domenica 28 febbraio 2010

South bank - Angoli e prospettive irrinunciabili /1


In effetti, avendo la fortuna di trovarsi nei suoi paraggi, la South Bank è irrinunciabile, indimenticabile.

Studi

Sospesa e protetta al sesto piano bolognese, studia squarci e campi lunghi in Closer e Notthing Hill. Poi, cartina stesa sul tavolo di cucina, si perde nell'immensità londinese.
E il naufragar le è dolce in questo mare.

venerdì 26 febbraio 2010

Via, si procede


Finalmente è giunto il suo momento. Ha atteso finora nell'angolo con la massima umiltà, in silenzio, ma rollando interiormente già dal suo arrivo.

giovedì 25 febbraio 2010

Evidenze

Anche soltanto comprare un biglietto del treno costituisce un potentissimo antidepressivo.

martedì 23 febbraio 2010

Postman's park



Non lontano da qui si stendono liste di angoli, piazze, ristoranti, negozi londinesi imperdibili. Anche il Postman's park ha il suo perché.

lunedì 22 febbraio 2010

Suoni, rumori e socialcosi

Alla fine, grazie ai socialcosi, Sanremolo l'ho guardato seguito commentato quasi tutto. E mi sono anche divertita. Everylake e "amo la mia cultura e la mia religione" a parte, non ricordo una sola parola o melodia ascoltata; Perché il mondo piange sto volutamente cercando di dimenticarla. E' ora di tornare alla vita normale, in cui, nella mia almeno, si apprezza un pomeriggio casalingo rubato al troppo e al niente e si vorrebbe prendere almeno un treno.
Io e la musica non abbiamo mai avuto un grande rapporto. Capisco in trenta secondi se una canzone mi piace o meno, se ne tollero l'ascolto o sarà sempre per me semplice rumore fastidioso. Dopo aver tentato invano di ascoltare anche altri brani sanremesi, per riprendermi, ho dovuto ricercare Who wants to live forever e All I want is you, trovando nuova confortante conferma al principio già noto: non sono refrattaria alla musica, solo a certa musica, la maggior parte per la verità.

venerdì 19 febbraio 2010

Pensiero profondo della sera

Marco Cocci vale il Festival.
Punto.

Poi facciamo cantare Marchino, visto che è lì, e accontentiamo anche Valerio. E via tutti a nanna, che domattina si lavora.

martedì 16 febbraio 2010

Rapidi, grazie!

L'ultima volta che ho guardato Sanremo abitavo ancora nella casa in centro con la finestrella piccina piccina che dava sul giardino delle suore di clausura e sul campanile, un numero imprecisabile di anni fa. Frequentavo le elementari. Stasera, per Marchino e per Valerio sto tentando, ma credo che correggerò parecchi compiti, almeno. Delle edizioni della mia infanzia ricordo la noia e i tempi lunghissimi. La formula - mi par di capire - è sempre la stessa: mezz'ora di pre-introduzione, poi un'introduzione inutile, infine la prima cantante, un'Irene Grandi con i capelli paglia. La canzone mi suona anonima, ma - si sa - m'intendo men che zero di musica; mi attira maggiormente il palco futuribile, in stile planetario. Poi canta non canta Valerio, ovvero canta, ma non si capisce perché abbia scelto una canzone in cui non serve troppa voce: visto che ce l'ha, la usi. E poi scende Toto Cutugno. E non è video d'epoca. Stento a credere che dopo decenni sia sempre lì e sembra cantare e stonare la medesima canzone di sempre. Arriva Arisa e canta una sigla dei cartoni animati, probabilmente la scelta verrà premiata. Segue la pubblicità, poi Cassano e un altro simil video d'epoca con Nino D'Angelo che canta: mai tollerati i suoi film nemmeno da infante, canzoni comprese. E' ancora lì che si agita, sembra molto arrabbiato, non mi è chiaro con chi ce l'abbia.
E' dura aspettare Marchino. Rapidi, grazie! C'erano motivi validi per cui ho saltato le ultime venticinque edizioni del Festival.
Ecco Marchino, finalmente! La canzone almeno s'affronta, è costruita su di lui, cantabile solo da lui e lui è eccezionale. Come al solito.
Via, 22.24. Me la sono cavata con poco, tutto sommato.

lunedì 15 febbraio 2010

Qualcosa, niente, tutto, troppo, poco

Felice non sono, troppo serena nemmeno, rimango però anche ben lontana dalla serena disperazione (l'unica davvero in grado di uccidermi, probabilmente), non sono soddisfatta, non sono insoddisfatta, ho molto sonno, ho la casa che sta esplodendo, le foto di New York finalmente dal corniciaio, l'ultimo caffè da Terzi troppo lontano nel tempo, i battiti cardiaci troppo veloci, troppe scartoffie che mi opprimono e zero tempo per leggere, tante persone che mi vogliono inspiegabilmente bene, nessuna che sia innamorata di me. Vegetare non vegeto, eppure mi sembra di sopravvivere appena, il valigino nuovo regalato a Natale ancora vuoto me lo rinfaccia ogni giorno. Guardo la sfilata delle nazioni a Vancouver e piango, come sempre ad ogni nuova olimpiade, ci sono centinaia di film che vorrei guardare e riguardare, altrettanti libri che vorrei leggere e rileggere, il Canada da visitare, New York da rivedere, Londra in cui tornare (e rimanere più a lungo possibile), arrivo in classe e sono contenta di esserci, mollerei tutto domani e partirei, se avessi coraggio e fossi certa di non fare la fame per le vie di Londra. Intanto il 28 di marzo sarò a Torino, è già qualcosa.

giovedì 11 febbraio 2010

Dormiamoci sopra

Nevica - mi si scrive.
Dormiamoci sopra - rispondo.
Ho cambiato idea e prospettiva sulla neve? Assolutamente no, ma il livello di stanchezza è tale che la neve, se proprio scenderà, l'affronteremo. E, se proprio decide di cadere, almeno abbia la decenza di farlo (e di scomparire) mentre dormo.
Tutto galleggia sul niente, tranne la notevole irritazione per le accuse a Bertolaso. Ho più fiducia in Bertolaso e nella Protezione Civile che in un aiuto trascendente.

mercoledì 10 febbraio 2010

Il Bertolaso che è in me

Operazione Welcome riuscita al 95%. La falla del 5%, a meno di un'irruzione non autorizzata nella sala di proiezione e delle competenze necessarie per avviare la bobina, non era emendabile.
Conoscendomi bene, Valentina ha intuito quanto il Bertolaso che è in me si sia divertito.
Ero, sono, dovevo apparire piuttosto provata.
Chi mi vuol bene, chi capisce che, in fondo, sono innocua ha tollerato i miei eccessi da ansia da controllo, ha mimato saluti militareschi, ha portato numeri, ha contato soldi, ha seguito col pensiero e monitorato via telefono, ha procurato la schiacciatina e il cioccolatino, ha attaccato lettere con lo scotch, ha sistemato etichette inopportune e capelli, accompagnato piccole mani e grandi caldi abbracci immeritati sul set.
Intorno molti tanti sorrisi veri, sorrisi buoni, spontanei di piccole grandi persone.

In un subito, per cagioni menomissime, rifassi il gusto alla vita.

domenica 7 febbraio 2010

Chiodi

"I think a geographic change is exactly what I need".
Ogni tanto persino Joey ha delle trovate geniali (non a caso, per quanto dopo 3 e 6 anni, sceglie Pacey). Peccato io sia inchiodata qui, se voglio mangiare.