domenica 26 settembre 2010

Il sapore del mare


Uno dei pochi motivi per cui mi mancherebbe l'Italia e la Toscana (in caso di agognato espatrio) sono la schiacciata e il suo cugino il cofaccino all'olio, quanto di più buono possa essere prodotto da mano umana con pochi semplici ingredienti. La prima schiacciata al rientro dalle vacanze è uno dei più potenti antidepressivi, insieme al gelato, un modo e un mezzo per darsi pace ed edificare una ragione credibile al ritorno riottoso.
La schiacciata, quella buona croccante, senza troppo olio o troppo sale, è parte essenziale dei miei ricordi più cari. E' il profumo e il sapore incancellabile del mare dell'infanzia a Marina di Bibbona dopo il bagno, sulla sedia a sdraio avvolta nell'asciugamano. E' la schiacciata dietro alla quale, ventenne, mi trinceravo prima di salire sul treno delle 7.53 per Firenze, a coprire il sorriso da gatto mammone o le espressioni più inadeguate.
Il cofaccino, sul vocabolario covaccino, è quello basso basso, croccante, caldo e appena sformato, capace persino di rendere accettabili le verdure. E' quello che ordino sempre in più a casa, oltre alla pizza, perché tanto, se avanza, non c'è problema, anzi è evidente che avanzerà. E' quello taglio a spicchi e distribuisco agli ospiti, è quello che guardo cercando di resistere, consapevole che cederò miseramente e conferirà un senso supplementare alla mia giornata. Sono quei tre che il cugino fornaio onorario delle feste ha provveduto a prepararmi, sapendomi cofaccino addicted, immaginando la crisi d'astinenza dei giorni successivi.

2 commenti:

Gaia ha detto...

ma è meraviglioso. lo voglio. assolda il cugino per me.

steficab ha detto...

Abbiamo ereditato anche la pasta, ma senza le mani esperte del cugino e il forno a legna dello zio è poca cosa. Tra l'altro la pasta ha continuato a lievitare stanotte ed è strabordata sul tavolo da cucina. Con grave disappunto della mia mamma.