giovedì 28 giugno 2012

Nora

"Tu non vuoi essere innamorata. Tu vuoi essere innamorata in un film" - ribatte Becky ad Annie. E siccome è vero, e siccome Annie è la protagonista di "Sleepness in Seattle", Nora Ephron la fa correre verso un Empire State Building illuminato con un cuore rosso la notte di S. Valentino, perché è un film e nei film esiste il destino ed esiste, deve esistere, il lieto fine. Sapere che Nora non c'è più da ieri mi rattrista davvero tanto perché è una delle mie sceneggiatrici preferite. Scriveva commedie romantiche dalla trama scontata, se si vuole, ma dalle battute fantastiche, sceglieva protagonisti persino bolsi come Tom Hanks e li rendeva personaggi affascinanti e soprattutto sceglieva i colori di New York, che nobilita un film già di per sé. Accostava New York, Meg Ryan, Tom Hanks e Cary Grant, altre volte saltavano fuori Elizabeth Bennet e Mr Darcy e poi il burro, tanto tanto tanto burro per "Julie e Julia". Pare che Nora stesse lavorando a "Lost in Austen", la storia di una giovane newyorkese appassionata di Jane Austen. Non posso non adorare una sceneggiatrice che coniuga New York e Jean Austen. Per non parlare delle colonne sonore: alla fine dei suoi film c'è quasi sempre un personaggio che corre verso la felicità magari col sottofondo di "It had to be you" del grande Frank. Nelle sue pellicole i protagonisti leggono spesso e soprattutto scrivono tanto: lettere, post, messaggi, mail. A volte un'ossessione. E Nora faceva sembrare normale la mia ossessione. La realtà è già troppo deludente, se guardo un film (e adoro guardare film, ho un bisogno fisiologico di guardare film), pretendo battute indimenticabili, ironia graffiante, il lieto fine, New York, la Austen e qualcuno che comprenda, come me, l'ossessione per la messaggistica. Il destino, l'uomo del destino - sosteneva Nora - deve esistere nei film e allora datemi Kathleen che cammina, praticamente corre anche lei verso il ponte nel parco nell'Upper West Side, sorridente, curiosa, preoccupata, innamorata. A rendere perfetto il momento e l'incontro, il miglior arrangiamento di "Somewhere over the rainbow".

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