domenica 28 novembre 2010

Anche a corsa


Picchi e baratri, il teatro di Marcorè e Saviano e le maschere tragiche del quotidiano, macerie e nascite, Rupert Grint e i reali Voldemort travestiti (e nemmeno uno stupeficium da lanciare).
Si impone una fuga salvifica in una città con la metro. E nemmeno l'idea della neve mi dispiace.

giovedì 18 novembre 2010

Così si fa

Terminato Harry Potter 6 con annesso scontato non meno sincero pianto finale, intaccato Harry Potter 7. Ovviamente per adesso ho letto solo l'ultimo capitolo. Ma il neoarrivato Tutte le poesie di Wislawa Szymborska accampa lecite pretese. Sarà piacevole dividersi fra i due.

martedì 16 novembre 2010

"La stazione" - Wislawa Szymborska

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
E' scesa molta gente.

L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

E' avvenuto perfino
l'incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

(per gentile indicazione di una piccola grande persona)

[sempre e comunque su quel treno bisogna esserci]

lunedì 15 novembre 2010

Voglio


Voglio leggere e non essere distratta da alcunché.
Ogni pagina è sempre rubata: al sonno, al lavoro, persino al tennis.
Sono disposta a lasciare solo per una degna compagnia e per una città degna d'esser definita tale.
Devo costantemente lasciare per riempitivi necessari alla sopravvivenza economica.
Mi basterebbe anche un treno, comodo e pulito, che impiega tanto tanto tempo per arrivare a destinazione.

Dilemmi

Perché così poche persone mi apprezzano Novembre col suo cielo grigio, gli alberi gialli canarino, una luminosità tollerabile, tanto caldo buono negli interni, un freddo contenibile con sciarpa avvolgente e stivale? Mica vorremmo paragonarlo al cielo celeste celeste, sempre uguale, con il sole che offende la vista?
E' solo che ormai per tradizione o amor di patria, si deve ripetere che sole è bello. Sai che noia, dopo un po'.

domenica 14 novembre 2010

The X'mas nazist


Anche il presepe è comparso sul posto d'onore.
Note tecniche: fiocco di neve tornato sul ponticello; poche accennate montagne quest'anno, vista l'alta qualità dei pascoli; in previsione un ampliamento della base per il novembre 2011.

sabato 13 novembre 2010

Pronta al tripudio

Avvistate oggi sul viale Adua le prime luci natalizie spente. Quasi in cima alla via, tecnici in cima alle scale intenti a sistemarne altre: traffico permettendo, mi sarei fermata a fotografarli.

Nulla di più

"Non può esserci nulla di più importante che tramandare arti antiche, aiutare le giovani menti a raffinarsi."

Albus Dumbledore

mercoledì 10 novembre 2010

Già


Già Firenze ha un'altra dimensione. A Firenze stasera Gaia ha presentato l'ultimo libro di Antonella. A Firenze dietro la piazzetta del porcellino c'è il Palagio di Parte Guelfa con scalinata esterna in pietra serena, salone illuminato, cioccolata, rum e latte nella sala del camino, libri in esposizione, due scrittrici, due insegnanti, due amiche cui sorridere, da ascoltare e applaudire. A Firenze piove e la città è ancora più bella, tutta luci e riflessi.
Già Firenze ha un'altra dimensione, ma arrivare e venir via non a notte fonda rimane un'impresa: devi sperare in una fortunata congiunzione astrale che contempli treni in orario o anche solo treni che partono, tecnicamente non soppressi e, orologio alla mano, devi venir via senza nemmeno salutare come vorresti.
Ma già Firenze ha un'altra dimensione e passarci un tardo pomeriggio rinnova l'umore.

domenica 7 novembre 2010

Con orgoglio



In auto, quando ero piccola, da novembre in poi, mi divertivo a contare gli alberi di Natale. Ancora oggi di riflesso, in auto, conto gli alberi di Natale. L'entusiasmo con cui accoglievo il primo albero addobbato della stagione aveva del preoccupante. L'evoluzione della sindrome mi ha portato a dirigere l'addobbo dell'albero già a novembre. Perché trattenersi? Adoro il Natale, adoro l'albero, adoro le decorazioni natalizie, i film di Natale, le luci per le strade, ecc. ecc. E', dal mio punto di vista, la miglior festa laica mai inventata, un orgoglio dell'Occidente. Natale inizia appena si fa l'albero, quindi basta far addobbare l'albero il prima possibile per dilatare il Natale più a lungo possibile. Il limite di ottobre rimane però, almeno per me.
E, dunque, con orgoglio, con un rinnovato sorriso convinto, oggi 7 novembre ho guardato allestire luci e fili e ho passato decorazioni indicando con professionalità: "Centralissimo, si deve vedere; centrale; laterale; può non essere visto; nascosto; nel vaso".
Buon Natale 2010 a tutti!

venerdì 5 novembre 2010

Investimenti

Non potendo raddrizzare il mondo, né evitarlo, almeno si devono investire al meglio gli attimi di libertà.
Coccolarsi è scegliere il nuovo lettore di dvd-ray (ma il vecchietto quasi decenne appena defunto non si butta, sia chiaro), badarlo in auto affinché non venga offeso da alcunché, scartarlo, montarlo, provarlo, concedersi finalmente un sano dvd. Sarà futile eppure un lettore aiuta più del necessario, più del piumino a buon prezzo, carino, soddisfacente ma appunto troppo utile e, quindi, ancora nel sacchetto. Davvero è esistito un mondo senza home video? Doveva essere parecchio più grigio.
Volersi bene è provvedere alla prenotazione dell'ottavo spettacolo teatrale della stagione.
Il mondo domani sarà sempre lì, cioè qui accanto con tutto il suo imbarazzante ingombro, e allora dal pomeriggio in poi fuggirò a teatro. Per domenica vedremo.

mercoledì 3 novembre 2010

Il marcio

Il marcio della Danimarca si dev'essere spostato parecchio più a sud. Sembra di contemplare un cadavere in putrefazione con un senso di crescente ribrezzo che sale. Il senso di pena si mescola alla sensazione dell'estraneità. Il problema è che sono legata con un catenaccio al cadavere e non me ne posso andare. O non ho il fegato per farlo.
Sono una che si volta indietro e vicino al cadavere ci sono persone degne, non putrescenti.

lunedì 1 novembre 2010

Ny: ed è già sufficiente


Lettore di dvd fuori uso, si passa in rassegna la collezione di VHS fino ad estrarne Felicity.
Come sempre il 50 % è già l'ambientazione newyorkese.

Falstaff e dintorni


Se anche il "Ny Times" ne scrive entusiasticamente in occasione della strasferta newyorchese, vuol dire che non sono matta ad essere uscita dal Globe rapita dal The merry wives of Windsor. Sarei capace di rivederlo anche dieci volte di seguito. In età della pensione, intenderei offrirmi volontaria come stewart in quel luogo sacro, sempre che mi reggano le ginocchia, visto che dovrei stare in piedi per l'intera rappresentazione. Tutto sommato, però, cadere e salutare nell'arena del Globe potrebbe essere un'eccellente dipartita.
La sceneggiatura è formidabile e gli attori di questa versione da Sarah Woodward fino all'ultimo dei piccoli riescono a inforndere al testo una forza esplosiva, magnetica che non ti lascia nemmeno a rapprensentazione terminata. E tu rimani lì con il teatro che si svuota a far fotografie (visto che finalmente puoi), a cercare di carpire e conservare una magia che, in quanto teatro, sarà viva solo nei ricordi.
Al contrario, ho trovato definiva conferma che Lavia non sia il mio regista. E' un attore e un interprete straordinario che permea della sua originalissima personalità tutte le sue produzioni di indubbio spessore, eppure non è il mio regista. Dopo il suo Macbeth, dopo il suo Malato immaginario, devo arrendermi all'evidenza. Rimane che in intervista-conferenza potrei ascoltarlo per ore, affascinata, stupita, rapita da ogni espressione, giro d'occhi, pausa o battuta, così presuntuosamente affascinante, giustamente arrogante.