Non ricordavo, non credevo di avere tutta questa energia, soprattutto con la tormenta di vento che sembra avvolgere il condominio e la città, da sempre il freddo mi annulla. Invece, licenziata ammazzata la grammatica, dismesso l'umore grammaticale, non mi sono fermata un attimo (a parte le otto buone benedette ore di sonno giornaliere), perché era ed è bello correre, perché correre, sentire il freddo significa sentirsi vivi, sentire di riprendere a vivere: prima la corsa per i regali, poi il Natale più classico con pranzi, cene, (ottimi) film in cassetta e vecchi video, doverosa prima disinfezione della casa (una delle principali vittime del morbo grammaticale) e poi, a incastro, tutti: chi per telefono, chi per davvero finalmente in carne e ossa, che mi arriva con terza serie di Dawson e un Dawson, anzi un Pacey da condividere è sempre un regalo nel regalo. E poi ancora lo scambio regali dei piccoli e delle (grandi) amiche con il mio presepe sempre apprezzato e la mia piccola a quattro zampe, che sfodera per l'occasione "il suo sguardo malefico" e persino una super soffiata in piena regola. Solo la Nina e la sua mamma mancano e dispiace, dispiace proprio, perché l'incastro non permette altra opportunità a breve. Sarà per questa ritrovata energia che stavolta stranamente - almeno per me - aspetto il nuovo anno con l'entusiasmo del venditore di almanacchi leopardiano. Voglio un anno povero di grammatica, ricco di persone, di persone che valgono, ricco di tempo da poter dedicare alle persone che valgono, ricco di viaggi, di valigie e valigine dove riporre le mie nuove ciabattine da viaggio a righe rosse e bianche con i calzini grigi e rossi e i cuoricini antiscivolo. Ricco di sorrisi, ricco di vita.
sabato 27 dicembre 2008
giovedì 25 dicembre 2008
BUON NATALE
Buon Natale alle piccole grandi persone, che mi hanno scritto e che si ricondano come io mi ricorderò sempre di loro. Mi mancate tanto! E buon Natale anche a tutti coloro che in questo luuuuungo anno hanno tollerato le mie intemperanze, hanno atteso pazienti, hanno sofferto al mio fianco, mi hanno voluto bene e anche alla piccola a quattro zampe.
mercoledì 24 dicembre 2008
Happy silent white Xmas
Il Natale è il Natale, c'è poco da fare. E io sono un'appassionata del Natale, dal mio punto di vista la più bella festa laica che sia mai stata inventata. Sono una nazista ortodossa del Natale fin da piccola, fin da quando rubai, non consapevole della gravità dell'atto, un piccolo Gesù bambino dalla "Standa". Avevo tre anni e la mia mamma se ne rese conto ormai quasi a casa. D'altra parte era stata lei ad instillarmi non la sottrazione indebita, certo, ma la passione per il Natale, lei che è un'artista del presepe e che le casine se le costruiva da sola, con il cartoncino, lei che ancora mi allestisce il presepe, perché io sono una fan del Natale, però sempre inabile alla pratica rimango.
E' Natale, le luci sono meravigliose, gli alberi (di plastica ovviamente) li dovremmo lasciare tutto l'anno addobbati e luminosi come non mai; Jingle bells rock, Happy Xmas e Let is now le potrei sentire persino ad agosto senza avvertire niente di strano, figuriamoci ora.
Due giorni di tempo soltanto quest'anno per i regali, ma un tempo regalato non più rubato, un tempo dilatato, immenso rispetto all'angoscia e al non-tempo dei mesi scorsi, il tempo per suonare campanelli, prendere té, chiacchierare, camminare nel latte di nebbia e nel freddo pungente, insomma un tempo per riiniziare a vivere.
lunedì 22 dicembre 2008
FINE
E la luce fu. Finalmente. Dopo un anno e dieci mesi tra pianti e costante sensazione di tangibile incapacità, ce l'abbiamo fatta. Erano più 1000 pagine, più di 1000, per non parlare delle soluzioni, utilissime sembra. E l'abbiam fatte, grazie anche all'aiuto e al sostegno di coloro che hanno tollerato i nostri umor neri, coloro che hanno cucinato, stirato, pulito, confortato, cercato, suggerito, sostenuto in ogni modo. E ne siamo uscite. Le bozze non sono dodici ore al pc, le bozze non te le devi stillare dalla testa. Le bozze non ti fanno sentire scema o incapace perché non riesci ad essere più veloce o a rallentare il tempo. E' finita. Per lo meno è finita la parte che fa male, la parte che ti dimostrava ogni secondo che non era proprio una cosa per te, ma almeno una spanna sopra di te. Solo Lei è riusciva a contrastarla e sovrastarla.
Festeggeremo come si deve, ancora non so come né quando ma festeggeremo. E il Natale è salvo. Stanotte si dorme. E anche nei giorni a venire. Il più bel regalo di Natale che potessimo farci.
domenica 21 dicembre 2008
martedì 18 novembre 2008
18 novembre
Ho ricevuto questo regalo via sms, poi via posta. Ed è meraviglioso. Grazie è riduttivo, grazie è un niente. E dentro questo regalo ci sono io. Ci sono proprio io. Ci sono io, ci sei te e ci sono tutti. Grazie. Ti voglio bene anch'io.
Anche con la grammatica è stato un compleanno meraviglioso (e davvero alla vigiliapareva proprio il contrario).
Anche con la grammatica è stato un compleanno meraviglioso (e davvero alla vigiliapareva proprio il contrario).
venerdì 7 novembre 2008
Spiragli
E' da giorni che ripeto di non intravedere la luce. Non mentivo. E' bastata una semplice passeggiata, è bastato vivere per cogliere quella luce, quello spiraglio di luna tra la nuvolaglia di una serata di novembre perfetta; perfetta per cammninare avvolta dall'immancabile giacchettino nero con il collo di pelliccia sintetica, gustarsi un gelato e chiacchierare, ridere, ricordare, sperare.
domenica 19 ottobre 2008
Avanti un altro
Mi sento la verghiana fiumana del progresso. Sento di far parte dei "fiacchi" che si "lasciano sorpassare dall'onda".
lunedì 13 ottobre 2008
I will remember you
Sono grandi e ti vengono a trovare, hanno negli occhi tutto il bello che c'è stato e tutto il bello che si aspettano dalla vita. Hanno capito di potercela fare, si vedono, si incontrano, si salutano, ti scrivono e ti vengono a trovare. Un senso e un significato. Quello che abbiamo costruito insieme ha un senso e un significato. Ed è vero quanto ieri mi è stato ricordato: anche il bene lascia tracce. Non che mi mancassero le prove, ma a volte tendo a scordarmene. Spesso sono distratta dalla mannaia della cattiveria, perché non me ne capacito. Poi una piccola grande persona bussa alla mia porta e io le leggo negli occhi il bello che c'è stato, così come lo leggo negli occhi della compagna di strada più defilata che l'accampagna. Quanto ai miei occhi, sono sempre anche troppo trasparenti nel bene o nel male, il che spesso mi comporta guai; rimane che non saprei vivere diversamente, non saprei vivere più in superficie. Questa scelta obbligata comporta essere vittima, come tanti, della mannaia, ma comporta anche vivere e ricordare tutto, ogni particolare, ogni perché di quello sguardo.
giovedì 9 ottobre 2008
Dopo un invio
Dopo un nuovo sudato invio a Torino, per piccolo o grande che sia, mi merito - porca miseria - mi merito di ripassare da queste parti. Solo che non ho parole, arrivata a quest'ora proprio non ho parole o energie residue. E allora uso le parole di altri, parole che mi sono capitate per puro caso tra le mani oggi, parole che stasera fanno proprio al caso mio.
Allegria di naufragi
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstiste
lupo di mare
mercoledì 1 ottobre 2008
karma e stercolai
Una sola certezza: per adesso sta vincendo Lei.
A questo punto sarei quasi tentata di credere alla storia del karma oppure, più probabilmente, il karma da stercolaio è condizione di parecchi. Gli altri hanno solo ferie più lunghe e si trovano bene nel ruolo.
A questo punto sarei quasi tentata di credere alla storia del karma oppure, più probabilmente, il karma da stercolaio è condizione di parecchi. Gli altri hanno solo ferie più lunghe e si trovano bene nel ruolo.
martedì 30 settembre 2008
Buonanotte
Buonanotte davvero.
Buonanotte a Torino, buonanotte alla grammatica, ai latinismi, a tuuuutti i secoli della storia della lingua italiana, ai dialetti e alle minoranze linguistiche, ai laboratori e persino ai ciabattini.
Siamo sopravvissute anche stavolta.
Ne ho certezza: le dita vivono ormai di vita propria e scrivono ciò che vogliono, il collo è dolorosamente attaccato alla testa.
Buonanotte.
Buonanotte davvero e finalmente.
Buonanotte a Torino, buonanotte alla grammatica, ai latinismi, a tuuuutti i secoli della storia della lingua italiana, ai dialetti e alle minoranze linguistiche, ai laboratori e persino ai ciabattini.
Siamo sopravvissute anche stavolta.
Ne ho certezza: le dita vivono ormai di vita propria e scrivono ciò che vogliono, il collo è dolorosamente attaccato alla testa.
Buonanotte.
Buonanotte davvero e finalmente.
sabato 20 settembre 2008
Pistoia
Perché ci sono nata, perché la maggior parte dei miei ricordi è legata a questa città, perché molti dei miei affetti ci vivono, sono affezionata a Pistoia, eppure puntualmente accade qualcosa che mi ricorda quanto essa sia un piccolo gioiello di storia e di architettura, un gioiello parecchio piccolo. Per carità, c'è l'acqua potabile, il cellulare prende quasi ovunque, ci sono medici e ospedali, una biblioteca apprezzabile di recente costruzione, però, se vuoi un cd, devi evidentemente ordinarlo ben più di tre settimane prima. Anche se non è un cd introvabile, anche se è regolarmente in catalogo, anche se lo hai ordinato dove conoscono la raccolta e ne apprezzano persino la scelta, è che siamo a Pistoia.
venerdì 19 settembre 2008
Barn dance
Da piccola "facevo incetta" di televisione e usavo proprio questa espressione che faceva tanto ridere mio cugino Lorenzo. In effetti moltissimi bambini guardano la televisione, in pochi credo sostengano di "farne incetta". Adoravo, così come adoro ancora oggi i musical, i classici musical hollywoodiani, quelli di e con Gene Kelly più degli altri. Allestendo la credenza mi è capitato tra le mani Seven brides for seven brothers di Stanley Donen, comprato lo scorso anno. Il film è scontato, gli sfondi artificiali fanno sorridere, la voce di Howard Keel è pesantemente baritonale, alcune canzoni sono intollerabili e più spazio avrebbe meritato Russ Tamblyn (Gedeon), ma era il 1954 ed è stato il primo lungometraggio registrato in Dolby Stereo e la Barn dance, il ballo dei giovani Pontipee scesi in città per far conquiste, rimane insuperabile. Mi ricordo che al Momi (Museum of moving images) di Londra replicavano questo numero all'infinito su un video, perché appunto è un capolavoro.
domenica 14 settembre 2008
Ovunque
Adoro inviare e ricevere messaggi, mail, lettere e cartoline; quando sento la vibrazione o il suono del cellulare, quando leggo: "1 nuovo", tranne che in casi eccezionali, mi agito - in senso positivo s'intende. Mi agito e mi precipito a leggere. E rispondo celermente, se posso, perché Qualcuno mi ha pensato, qualcuno vuole comunicare a me quella particolare cosa. Quando poi, con estrema lentezza dal mio punto di vista, compare il nome del mittente e scopro che il giorno prima di una grande meravigliosa avventura quella persona ha pensato a me, sorrido, mentre mi scende una lacrima. Poi apro il messaggio, lo scorro, lo leggo: è lungo ed è meraviglioso. Allora piango davvero, di felicità, di orgoglio. Piango perché avevo pensato di spedire io stessa un messaggio domani mattina, ma io non sono alla vigilia una nuova parte della vita. Quella piccola grande persona nel suo messaggio non dimentica di farsi portavoce dei sentimenti delle altre piccole grandi persone che con me hanno condiviso parte della loro vita, alle quali ho dato tanto e che mi hanno dato tanto.
Ovunque voi siate, piccole grandi persone, in bocca al lupo per la vostra nuova straordinaria avventura. Continuate a mettere l'anima in tutto ciò che fate e a sostenervi a vicenda; lo sapete fare, anzi vi viene naturale. Sono orgogliosa di tutti voi, siete e rimarrete nel mio cuore.
sabato 13 settembre 2008
Credenza e attese (o attese della credenza)
La gestione del tempo mi ha sempre affascinato, so praticamente sempre, eccetto quando dormo, che ore sono. Anche in classe so sempre quando sta per suonare la campanella e faccio in modo di concludere esattamente per la fine dell'ora. Non faccio fatica, mi viene naturale. Comprendo perfettamente la teoria di Will in About a boy sulla suddivisione mentale della giornata in "unità di tempo". Mi piace arrivare con netto anticipo in qualunque luogo per godermi una buona colazione nella pasticceria che ho eletto a mia preferita tra quelle a disposizione; ho sempre dietro, alla Rory Gilmore, un libro o alcune pagine da leggere, compiti da correggere e l'immancabile cellulare: le attese o meglio i momenti di transizione sono perfetti per spedire messaggi o rispondere a messaggi; sono angoli di tempo da dedicare a chi vuoi. Invece, le attese vere, quelle durante le quali non puoi fare altro che aspettare proprio non le reggo. E alcune attese non puoi evitarle. Dopo due anni ho finalmente comprato due comodini, un cassettone e una credenza. Ho genitori formidabili, dei veri professionisti nell'arte di montare mobili e sono anche molto disponibili, nonché veloci compatibilmente - è ovvio - con il tempo minimo necessario per mettere insieme tutti i pezzi. Al terzo pomeriggio di montaggio mobili in una settimana scarsa l'afa ha raggiunto livelli devastanti, non la temperatura ma proprio l'afa, la noia. Scontatamente ho potuto dedicarmi ad altro o quasi durante il montaggio, tanto non sarei stata di alcuna utilità, eppure già alla fine del montaggio del secondo mobile ne avevo abbastanza. Il risultato è stato grandioso, ma - come al solito - non ho alcuna capacità di attendere: nella mia testa le cose si dovrebbero montare o risolvere in un schiocco di dita o poco più, oppure le risolvo io spesso scegliendo consapevolmente il disastro. Eppure il disastro è sempre meglio dell'attesa. Durante colazioni, pranzi e cene ho guardato Sense and sensibility di Ang Lee compresi, ovviamente, le versioni con i commenti degli addetti ai lavori. Emma Thompson, che deve appartenere alla mia categoria degli incapaci nella gestione delle attese, più volte sottolinea come la vita delle donne tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento fosse intollerabilmente un'attesa continua: non potevano lavorare con poche eccezioni, non potevano prendere iniziative se non minime, non potevano proporsi, non potevano esprimere idee e sentimenti; dovevano attendere di ricevere visite, dovevano attendere che qualcuno decidesse di sposarle, dovevano attendere le decisioni dei genitori prima e dei mariti poi, dovevano attendere sempre e comunque, in silenzio o poco più, oltrettutto spesso ricamando. Per me che sbuffo per un mobile un incubo.
giovedì 11 settembre 2008
domenica 7 settembre 2008
Un buon motivo
Un buon motivo per tornare a Londra la prossima estate, giusto giusto per sorvolare sull'altro miliardo di motivi, è il seguente:
al Wyndham's theatre (accanto alla fermata della metro di Leicester Square) per l'intera prossima estate il mio regista preferito, Kenneth Branagh, dirigerà Jude Law nell'Amleto:
Wyndham's Theatre West End - London
29 MAY - 22 AUGUST 2009
HAMLET by William Shakespeare
Cast includes Jude Law
Director Kenneth Branagh
The King of Denmark is dead. Consumed with grief, Prince Hamlet determines to avenge his father’s apparent murder, with devastating consequences for his family and the kingdom.
Kenneth Branagh directs Jude Law as Hamlet in Shakespeare’s iconic revenge tragedy.
Sempre volendo sorvolare sul piccolo particolare che Kenneth sarà sul medesimo palcoscenico dal 12 settembre al 29 novembre 2008. Ed io ne ho rimediato solo una foto di fronte alla locandina.
12 SEPTEMBER - 29 NOVEMBER - IVANOV by Anton Chekhov, in a new version by Tom Stoppard - Cast includes Kenneth Branagh Director Michael Grandage
Insomma, quando Kenneth va in scena a Londra, io sono altrove. Nel 1993 andai al Barbican a vedere la Bisbetica domata della Royal Shakespeare Company e nel 1992 Kenneth aveva lasciato la compagnia per i troppi impegni cinematografici.
http://www.delfontmackintosh.co.uk/Tickets/DonmarWestEndSeason.php
Non si può mai sapere
Mai avrei creduto che Screenhunter mi sarebbe risultato utile un sabato sera con il ventilatore acceso e il prendisole giallo. Si va per tentativi nell'informatica come nella vita: sei un'ignorante in materia, hai bisogno che un testo con immagini diventi immagine essa stessa e non sai come fare. Le tenti tutte fino a Screenhunter, ricevuto per caso tre anni e mezzo fa e mai utilizzato; Screenhunter, che ti cattura tutto ciò che evidenzi, indiscriminatamente. Il resto è semplice: apri con paint e salvi un file .jpg.
Circa due settimane fa verso le dieci sembrava impossibile ricaricare il cellulare in una miniminicamera d'albergo con prese all'inglese e il tuo adattatore che non funziona. Ti ripeti che non c'è soluzione, il cellulare è destinato a morire (temporaneamente). Sei una pessiminista, ma anche una che non molla, quindi passi in ricognizione ogni connessione elettrica della stanza fino a trovare una fortuita presa compatibile in bagno (e decidi che la notizia è talmente buona da dover essere condivisa con la tua amica che dorme in una camera dall'altro lato della strada. Con questo fine, puoi anche scendere in strada con i pantaloni del pigiama gialli con i fiori, i pantaloni del pigiama "americano", che adori per più motivi).
Insomma alla fin fine, certo, il pessimismo, o meglio il realismo, rimane e deve rimanere, ma altrettanto logicamente non si può mai sapere ciò che ci aspetta. In mezzo a tanto da buttare qualcosa di buono può venir fuori.
Circa due settimane fa verso le dieci sembrava impossibile ricaricare il cellulare in una miniminicamera d'albergo con prese all'inglese e il tuo adattatore che non funziona. Ti ripeti che non c'è soluzione, il cellulare è destinato a morire (temporaneamente). Sei una pessiminista, ma anche una che non molla, quindi passi in ricognizione ogni connessione elettrica della stanza fino a trovare una fortuita presa compatibile in bagno (e decidi che la notizia è talmente buona da dover essere condivisa con la tua amica che dorme in una camera dall'altro lato della strada. Con questo fine, puoi anche scendere in strada con i pantaloni del pigiama gialli con i fiori, i pantaloni del pigiama "americano", che adori per più motivi).
Insomma alla fin fine, certo, il pessimismo, o meglio il realismo, rimane e deve rimanere, ma altrettanto logicamente non si può mai sapere ciò che ci aspetta. In mezzo a tanto da buttare qualcosa di buono può venir fuori.
mercoledì 3 settembre 2008
Per una sera
Anche la mia piccola sonnacchiosa città, per una sera, se condivisa con una persona piacevole, ha il suo perché; per una sera, in uno scorcio d'estate che ancora permette la maglietta leggera senza maniche, quando i tavolini sono ancora sotto la loggia discreta, mai notata prima.
20 gradi, 44 parallelo nord
E' il due settembre ormai tre; fuori un vento anche troppo fresco ha abbassato la temperatura a venti gradi, eppure non mi trovo più sotto questo cielo con la mia felpa blu e gialla di Umbria Jazz. La temperatura inganna. Occorre razionalizzare e riconquistare bioritmi più consoni agli umani.
Per il resto, esserci, voler bene. Altro non è possibile.
domenica 31 agosto 2008
Dedicato a chi saprà apprezzare
Ho scovato a Portobello un suonatore di steel pan!
Più allegro - devo dire - rispetto al nostro amico intimista di Umbria Jazz.
giovedì 28 agosto 2008
That it stays with you forever
Ormai sono qui. E da domani lavorerò di brutto. L'importante è che tutto questo e molto altro ci sia stato. In parte non se ne andrà mai. Condividere e veicolare le proprie passioni a persone alle quali vuoi bene è un privilegio di pochi.
Intervalli
Atterrata.
In tutti i sensi.
Come mi fece notare un saggio qualche tempo fa: non atterrare sarebbe stato peggio.
In tutti i sensi.
Come mi fece notare un saggio qualche tempo fa: non atterrare sarebbe stato peggio.
Senza dubbio.
Eppure la planata non è mai indolore. Almeno per me.
Ancor più di altre volte mi sembra di tornare ad una vita che mi appartiene meno di quella ho lasciato laggiù (o lassù). Certo, la casa è più grande del “loculo”, in bagno c’è la vasca, la micia ha fatto le fusa per un minuto e mezzo ed è rimasta in braccio per almeno tre minuti. Domani mi concederò telefonate degne di chiamarsi tali, posso navigare, sono circondata dagli affetti, eppure per adesso, stasera mi sento mancante di una parte di me stessa. Non si può avere tutto e ciò che ho è moltissimo, persino troppo: della grammatica farei volentieri a meno. E, certamente, la forca grammaticale che mi attende da domani incide non poco sull’umor nero di stasera, ma appena ieri sera potevo concedermi una meraviglia di spettacolo nel West End. Ora un bagno in una vasca. Questo rimane.
Non vedo l’ora di ripartire, per riprendere da dove ho lasciato.
Non vedo l’ora di ripartire, per riprendere da dove ho lasciato.
giovedì 21 agosto 2008
mercoledì 20 agosto 2008
Acque
Sembra si possa iniziare a navigare più sicuri, almeno per qualche giorno. Il rischio di assalti pirateschi rimane solo onirico.
La fiera dell'assurdo (Let's go NY Mets!)
domenica 17 agosto 2008
You bought me a wall?!?
Ho inaspettatamente trovato in posta questo piccolo grande delizioso omaggio e ho deciso di condividerlo (ora che, grazie all'intervento dell'ideatore e tecnico del presente sito, il benemerito ilgrandevuoto da Roma, finalmente ho capito come postare anche da YouTube). La mia numerazione circa i top 20 about Joey e Pacey non sarebbe questa: al primo posto in assoluto metterei: “The wall” da “You bought me a wall?” ad “Ask me to stay: impulsiva eppure tenera richiesta di SOS” a “sono rimasto qui un’ora e mezza […] perciò ho deciso che ora tocca a te guardare”.
sabato 16 agosto 2008
Squarci notturni
La noia, l'obbligata immobilità, le gare di lancio del peso e della partenza della 20 km a Pechino in tv suggeriscono di affacciarsi in terrazzo a scrutare le nuvole. Il bisogno di camminare per più di due metri impone di arrivare fino nello studio, prendere la macchina fotografica e cercare di immortalare l'apprezzabile luna che irrompe luminosa tra la nuvolaglia grigia.
mercoledì 13 agosto 2008
Tra
Tra una frase e l'altra, tra versi, slogan e stralci di canzoni (quasi sempre senza verbo portante, accidenti!), cerco sterline e mi nutro pressoché soltanto di gelato, di fette di pane con burro e marmellata di lamponi e delle dirette olimpiche notturne. Andar per banche senza l'ormai divisa ufficiale del prendisole giallo e piluccare versioni di latino è stato divertente e ricreante. Segni di chiaro incontenibile squilibrio di origine grammaticale? Probabilmente sì, ma sono sopravissuta a congiunture peggiori. E poi basta uno sguardo alla nuvoletta con pioggia scrosciante nell'angolo dello schermo o alla valigia aperta in camera per presagire e sorridere e scrivere. Ancora.
sabato 9 agosto 2008
Una buona sera, perfetta per guidare, ascoltare, abbracciare, chiacchierare e scriversi sms dal terrazzino
L'ora d'aria che mi sono autoconcessa dal carcere grammaticale mi ha riconsegnato alla vita e mi ha anche ricordato che forse ho le energie per godermela. D'altra parte essere riuscite a venire a capo di 80 pagine deve rendere più leggeri, per quanto non abbia ben chiaro come sbarcare e sopravvivere alla unità e alle unita successive. Vedremo anche stavolta se sarà la grammatica ad essere domata, a trasformarsi in qualcosa di definito e leggibile o sarò io a stramazzare a terra. Nei giorni scorsi non sono stramazzata, ma trascinata sì: dallo studio al letto al divano con pc appoggiato sulla gambe e ventola quasi sempre disperatamente in funzione. Andava meglio soltanto con il ventilatore acceso e puntato appunto direttamente sul pc. Uno dei pochi conforti era la certezza che cento km più a nord Qualcuno vegliava su quelle stesse stupide frasi e consegne e avrebbe vigilato sulle mie eventuali cazzate scappate alla tastiera in notturno. Come sempre, mi basta poco per tornare a sorridere e rinascere dalle ceneri, alla fin fine è estate, è caldo, tra colazione pranzo cena potrò riguardarmi decentemente la cerimonia d'apertura dei giochi olimpici e tornare a piangere, mi merito il primo gelato Monterosa post-Berlino, mi fa piacere portarlo ad amici, mi fa piacere di guidare e guidare ascoltando It's so easy, Heartbeat, Early in the morning, Everyday di Buddy Holly, che volevo da più di un decennio e che si imbattuto in me per caso alla cassa di uno dei tre Starbucks di Berlino. E fra due settimane parto per la mia città. Posso sorridere. Almeno stasera.
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domenica 3 agosto 2008
Miles Davis, My funny Valentine
E' proprio vero: certi classici non tramontano mai. Ogni volta li ascolti (quasi) incantata. C'è poco da fare. E allora ogni tanto ascoltiamoli. Fanno sempre bene.
giovedì 31 luglio 2008
Il cielo sopra Berlino
Limpido e luminoso, di un azzurro assoluto e penetrante, soprattutto per una deficiente che si è infilata un angolo di uno stupido volantino dritto in un occhio.
sabato 26 luglio 2008
Ich bin ein Berliner
All free men, whereever they may live, are citizens of Berlin. And therefore, as a free man, I take pride in the words:
"Ich bin ein Berliner."
J. F. Kennedy, Berlin, 26 giugno 1963
"Ich bin ein Berliner."
J. F. Kennedy, Berlin, 26 giugno 1963
La magia del cinema
Non ricordo, e la mia mamma non credo ricordi, la prima volta in cui sono entrata in un cinema. Per la verità non gliel'ho mai chiesto e, vista la sua memoria inossidabile, potrebbe contraddirmi; comunque non ne abbiamo mai parlato, probabilmente non è un episodio che l'ha colpita. Vagamente visualizzo me stessa intorno ai quattro-cinque anni, forse meno, seduta in una poltroncina del cinema Roma, a meno di cento metri dal portone di casa mia. Forse era il giorno di Befana, perché il cinema era pieno di bambini e proiettavano un classico Disney. Chissà quale sarà stato. Ricordo però perfettamente che mi avevano portato al cinema perché mi faceva male un orecchio e piangevo e mi lamentavo continuamente. Ricordo che dimenticai completamente il dolore durante la proiezione, per tornare a lagnarmene durante l'intervallo. Piccola e devastata dal mio mal d'orecchio certo non ero in grado di comprendere che il cinema sarebbe diventato una delle mie passioni. Di fatto, in quel pomeriggio il signor Disney e i suoi collaboratori furono gli unici in grado di far scomparire il mio mal d'orecchio. D'altra parte, come giustamente Woody Allen in versione Mickey sostiene in Hanna e le sue sorelle: non si può pensare al suicidio dal momento che c'è sempre un film che vale la pena di guardare (o di riguardare).
Ieri sera ho visto la magia del cinema negli occhi delle gemelle: un po' di sgomento di fronte al prato pullulante di sedie con quell'enorme telo e poi la meraviglia, il rapimento per questa cosa nuova e inattesa e inimmaginabile e straordinaria non appena Ratatouille è iniziato.
Hanno giustamente commentato a bassa voce qualche scena, hanno apprezzato il gelato dell'intervallo, si sono rilassate in braccio a me e alla loro mamma. Hanno sentito l'impulso prima dell'inizio del secondo tempo di affermare ridendo: "Evviva il cinema!"
Insomma un successone, la magia del cinema che si rinnova.
E' stato bello esserci.
Ieri sera ho visto la magia del cinema negli occhi delle gemelle: un po' di sgomento di fronte al prato pullulante di sedie con quell'enorme telo e poi la meraviglia, il rapimento per questa cosa nuova e inattesa e inimmaginabile e straordinaria non appena Ratatouille è iniziato.
Hanno giustamente commentato a bassa voce qualche scena, hanno apprezzato il gelato dell'intervallo, si sono rilassate in braccio a me e alla loro mamma. Hanno sentito l'impulso prima dell'inizio del secondo tempo di affermare ridendo: "Evviva il cinema!"
Insomma un successone, la magia del cinema che si rinnova.
E' stato bello esserci.
giovedì 24 luglio 2008
Di tre in tre
Ritorni con agguati grammaticali (preannunciati, rimozione a parte).
Al triduo bolognese deve far seguito un triduo grammaticale.
Il cerchietto in pennarello rosso sulla cartina berlinese posto a conforto, bene in vista nel caos di libri e fogli.
La certezza di aver sbagliato nel privarsi del citynotebook della Moleskine.
lunedì 21 luglio 2008
Escursioni
Rimango analfabeta in campo musicale: conosco e ascolto ben poco. La colonna sonora della mia vita è composta di parole e non di note. Non disdegno però ciò che vale e me lo faccio indicare. Come sempre la fiducia era ben riposta.
sabato 19 luglio 2008
Mia sorella, non affogare!
Urla con l'accappatoino con cappuccio da piccolo hobbit in viaggio la piccolina alla gemella: "Mia sorella, non affogare!", mentre, appunto, sua sorella affronta impavida le onde sul bagnoasciuga. E io nel frattempo, non potendolo evitare (nemmeno con la protezione +50), inesorabilmente mi abbronzo. Il mare funziona così, d'altra parte. Funziona che passi una lunga serena rilassante giornata a guardare a chiacchierare senza orologio, a ridere e a ascoltare ridere di gusto, a rispettare tempi molto ma molto più lenti dei tuoi e a guardare centinaia e centinaia di onde bellissime (lo dico senza sottesa ironia). Ti è persino venuto in mente di fare qualche foto, ma la macchina è troppo lontana e il presente per una volta vince sulla documentazione del presente. Ma è estate. E' caldo. E si è fuori. Lontano.
Funziona che ci si puntella a vicenda: qualche volta sei tu Porfirio, qualche volta lo sono altri. qualche volta sei tu Plotino e come tale ti attrezzi e tiri fuori dal cilindro un Johnny Depp d'annata in Benny and Joon, che risolleverebbe per due ore anche l'essere più concentrato a farsi rapire dal gorgo. Funziona così.
giovedì 17 luglio 2008
Fuori
Ero troppo persa in altro, troppo presa da frasi aggettivi e avverbi, da passioni verità e bugie, dal teatro dell'assurdo da non trovare il tempo nemmeno di far sviluppare qualcosa come milletrecento foto, perché a me le foto piacciono e piacciono di carta, da guardare, da toccare, da attaccare, da sfogliare, segno di qualcosa che è stato, che sono stata, che mi ha segnato per qualche ragione. Sto rimediando. Mi sono appunto arrivate a casa stamattina le prime seicentoventi foto di carta, vere, reali, non più digitali.
Ero troppo presa, distratta, pressata, angosciata da altro da mettere tutto il resto in lista d'attesa, in attesa di consumare le mie ossessioni, di dare tutta me stessa e di sopravvivere in qualche modo. In qualche modo. E le persone messe da parte in quell'angolo ci sono state, con pazienza, ad attendere, talvolta ad ascoltare e a confortare. E ora, fuori dal turbine, appena appena fuori dal turbine attendono il mio ritorno in fondo alla strada sterrata, dove Emma Bright riesce a farsi docilmente guidare, con mia meraviglia. E nella casa negli Hamptons, appena appena fuori centro, mi aspettano sorrisi inaspettati, riacciuffati dal passato. Nel verde degli Hamptons tra chiacchiere, risotti e parmigiane e dolci di pasta di bombolone la camera si allontana, si allontana da gazebo, dalle luci, dalla città con una musica tenue e buona con un controcanto malinconico che parla anche di chi in mezzo ad altro verde hai lasciato.
sabato 12 luglio 2008
Oltre la siepe
Vivrei con la valigia in mano. E in effetti le due valigine, la piccola e la media sono adagiate in camera almeno da dicembre. Se potessi scegliere, vivrei due settimane a Londra, due settimane a New York e due settimane da queste parti, dove ci sono gli affetti e dove sono nata - è ovvio. Volare, vivere gli aeroporti, prendere treni, cambiare treni e metro non è mai stato un problema, purché tutti funzioni - è chiaro. Non so come ho fatto a non spostarmi, o quasi, per lungo tempo, per troppo tempo. In effetti mi sentivo soffocare in quegli anni. Quando nei mesi passati sono riuscita a ritagliare una virgola di tempo e ad infilarmi su qualche treno per poi attraccare sulla mia Isolachenoncè, è stato come sentire di poter respirare finalmente a pieni polmoni. E ora si parte, si parte per una meta persino bucolica, cioè una meta bucolica con nicchia di civiltà in cemento con piscina annessa ed escursioni scelte in città. E' chiaro. Cinque anni fa non avrei potuto immaginare me stessa in quel luogo in questa particolare occasione. Cinque anni fa non avrei immaginato di poter tenere le due valigine lì per terra in camera, sempre pronte e sempre in mezzo, ad intralcio perenne, a monito di una scelta. Per fortuna si cambia, se si ha il coraggio di cambiare. E si sceglie di tenere chi veramente conta.
giovedì 10 luglio 2008
Parole, soltanto parole
Per caso, in cerca di un indirizzo e-mail per un ringraziamento doveroso, mi sono imbattuta in un sito che riportava nell'intestazione la celebra frase di Voltaire:
"Anche se non condivido ciò che dici,
sarei disposto a dare la vita
affinché tu possa dirlo."
Frase conosciutissima, anche troppo sfruttata, principio ineccepibile incensato da mezzo mondo e rispettato da pochissimi. Credo di potermi definire una conservatrice liberale, certamente non una rivoluzionaria e credo, spero, sono convinta di rendere omaggio a questo principio ogni giorno. Nella quotidiana pratica umana alcuni di coloro che sbandierano la propria fede ultraliberale e ultrademocratica sembrano, invece, averla rimossa oppure il problema - come sosteneva Vittorini nel meraviglioso editoriale d'apertura del "Politecnico" Una nuova cultura - è che la cultura (per lo meno quella occidentale) "che è stata pensiero greco, ellenismo, romanesimo, cristianesimo latino, cristianesimo medioevale, umanesimo, riforma, illuminismo, liberalismo, ecc." sembra non aver avuto che "scarsa, forse nessuna influenza civile sugli uomini". Dunque - si chiedeva Vittorini - "è qualità naturale della cultura di non poter influire sui fatti degli uomini?" Vittorini lo negava e proponeva soluzioni che non condivido, anche perché le soluzioni in cui riponeva fiducia si sono dimostrate palesementi fallaci. Dunque, la cultura è destinata a rimanere parola in alcuni o in più di alcuni? Ad osservare e a riflettere sulla pratica umana (non politica, sia chiaro) sembra proprio così. E il diritto di parola, l'ascolto e il rispetto per le idee altrui spessissimo è negato. L'importante è dichiararsi democratici, urlare e aggredire forti dei principi della propria rivoluzionaria democrazia.
lunedì 7 luglio 2008
A gentile richiesta (2)
E' il massimo che posso fare, quindi accontentatevi. Credo comunque di aver esaudito la richiesta.
Non ho proprio giocato a baseball, però ho, abbiamo riso di gusto quella sera; persino il gatto Cosmo che sbirciava dalla zanzariera ha trovato quanto meno interessante lo spettacolo. Un piccolo microcosmo pressoché perfetto: noi, Long Insland, New York a mezz'ora di treno, Cosmo (e anche qualche zanzara, questo sì).
Non ho proprio giocato a baseball, però ho, abbiamo riso di gusto quella sera; persino il gatto Cosmo che sbirciava dalla zanzariera ha trovato quanto meno interessante lo spettacolo. Un piccolo microcosmo pressoché perfetto: noi, Long Insland, New York a mezz'ora di treno, Cosmo (e anche qualche zanzara, questo sì).
A gentile richiesta (1)
Non dimenticherò mai "quel sorriso sornione che non sai mai quale scherzo abbia appena concepito; quegli occhi buoni uniti a tanta davvero tanta volontà; quello sguardo luminoso che sorride alla vita e sorride a te perché sei te e per qualche strana ragione sei degna di stima; quella costante insicurezza che proprio non trova ragione; quel sorriso silenzioso ma pieno e convinto; quegli occhi blu che fino in fondo non si concedono mai ma sai che ti vogliono bene; quell'intelligenza pratica vivace che tu non hai mai avuto; quella capacità di osservare in silenzio e portare pazienza, tanta pazienza per le nostre troppe parole; quell'esser continuamente concentrato su altro perché, alla fin fine, l'importante è appunto altro; quella voce appena sussurrata che non sai mai cosa nasconda fino in fondo; quella determinazione straordinaria; quel sorriso sereno; quelle potenzialità incredibili che tu non riesci a liberare; quell'intelligenza vivida che ha avuto il coraggio di scommettere su se stessa; quel fermento continuo che mai trova pace; quello spirito irriverente che difficilmente si placa; quella razionalizzazione serrata al fine del risultato; quella sincerità ruvida che mai scende a patti con l'affettazione; quell'intuizione che non ti saresti aspettata; quel moto d'interesse verso L'infinito che ti ha stupito; quel mistero che ancora proprio non riesci ad intaccare."
Ho cambiato e adattato l'attacco all'attualità; la foto non è la stessa ma il soggetto è il medesimo. Credo, dunque, di aver esaudito la richiesta.
Ho cambiato e adattato l'attacco all'attualità; la foto non è la stessa ma il soggetto è il medesimo. Credo, dunque, di aver esaudito la richiesta.
sabato 5 luglio 2008
Partecipazioni
Bimba in mezzo ai bimbi e a tanto tulle. Di fronte a qualcosa di più grande. E di bello. Voglia di farsi bimba in mezzo ai bimbi. Voglia di esserci, voglia di stare insieme perché è bello esserci, perché è bello esserci insieme, perché è l'inizio di qualcosa di bello, perchè è il coronamento di qualcosa di bello, perché è tenero e contagioso veder riflesso in quei volti l'orgoglio di condividere una favola che inizia, la consapevolezza di far parte in qualche modo di quella favola.
venerdì 4 luglio 2008
Ben oltre la materia
Qualcosa resterà. Molto più di qualcosa resterà e non solo sulle pareti.
Resterà l'affetto, resterà il sapore dell'essere stati bene insieme, delle risate e dei momenti di sconforto condivisi. Resterete resterò resteremo, pur andando avanti, pur navigando in altri lidi.
Resterà l'affetto, resterà il sapore dell'essere stati bene insieme, delle risate e dei momenti di sconforto condivisi. Resterete resterò resteremo, pur andando avanti, pur navigando in altri lidi.
giovedì 3 luglio 2008
Anche la materia rivendica i propri diritti (e ha spesso ragione)
Nel trionfo della materialità e della semplicità di questi giorni, dopo oltre un anno, ho preso la macchina e ho la fatto una spesa che può definirsi tale. Per tale intendo due sacchetti colmi e una cinquantina di euro. Certo, niente che debba essere cucinato per più di tre minuti; è naturalmente il trionfo del latticino e del carboidrato, ma è una spesa. Alcuni partono e anch'io partirei volentieri, persino per il mare. Partirò. L'importante è sapere di partire, partire per andare dove vuoi tu con chi vuoi tu. Le giornate scivolano via, al contrario della cappa di caldo, tra bozze, telefonate e dvd. Niente di esaltante, ma anche nessun dramma alle porte. Non è un lasciarsi vivere, è riuscire a vivere, è accorgersi di vivere. Si guarda al futuro con strana stupita tranquillità. Di solito, quando mi augurano "tanta serenità", storco il naso e mi trattengo da un commento cinico; tuttavia, dopo essere stata costretta a scavare sul fondo per qualche tempo, o muori o risorgi. Io tendo a risorgere. D'altra parte non si può vivere sempre nella continua tensione e, anche senza gli enzimi omeopatici che dovrebbero far recuperare un sano metabolismo, si mangia, si dorme, si legge, si pensa ma con levità, si fa persino la spesa. Ah, e ci si stupisce perché Qualcuno dubita del proprio ineffabile valore. Questo più di ogni altra cosa.
martedì 1 luglio 2008
Diritti e rovesci
Basta con le interpretazioni, le controinterpretazioni, le suscettibilità, l'ansia, l'analisi e la controanalisi, ho già dato. Tabula rasa e correre dietro ad una pallina gialla sotto il sole implacabile delle cinque (p.m.). E non pensare a niente altro se non: "sul rovescio gamba destra avanti, sul diritto gamba sinistra avanti". Punto. Correre, stancarsi, divertirsi e compiacersi del proprio completino nuovo. Per una volta mettere in pausa il cervello.
"Forget about your worries and your strife." Now think about the simple bare necessities of life. Period. Certo, ci si abbronza e non mi è mai piaciuta l'abbronzatura, ma lì per lì chi ci pensa?
"Sul rovescio gamba destra avanti, sul diritto gamba sinistra avanti". Punto.
"Forget about your worries and your strife." Now think about the simple bare necessities of life. Period. Certo, ci si abbronza e non mi è mai piaciuta l'abbronzatura, ma lì per lì chi ci pensa?
"Sul rovescio gamba destra avanti, sul diritto gamba sinistra avanti". Punto.
Scommesse
Per adesso già il completino nuovo e molto Wimbledon (bianco con qualche timida incursione blu) mi mette di buonumore. Dunque, è stata in ogni caso una buona decisione indotta da colei che è sempre propositiva, colei che - per istinto per stima o più semplicemente perché ero io - scelse di andare oltre la coltre di cinismo misto ad emotività, scelse di scommettere su di me. Credo, anzi sono sicura che anche per lei sia stata un'ottima decisione.
lunedì 30 giugno 2008
Aria
Incredibile ma vero, il caldo sta sopraffacendo anche me. Ciò significa che i comuni mortali qua intorno boccheggiano. Non sarebbe nemmeno un problema, se non possedessi che un umile portatile i cui tasti rimangono incandescenti anche di notte. L'idea era di darsi al tennis e non alla sauna, dunque, vista la prospettiva delle due settimane grammaticali prima della ventata d'aria pura di Perugia, mi sono attrezzata. Ho preso la macchina - e sottolineo -, ho preso la macchina in orario in cui soltanto mani d'amianto come le mie possono sfidare i 35° gradi esterni e mi sono procurata l'indispensabile ventilatore a piantana, nonché il "caffè-latte" freddo svizzero, quanto di più vicino in Italia al mokafrappuccino di Starbucks senza la panna (il che aiuta a capire quanto mi manchi Starbucks, perché un mokafrappuccino senza la panna non è di fatto un mokafrappuccino). Giunta a casa ho tentato invano di montare il nuovo acquisto, arrendendomi alla quarta vite. La meccanica mi è oscura, c'è poco da fare; tre ore più tardi le consuete mani caritatevoli in meno di quarto d'ora hanno montato il ventilatore anche senza due viti che, ovviamente, avevo già provveduto a perdere. E ora, sempre più Carrie ma orfana di New York, credo di poter affrontare le incandescenti notti grammaticali.
Per una volta mi percepisco ottimista. Per quanto più lento di una tartaruga, il tempo è trascorso e finalmente sono le 20.52 del 30 giugno. Il ventilatore smuove l'aria, attenua il caldo e rende più lievi i pensieri. Gran cosa è la tecnologia!
Per una volta mi percepisco ottimista. Per quanto più lento di una tartaruga, il tempo è trascorso e finalmente sono le 20.52 del 30 giugno. Il ventilatore smuove l'aria, attenua il caldo e rende più lievi i pensieri. Gran cosa è la tecnologia!
domenica 29 giugno 2008
lunedì 23 giugno 2008
Sempre
E' davvero difficile lasciarvi andare. Lo sapevo, lo sapevo già dallo scorso anno. Negli ultimi tempi la vita, gli inciampi della vita o la semplice sopravvivenza mi avevano distratto da questo pensiero, poi gli esami... Vedervi lì agli scritti preoccupati ma sempre positivi, contenti di condividere anche quest'ultimo atto, fidandovi di me, di noi mi ha reso ancor più consapevole di quanto sarà dura non avervi più intorno. Agli orali poi sono stata non fiera, bensì assolutamente fiera di voi, per l'impegno, per ciò che siete diventati, per il rispetto con cui vi siete accostati a questa prova, per il sostegno che vi siete vicendevolmente dati, in silenzio. Uno degli aspetti di me stessa di cui sono orgogliosa è di avere in qualche modo - insieme ad altri, certo - contribuito a farvi trascorrere tre anni degni di essere ricordati e di avervi anche insegnato qualcosa, anzi un sacco di cose. E non tutte le scorderete, ne sono certa. Siamo cresciuti insieme. Se siete le persone che siete lo dovete un pochino anche a me e agli altri prof, se sono la persona che sono lo devo anche a voi. Mi avete dimostrato una volta di più che dare fiducia alle persone può esporre a dei rischi, qualche costola si può incrinare, talvolta anche rompersi (e fa un male cane, quando succede), ma porta anche a risultati inaspettati e insperati. Siete entrati nella mia vita e nel mio cuore, avete lasciato che io entrassi nella vostra vita e nei vostri cuori attraverso i confronti, le confidenze, le brontolate e lasciarvi andare, pensare di lasciarvi andare è davvero dura. Vi aspetta un futuro complicato, ma degno di essere vissuto e voi avete tutte le carte in regola per affrontarlo nel modo migliore, perché non vi tirate indietro, perché sapete mettervi in gioco, perché sapete farvi valere, perché avete imparato a ragionare, perché sapete chiedere, sapete dare e sapete condividere. Nel bene e nel male siete attori responsabili della vostra vita. Non crediate sia una condizione così comune, tanti troppi adulti si lasciano vivere, lasciano che tutto scivoli loro addosso come l'acqua sul vetro dell'auto, magari anche rimossa dal tergicristallo. "Vivere è cosa rara al mondo" sosteneva Oscar Wilde, talvolta lascia segni e devastazioni sulla pelle e nell'anima ma ne vale la pena. E, in caso di difficoltà o semplicemente perché vi fa piacere e ne avete voglia, passate a trovarmi. Ci sarò. Sempre.
sabato 21 giugno 2008
Solstizi
Piccole donne e piccoli uomini crescono. E se vanno. O meglio se ne andranno per la loro strada. Per adesso ti abbracciano, ti coccolano e ti telefonano. E tu ne sei commossa e fiera. Assolutamente fiera.
venerdì 6 giugno 2008
Dal taccuino dei ricordi
"Foscolo è fissato con l'idea della morte, infatti, oltre ai Sepolcri, ha scritto anche il sonetto Alla sera, sempre sulla morte."
"Foscolo i suoi versi li gestisce come vuole, l'importante è che aderiscano al sentimento che vuole esprimere".
"Ungaretti sperava che queste sue fantastiche poesie portassero a un ripensamento da parte delle grandi potenze entrate di guerra, ma, da come è finita, si può pensare che non ce l'abbia fatta e non che non abbia raggiunto il suo scopo".
[Su L'infinito]: "Questa per me non è una poesia molto brutta, perché qui stranamente Leopardi non è molto drammatico, anzi forse per lui questa è una poesia molto allegra".
Stringete, stringiamo i denti! Il traguardo è vicino. E i ricordi saranno indelebili (soprattutto le espressioni di tutti di fronte ad ogni citazione, passaggio, riferimento a "T'amo, o pio bove").
"Foscolo i suoi versi li gestisce come vuole, l'importante è che aderiscano al sentimento che vuole esprimere".
"Ungaretti sperava che queste sue fantastiche poesie portassero a un ripensamento da parte delle grandi potenze entrate di guerra, ma, da come è finita, si può pensare che non ce l'abbia fatta e non che non abbia raggiunto il suo scopo".
[Su L'infinito]: "Questa per me non è una poesia molto brutta, perché qui stranamente Leopardi non è molto drammatico, anzi forse per lui questa è una poesia molto allegra".
Stringete, stringiamo i denti! Il traguardo è vicino. E i ricordi saranno indelebili (soprattutto le espressioni di tutti di fronte ad ogni citazione, passaggio, riferimento a "T'amo, o pio bove").
sabato 31 maggio 2008
gIADINA
Stanca assonnata stravolta e piuttosto annoiata sono sempre qui a montare il giornalino. Poi verso le undici e mezzo mi avvicino, con la deferenza necessaria, a Le pagine di Giada: " Ciò che vedo lo vedo perché voglio vederlo. La verità, la realtà è in ognuno di noi, quindi non c’è peggior cieco di colui che non vede con il cuore." "La vita è un equilibrio squilibrato apparentemente senza senso al quale ognuno di noi tenta di dare una ragione." E allora anche trovarsi di fronte al pc, con la ventola impazzita, a mezzanotte e passa assume un senso e un significato. Leggere le parole della gIADINA, ammirarne la profondità di pensiero, i sentimenti, la passione irrinunciabile per i sogni risolleva il morale. C'è chi a quattordici anni è in grado di guardarsi dentro, leggersi, controleggersi e vivere; c'è chi, adulto già da parecchio, la luce di una gIADINA non la emanerà mai.
Poche sono le gIADINE, molti sono i pianeti che, in quanto tali, non emanano luce propria. Di questo bisogna farsene una ragione. Ma bisogna anche rammentarsi più spesso che esistono anche le gIADINE.
Nonché le aLiNe, sia chiaro.
Poche sono le gIADINE, molti sono i pianeti che, in quanto tali, non emanano luce propria. Di questo bisogna farsene una ragione. Ma bisogna anche rammentarsi più spesso che esistono anche le gIADINE.
Nonché le aLiNe, sia chiaro.
giovedì 29 maggio 2008
Pagine
Pagina 2 (ma la copertina è conclusa e già "stampata").
Anche la materia, d'altra parte, rivendica i suoi diritti.
Anche la materia, d'altra parte, rivendica i suoi diritti.
mercoledì 28 maggio 2008
For One of a Few
It's hard to find people who will love you no matter what and for what you are at the same time.
Thank you to be always. Thank you to be like you are.
And HAPPY BIRTHDAY!
Thank you to be always. Thank you to be like you are.
And HAPPY BIRTHDAY!
martedì 27 maggio 2008
Di dia in dia
Dovendo (o meglio avendo scelto di avendo scelto di) perdersi in Power Point, occuparsi di Pirandello ha un senso, paradossale magari, ma ce l'ha. E Luigi ci scuserà se lo riduciamo ad un manipolo di scarni enunciati.
La realtà beffarda e contraddittoria di Luigi Pirandello (Agrigento, 1867-Roma, 1936)
- Romanziere (Il fu Mattia Pascal, 1904; Uno, nessuno, centomila, 1925-26), novelliere (La signora Frola, 1917; Novelle per un anno), autore di testi per il teatro (Così è (se vi pare), 1918).
- Solitudine dell’individuo per l’impossibilità di farsi conoscere dagli altri e di conoscere gli altri.
- Impossibilità di conoscere la verità sempre sfuggente, beffarda e contraddittoria.
- La realtà oggettiva non esiste; esistono miliardi di realtà tutte relative. Ogni individuo crede di possedere la verità, ma possiede solo la sua verità.
Eppure non credo all'incomunicabilità totale. Credo all'esistenza di una verità, di una realtà. Per quanto assurda possa essere.
giovedì 22 maggio 2008
Priorità
Una priorità sarebbe dormire, se ne avessi il tempo. Le appena tredici ore ritagliate tra martedì e mercoledì notte non potevano ripristinare un equilibrio scempiato dalla grammatica e dal miliardo di cose pigiate in questo scorcio d'anno (scolastico). E dunque riecco il mal di testa e domani è prevista la sveglia non all'alba, addirittura prima. E c'è la macchina fotografica da preparare. E anche il panino, perché non è ancora chiaro se nel deserto mani pietose serviranno un pasto caldo, o un pasto, oppure mi mangerò appunto il mio panino. L'importante sarà godersi persino la passeggiata nel deserto. Sono assolutamente certa che sarà una bella passeggiata, una di quelle "virgole di tempo" - come le definisce Gaia -, cui ripensare negli anni a venire. Preparo la valigina che mani (sempre) disponibili provvederanno a prendere in consegna per recapitarla alla stazione a tempo debito; mi lascio cullare dai sorrisi buoni, dalle risate di cuore, buone, sincere, dagli sguardi che sono abbracci affettuosi. Mi raccomando - certo - e mi rammarico, mi rammarico tanto per quell'uno. E dovrò agire, so che dovrò agire. E agirò. E' il mio mestiere. Me ne devo far carico. E lo farò. Non sono il tipo che si tira indietro. Quando da fuori, da lontano ti arrivano nuove conferme delle crudeltà insite nella vita, crudeltà che stanno straziando persone che proprio non se lo meritano, allora riparametri tutto. Le piccole meschinità del quotidiano pesano un niente di fronte al sorriso aperto di chi ti invita per un caffè nella sua casa futura. Quel caffè, quel sorriso sono il senso dell'animo, sono una priorità.
mercoledì 21 maggio 2008
Passaggi
Passare dagli esercizi sulla condizionale comparativa avversativa limitativa ecc. ecc. alle anime di Foscolo alle idee di Manzoni e alle intuizioni di Leopardi (per il file dei piccoli grandi tesori) è liberatorio, decisamente liberatorio, soprattutto dopo tredici ore di sonno filate. Non è ancora rinascere alla vita - per quello devo attendere almeno sabato sera - ma era un passaggio necessario, giustappunto per recuperare qualche sinapsi.
martedì 20 maggio 2008
venerdì 9 maggio 2008
giovedì 8 maggio 2008
Renitente
Rimane impossibile accettare la cattiveria gratuita delle persone.
Rimane impossibile credere che vi si possa credere.
E dire che non sono affatto una buonista.
Detesto i buonisti e il buonismo.
L'esistenza assume colori e sapori più accettabili quando si pesta gratuitamente quella altrui fino a percepire il rumore delle ossa che si spezzano?
Apparentemente, però, per alcuni è così.
Rimane impossibile credere che vi si possa credere.
E dire che non sono affatto una buonista.
Detesto i buonisti e il buonismo.
L'esistenza assume colori e sapori più accettabili quando si pesta gratuitamente quella altrui fino a percepire il rumore delle ossa che si spezzano?
Apparentemente, però, per alcuni è così.
martedì 6 maggio 2008
In un subito
Giornate piene colme pigiate di cose concrete da fare, e tutti che ti cercano, e brontolano perché non ti trovano e ti chiedono: "Ma dove sei?" Torni mai a casa?" oppure ti chiamano sul cellulare, stanchi di trovare occupato. Altri ti vedono, ti guardano e ti dicono: "Eppure stai bene, davvero; però sei dimagrita. Devi mangiare! Ma mangi?" Mangio mangio... Ho pienamente recuperato l'appetito. Se si ritrova se stessi, per quanto si possa esser stati male, per quanto si debba fare i conti con patenti errori di valutazione, dal nulla ci si sente più leggeri. Non è ancora il plotiniano (che ci piace tanto) "rifassi il gusto alla vita", ma si respira a pieni polmoni e non fa male. Scendere di macchina e pensare che sia un'ottima serata per una passeggiata ha quasi dell'incredibile, peraltro avrebbe dell'incredibile in qualsiasi momento e anno domini. E inviare tesine per un'amica ha il massimo del senso. E leggere sullo schermino del vecchio amatissimo cellulare in bianco e nero che hai a disposizione 3889 sms da spedire ai numeri Wind entro l'1/6/2008 non può non darti soddisfazione e farti persino sorridere.
lunedì 5 maggio 2008
post di provola
questo è un post di provola per testicolare la corretta funzialità di questo nuovo blogs che accidenti a chi apre il blog e non lo U.S.A. i vari grovest o grovestreet o stocazzo erano già presi.
Tutto sommazzo mi pare che steficab.blogspot possa andare bene o affanzulo ma insomma che vadi vadi.
Almeno così ppare.
Tutto sommazzo mi pare che steficab.blogspot possa andare bene o affanzulo ma insomma che vadi vadi.
Almeno così ppare.
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