafica ostentata dalla maggior parte degli umani: o hanno raggiunto un livello Zen cui non arriverò mai o mentono molto bene (spesso anche a se stessi) o hanno una biologia diversa dalla mia.
Su qualche fronte si vince, su qualche altro si perde. La fine della salita pare da giorni sempre dietro la curva; peccato che, svoltato l'angolo, compaia l'ennesimo tornante. Poi appare inaspettato il rosa delicato delle rose inglesi o il fuxia sfrontato delle gerbere ed è un po' come i limoni di Montale: se non per me, per qualcuno questa mia fatica della vita di plotiniana memoria sembra avere un senso.

venerdì 7 maggio 2010

Ritorni, anticipi e dintorni




Soddisfatta ben oltre le aspettative, piuttosto stanchina dopo due ore e mezzo di sonno, cinque ore totali di volo, una e mezzo di autobus nel nulla, bivacchi nei terminal, UN FRAPPUCCINO, un secondo autobus e due treni, offesa in ogni fibra dal rinnovato inverno, scarico foto, evito l'ipotermia con la fida stufetta elettrica, incarico il VCR di registrare Fringe e rifletto. Il conto a volte torna, a volte no. Ma credo torni per pochi. Qualche volta. Ma quei pochi esistono.
Tutta la mia stima e la mia invidia buona.

sabato 1 maggio 2010

Firenze come non mai






Firenze è la città dei miei studi universitari, la città in cui mi sono innamorata, la città in cui ho conosciuto la mia migliore amica. Non è la mia città, non è nemmeno la mia seconda o terza città d'elezione, ma è una delle mie città. E ci torno sempre volentieri.
Critica e ipercritica da sempre, anche su Firenze si è abbattuta spesso la mia scure: città sonnolenta, non particolarmente accogliente, un po' una sopravvissuta a se stessa, troppo sicura di attrarre comunque milioni di turisti l'anno (perché meravigliosa e unica) per cercare di migliorarsi.
E, invece, stavolta Firenze mi ha stupito. Nella Notte Bianca del 30 aprile, Firenze era stupenda e stupendamente viva, con una luce calda da luglio pieno sugli edifici, nelle strade, sui volti delle persone. Commovente la fiumana di persone che andava da via dell'Oriuolo, a piazza della Signoria, a piazza Duomo, a piazza della Repubblica, a piazza della Stazione, commovente la fila alla cassa della Feltrinelli, divertente la jazz band ambulante che abbiamo seguito da piazza della Repubblica a via del Parione, affascinanti le evoluzioni degli sbandieratori (da sempre la mia passione), illuminati, accoglienti e allegri i tanti ristoranti e localini, malgrado i tre coccoli di numero, meravigliosa la (per me sconosciuta) biblioteca delle oblate con i suoi mille angoli, sale, veroni e chiostri, bellissima Antonella nel suo vestito del Settecento, eccezionale Nicolò col suo labbrino tirato, gli occhi e i sopraccigli a matto. Bella, piacevole serata grazia anche a Gaia che ha lanciato l'idea e con cui l'ho condivisa. Sono mancati Giacomo e Gabriele, li avremmo visti volentieri, ma il coprifuoco ferroviario tra le 00.25 e le 4 ci ha obbligato ad andarcene anzitempo e a tornare nella città dove la stazione aveva già tirato giù il bandone alle 19.55. E mentre tornavano con il treno del coprifuoco, circondate da persone di ogni età stanche ma sorridenti, mi è tornato in mente per analogia il treno notturno che prendemmo alla Penn Station diretti a casa a Long Island.
Firenze che richiama New York non è poco. Complimenti a Renzi, complimenti agli organizzatori, in fondo per risvegliare le nostre sonnolenti città e osservare fiumi di persone in uscita dal museo di scienze naturali o intenta ad acquistare libri ci vorrebbe poco, mi pare.