lunedì 27 dicembre 2010

Natura morta


Pistoia, ore 21.09 del 27 dicembre 2010, veduta dalla piazzetta degli aperitivi verso la piazzetta della movida.
Non credo di dover aggiungere altro.
Fresco è fresco, ma è anche piacevole camminare nell'aria e nelle luci di fine dicembre armati di piumino, sciarpa, guanti e cappello.
Continuo a non capire.

venerdì 24 dicembre 2010

Una delle migliori



Sopravvissuta al dicembre lavorativo grazie anche alle luci di Natale, in casa e fuori, al pensiero del Natale, ai regali da comprare, al/ai film da guardare il giorno di Natale, da semidormiente mi sono comunque divertita con la prima marcia di Radetzky dal vivo, con l'intero teatro che si spellava le mani. Ho dormito, ho dormito tanto; da sveglia, mi sono concentrata sugli auguri e sugli ultimi regali, l'unica ad apprezzare l'ennesimo implacabile monsone.
Conclusa un'oretta fa la furia prenatalizia, mi godo il divano e Caccia al ladro. Fuori, sotto le mura del castello o del condominio - se proprio vogliamo sottilizzare - un indistinto tutto e tante luci di Natale. Domani, dopo aver dato fondo a tutto il sonno possibile, scambio dei regali, pranzo perfetto, divano ed Elizabethtown.
Natale rimane una delle migliori invenzioni mai concepite dall'umanità.

sabato 18 dicembre 2010

Solidarietà

Credo sia il caso di recuperare l'idea di Valentina dello scorso anno:
facciamo una colletta e regaliamo al povero, disagiato, sciagurato Comune di Pistoia i soldi necessari per comprare il sale per sciogliere la neve e il ghiaccio nelle strade. Suggerirei anche di favorire a chi di competenza nel palazzo comunale il numero di telefono del Consorzio Lamma che - magia, magia! - è in grado di prevedere l'avvento della neve.

Aperti per neve


Pistoia. Questa è la via della mia scuola alle 7.23 di sabato 18 dicembre 2010, nevica dalle 7 di venerdì 17 dicembre, copiosamente dalle 9 dello stesso giorno. Oggi, sabato, siamo aperti per neve. I Sindaci di Firenze e degli altri Comuni della pianura pistoiese (si noti: nessun problema, in effetti, si è verificato nei Comune dell'Appennino) hanno chiuso le scuole di competenza. Pistoia no. Quindi, se ne deduce, che il Sindaco di Pistoia abbia provveduto al ripristino della viabilità. L'allerta meteo era stato diramato da giorni.
Dalla foto appare evidente che nessun intervento è stato effettuato: o sono morti tutti gli autisti degli spalaneve o il sale non è stato acquistato o non so cosa altro pensare. Cinque i ragazzi presenti a scuola stamattina sui 180 circa in obbligo di presenza. Nessun vigile presente dalle 7.50 alle 8.05 di fronte alla scuola, perché mai? Non comprendo. Non eravamo aperti per neve?

giovedì 16 dicembre 2010

Pronta


Attendo armata fino ai denti l'arrivo della neve. Così asseriscono convinti il Consorzio Lamma (da cui ho preso l'elaborazione grafica) e tutte le altre previsioni. Niente di nuovo e niente di personale: in una città civile dove la metro sotto casa mi porta comunque a lavoro che piova, che nevichi o altro, potrei anche apprezzare la poesia della pioggia bianca ghiacciata che copre le brutture e attutisce i rumori. In una città dove mi hanno anche soppresso l'autobus diretto fino al mio luogo di lavoro, per cui si predeve una romantica fresca passeggiata accompagnata da imprecazioni a profusione; in una città dove non provvederanno a pulire la strada e i marciapiedi del mio quartiere, sono già stizzita ancora prima di avvistare il primo fiocco.
Comunque, inutile lamentarsi e basta: l'orario del bus è stato controllato, l'auto è già in garage, i doposci alla porta con l'alternativa dei normali stivali (nel caso il funesto evento si verifichi più tardi delle 6.45 di domani), la sveglia è già posizionata sulle 6.00.
Sono pronta a sfidare la neve, la Natura matrigna e la città imbelle.

domenica 12 dicembre 2010

Incanti


Ieri sera m'è preso il panico di non aver contato bene i biglietti. Con calma ho assegnato tutti i posti: davanti i "piccoli", dietro gli adulti. Alle 15.04 sono già per strada per lo spettacolo delle 16. Alle 15.40 entriamo tutti insieme, qualcuno certamente parecchio preoccupato per la prospettiva delle tre ore di spettacolo, intervallo incluso: tanti sorrisi, tanti occhi che brillano, che si guardano intorno, in alto, verso il tendone rosso: lo sguardo felicemente imbarazzato del neofita.
Due gruppi si affiancano e si contrappongono: i dispari e i pari.
I primi hanno letto, hanno guardato, hanno interpretato. Seguono, si sorridono e comparano, anticipano le parole, si lasciano affascinare dagli attori, aspettano che accada, sono stregati dalle luci, dall'istrionico Mercuzio, dalla Giulietta-bambola di pezza caduta dalle scale che, novella Alice, recita a testa in giù, risucchiata dal vortice della passione, dallo scheletrico speziale latore di morte, dal macabro ballo di Romeo con il cadavere di Giulietta, ancora bambola di pezza senza vita.
Sulla destra i pari ripassano i ruoli con i nomi più difficili: Tebaldo, Mercuzio; non si suggerisce se non l'inizio della trama affinché l'effetto che William desiderava sia totale, perché ci si senta innamorati come Giulietta, piccoli piccoli, offesi, terrorizzati come lei di fronte alle urla del padre, sconcertati dal piano del frate, silenziosi, attaccati alla sedia, sospesi, impotenti di fronte a Romeo, buffone della sorte che si avvelena a morte credendo morta Giulietta, che si sveglia nella cappella di famiglia, scopre il cadavere del suo Romeo e si pugnala.
Intorno ai pari e ai dispari amici cari, ma anche tanti tisici a convegno e tre, ben tre suonerie fuori luogo.
Il Principe si congeda dal pubblico, seguono tanti meritati applausi. Lucrezia ride senza riuscire a fermarsi per la camminata (con tecnica giapponese) di frate Lorenzo; Francesca piange perché "certo non ci fu mai una storia più infelice / di quella di Giulietta e del suo Romeo". E l'incanto di William è senza tempo.
Nei camerini Mercuzio e Romeo, due giovani di Roma, si fanno fotografare con le piccole grandi persone.

Visto


Che piova, che faccia freddo da cappelli e guanti,che la città sia colorata dall'autunno morente e non da un cielo noiosamente celeste-azzurro, sia accesa dal Natale, rinvigorita dalle compagnie teatrali di passaggio, giustificata dagli affetti, visto che qui devo stare.

mercoledì 8 dicembre 2010

Arsenic and old lace


Una sceneggiatura anche troppo farsesca, una grafica e una regia da anni Quaranta e siamo in effetti nel '41, molto teatrale e un po' noioso, poco organico, ma le faccette incredibili di Mr Cary Grant, unico sano in mezzo ai matti, unico orgogliosamente non Brewster in mezzo ai Brewster, valgono il film. Lui che si siede al lato della zuffa, si accende una sigaretta, ripone il portasigarette nel taschino e si rivolge sereno a poliziotti e al fratello pazzo omicida, che si menano di santa ragione: "Fight! Go on and fight!", "Go ahead, fight!".
Il resto è comunque New York, con il ponte di Brooklyn che si intravede, oltre il cimitero, dalla casetta a due piani delle due vecchie zie, le classiche zie tutte tè, biscotti e trine che uccidono chiunque si dichiara "lonely" con un vino di sambuco con aggiunta di arsenico e cianuro.

venerdì 3 dicembre 2010

Prove tecniche


Nasco analfabeta musicale, rimango analfabeta musicale, vengo irragionevolmente ritenuta da taluno una discreta intenditrice di musica classica e jazz. Non ascolto quasi mai musica, scelgo, più spesso faccio scegliere per me concerti di qualità. Al contrario, la musica dal vivo, per quanto analfabeta rimanga, mi affascina e mi cattura, perché il musicista (capace) incanta, quasi fosse un mago che crea dal nulla armonie e disarmonie incredibili, e attrae mentre suda, si divincola, sorride, si accanisce e piega lo strumento alla sua volontà. E anche le prove tecniche non sono da scartare.