domenica 26 giugno 2011

Bolle


Un anno fa, ieri, io e due prodi compagni di viaggio risalivamo la collina della campagna subito a sud-ovest di Londra, trascinandoci dietro quattro bagagli in tre, comprensivi di tenda scout da montare, sacchi a pelo (mai stata scout), galletti, un prosciutto e altri generi di conforto, plurimi cambi, da effettuare anche in luoghi non comodi, con diverse soluzioni a strati per passare da 10 a 30 gradi C, macchine fotografiche, "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban".
La tenda veniva montata con sufficiente ed orgogliosa agilità (eseguivo solo gli ordini, è chiaro), i sacchi a pelo srotolati sull'erba ma un'erba civilizzata, un manto compatto e fresco, quasi finto, apprezzabile persino da me. La giornata trascorreva nell'ozio, nella piacevolezza e nella soddisfazione più assoluta, in una bolla sospesa, irraggiungibile dalla realtà bigia; intorno altre migliaia di campeggiatori nullafacenti, sotto un sole per me implacabile eppur sostenuto con dignità. Abbiamo chiacchierato, letto, apprezzato i volontari e l'organizzazione britannicamente ineccepibile, commentato le ragazze che, in appena un'ora e mezza, hanno montato la loro tenda, piantando i picchetti con una spazzola; abbiamo commentato la precisione patologica della coppia di fronte a noi; seguito il tramonto, scrutato all'orizzonte il rosso delle luci della città; abbiamo dormito in tenda e all'aria aperta, con la testa appoggiata alla valigia; ci siamo svegliati alle 4 per l'alba di giugno e fotografato l'aurora. Abbiamo fatto la fila per il caffè e il panino col bacon; abbiamo smontato la tenda, depositato le valigie; abbiamo sorriso, sorseggiato tè caldo, fotografato moltissimo e guadagnato agognati wristbands. Il resto è stato il 3rd round a Wimbledon tra campo n. 1 (ex centrale), campi laterali, palline usate, fragole con la panna, fiori verdi e viola, tanti, tanti convinti sorrisi, ottimo tennis.
Un anno fa, ieri. Un ottimo consiglio, un'ottima scelta.
Insomma, si può dormire in tenda, sotto le stelle e camminare sull'erba fresca, sempre che il premio sia niente di meno che Wimbledon e che la compagnia sia all'altezza della situazione.

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