lunedì 27 dicembre 2010

Natura morta


Pistoia, ore 21.09 del 27 dicembre 2010, veduta dalla piazzetta degli aperitivi verso la piazzetta della movida.
Non credo di dover aggiungere altro.
Fresco è fresco, ma è anche piacevole camminare nell'aria e nelle luci di fine dicembre armati di piumino, sciarpa, guanti e cappello.
Continuo a non capire.

venerdì 24 dicembre 2010

Una delle migliori



Sopravvissuta al dicembre lavorativo grazie anche alle luci di Natale, in casa e fuori, al pensiero del Natale, ai regali da comprare, al/ai film da guardare il giorno di Natale, da semidormiente mi sono comunque divertita con la prima marcia di Radetzky dal vivo, con l'intero teatro che si spellava le mani. Ho dormito, ho dormito tanto; da sveglia, mi sono concentrata sugli auguri e sugli ultimi regali, l'unica ad apprezzare l'ennesimo implacabile monsone.
Conclusa un'oretta fa la furia prenatalizia, mi godo il divano e Caccia al ladro. Fuori, sotto le mura del castello o del condominio - se proprio vogliamo sottilizzare - un indistinto tutto e tante luci di Natale. Domani, dopo aver dato fondo a tutto il sonno possibile, scambio dei regali, pranzo perfetto, divano ed Elizabethtown.
Natale rimane una delle migliori invenzioni mai concepite dall'umanità.

sabato 18 dicembre 2010

Solidarietà

Credo sia il caso di recuperare l'idea di Valentina dello scorso anno:
facciamo una colletta e regaliamo al povero, disagiato, sciagurato Comune di Pistoia i soldi necessari per comprare il sale per sciogliere la neve e il ghiaccio nelle strade. Suggerirei anche di favorire a chi di competenza nel palazzo comunale il numero di telefono del Consorzio Lamma che - magia, magia! - è in grado di prevedere l'avvento della neve.

Aperti per neve


Pistoia. Questa è la via della mia scuola alle 7.23 di sabato 18 dicembre 2010, nevica dalle 7 di venerdì 17 dicembre, copiosamente dalle 9 dello stesso giorno. Oggi, sabato, siamo aperti per neve. I Sindaci di Firenze e degli altri Comuni della pianura pistoiese (si noti: nessun problema, in effetti, si è verificato nei Comune dell'Appennino) hanno chiuso le scuole di competenza. Pistoia no. Quindi, se ne deduce, che il Sindaco di Pistoia abbia provveduto al ripristino della viabilità. L'allerta meteo era stato diramato da giorni.
Dalla foto appare evidente che nessun intervento è stato effettuato: o sono morti tutti gli autisti degli spalaneve o il sale non è stato acquistato o non so cosa altro pensare. Cinque i ragazzi presenti a scuola stamattina sui 180 circa in obbligo di presenza. Nessun vigile presente dalle 7.50 alle 8.05 di fronte alla scuola, perché mai? Non comprendo. Non eravamo aperti per neve?

giovedì 16 dicembre 2010

Pronta


Attendo armata fino ai denti l'arrivo della neve. Così asseriscono convinti il Consorzio Lamma (da cui ho preso l'elaborazione grafica) e tutte le altre previsioni. Niente di nuovo e niente di personale: in una città civile dove la metro sotto casa mi porta comunque a lavoro che piova, che nevichi o altro, potrei anche apprezzare la poesia della pioggia bianca ghiacciata che copre le brutture e attutisce i rumori. In una città dove mi hanno anche soppresso l'autobus diretto fino al mio luogo di lavoro, per cui si predeve una romantica fresca passeggiata accompagnata da imprecazioni a profusione; in una città dove non provvederanno a pulire la strada e i marciapiedi del mio quartiere, sono già stizzita ancora prima di avvistare il primo fiocco.
Comunque, inutile lamentarsi e basta: l'orario del bus è stato controllato, l'auto è già in garage, i doposci alla porta con l'alternativa dei normali stivali (nel caso il funesto evento si verifichi più tardi delle 6.45 di domani), la sveglia è già posizionata sulle 6.00.
Sono pronta a sfidare la neve, la Natura matrigna e la città imbelle.

domenica 12 dicembre 2010

Incanti


Ieri sera m'è preso il panico di non aver contato bene i biglietti. Con calma ho assegnato tutti i posti: davanti i "piccoli", dietro gli adulti. Alle 15.04 sono già per strada per lo spettacolo delle 16. Alle 15.40 entriamo tutti insieme, qualcuno certamente parecchio preoccupato per la prospettiva delle tre ore di spettacolo, intervallo incluso: tanti sorrisi, tanti occhi che brillano, che si guardano intorno, in alto, verso il tendone rosso: lo sguardo felicemente imbarazzato del neofita.
Due gruppi si affiancano e si contrappongono: i dispari e i pari.
I primi hanno letto, hanno guardato, hanno interpretato. Seguono, si sorridono e comparano, anticipano le parole, si lasciano affascinare dagli attori, aspettano che accada, sono stregati dalle luci, dall'istrionico Mercuzio, dalla Giulietta-bambola di pezza caduta dalle scale che, novella Alice, recita a testa in giù, risucchiata dal vortice della passione, dallo scheletrico speziale latore di morte, dal macabro ballo di Romeo con il cadavere di Giulietta, ancora bambola di pezza senza vita.
Sulla destra i pari ripassano i ruoli con i nomi più difficili: Tebaldo, Mercuzio; non si suggerisce se non l'inizio della trama affinché l'effetto che William desiderava sia totale, perché ci si senta innamorati come Giulietta, piccoli piccoli, offesi, terrorizzati come lei di fronte alle urla del padre, sconcertati dal piano del frate, silenziosi, attaccati alla sedia, sospesi, impotenti di fronte a Romeo, buffone della sorte che si avvelena a morte credendo morta Giulietta, che si sveglia nella cappella di famiglia, scopre il cadavere del suo Romeo e si pugnala.
Intorno ai pari e ai dispari amici cari, ma anche tanti tisici a convegno e tre, ben tre suonerie fuori luogo.
Il Principe si congeda dal pubblico, seguono tanti meritati applausi. Lucrezia ride senza riuscire a fermarsi per la camminata (con tecnica giapponese) di frate Lorenzo; Francesca piange perché "certo non ci fu mai una storia più infelice / di quella di Giulietta e del suo Romeo". E l'incanto di William è senza tempo.
Nei camerini Mercuzio e Romeo, due giovani di Roma, si fanno fotografare con le piccole grandi persone.

Visto


Che piova, che faccia freddo da cappelli e guanti,che la città sia colorata dall'autunno morente e non da un cielo noiosamente celeste-azzurro, sia accesa dal Natale, rinvigorita dalle compagnie teatrali di passaggio, giustificata dagli affetti, visto che qui devo stare.

mercoledì 8 dicembre 2010

Arsenic and old lace


Una sceneggiatura anche troppo farsesca, una grafica e una regia da anni Quaranta e siamo in effetti nel '41, molto teatrale e un po' noioso, poco organico, ma le faccette incredibili di Mr Cary Grant, unico sano in mezzo ai matti, unico orgogliosamente non Brewster in mezzo ai Brewster, valgono il film. Lui che si siede al lato della zuffa, si accende una sigaretta, ripone il portasigarette nel taschino e si rivolge sereno a poliziotti e al fratello pazzo omicida, che si menano di santa ragione: "Fight! Go on and fight!", "Go ahead, fight!".
Il resto è comunque New York, con il ponte di Brooklyn che si intravede, oltre il cimitero, dalla casetta a due piani delle due vecchie zie, le classiche zie tutte tè, biscotti e trine che uccidono chiunque si dichiara "lonely" con un vino di sambuco con aggiunta di arsenico e cianuro.

venerdì 3 dicembre 2010

Prove tecniche


Nasco analfabeta musicale, rimango analfabeta musicale, vengo irragionevolmente ritenuta da taluno una discreta intenditrice di musica classica e jazz. Non ascolto quasi mai musica, scelgo, più spesso faccio scegliere per me concerti di qualità. Al contrario, la musica dal vivo, per quanto analfabeta rimanga, mi affascina e mi cattura, perché il musicista (capace) incanta, quasi fosse un mago che crea dal nulla armonie e disarmonie incredibili, e attrae mentre suda, si divincola, sorride, si accanisce e piega lo strumento alla sua volontà. E anche le prove tecniche non sono da scartare.

domenica 28 novembre 2010

Anche a corsa


Picchi e baratri, il teatro di Marcorè e Saviano e le maschere tragiche del quotidiano, macerie e nascite, Rupert Grint e i reali Voldemort travestiti (e nemmeno uno stupeficium da lanciare).
Si impone una fuga salvifica in una città con la metro. E nemmeno l'idea della neve mi dispiace.

giovedì 18 novembre 2010

Così si fa

Terminato Harry Potter 6 con annesso scontato non meno sincero pianto finale, intaccato Harry Potter 7. Ovviamente per adesso ho letto solo l'ultimo capitolo. Ma il neoarrivato Tutte le poesie di Wislawa Szymborska accampa lecite pretese. Sarà piacevole dividersi fra i due.

martedì 16 novembre 2010

"La stazione" - Wislawa Szymborska

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
E' scesa molta gente.

L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

E' avvenuto perfino
l'incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

(per gentile indicazione di una piccola grande persona)

[sempre e comunque su quel treno bisogna esserci]

lunedì 15 novembre 2010

Voglio


Voglio leggere e non essere distratta da alcunché.
Ogni pagina è sempre rubata: al sonno, al lavoro, persino al tennis.
Sono disposta a lasciare solo per una degna compagnia e per una città degna d'esser definita tale.
Devo costantemente lasciare per riempitivi necessari alla sopravvivenza economica.
Mi basterebbe anche un treno, comodo e pulito, che impiega tanto tanto tempo per arrivare a destinazione.

Dilemmi

Perché così poche persone mi apprezzano Novembre col suo cielo grigio, gli alberi gialli canarino, una luminosità tollerabile, tanto caldo buono negli interni, un freddo contenibile con sciarpa avvolgente e stivale? Mica vorremmo paragonarlo al cielo celeste celeste, sempre uguale, con il sole che offende la vista?
E' solo che ormai per tradizione o amor di patria, si deve ripetere che sole è bello. Sai che noia, dopo un po'.

domenica 14 novembre 2010

The X'mas nazist


Anche il presepe è comparso sul posto d'onore.
Note tecniche: fiocco di neve tornato sul ponticello; poche accennate montagne quest'anno, vista l'alta qualità dei pascoli; in previsione un ampliamento della base per il novembre 2011.

sabato 13 novembre 2010

Pronta al tripudio

Avvistate oggi sul viale Adua le prime luci natalizie spente. Quasi in cima alla via, tecnici in cima alle scale intenti a sistemarne altre: traffico permettendo, mi sarei fermata a fotografarli.

Nulla di più

"Non può esserci nulla di più importante che tramandare arti antiche, aiutare le giovani menti a raffinarsi."

Albus Dumbledore

mercoledì 10 novembre 2010

Già


Già Firenze ha un'altra dimensione. A Firenze stasera Gaia ha presentato l'ultimo libro di Antonella. A Firenze dietro la piazzetta del porcellino c'è il Palagio di Parte Guelfa con scalinata esterna in pietra serena, salone illuminato, cioccolata, rum e latte nella sala del camino, libri in esposizione, due scrittrici, due insegnanti, due amiche cui sorridere, da ascoltare e applaudire. A Firenze piove e la città è ancora più bella, tutta luci e riflessi.
Già Firenze ha un'altra dimensione, ma arrivare e venir via non a notte fonda rimane un'impresa: devi sperare in una fortunata congiunzione astrale che contempli treni in orario o anche solo treni che partono, tecnicamente non soppressi e, orologio alla mano, devi venir via senza nemmeno salutare come vorresti.
Ma già Firenze ha un'altra dimensione e passarci un tardo pomeriggio rinnova l'umore.

domenica 7 novembre 2010

Con orgoglio



In auto, quando ero piccola, da novembre in poi, mi divertivo a contare gli alberi di Natale. Ancora oggi di riflesso, in auto, conto gli alberi di Natale. L'entusiasmo con cui accoglievo il primo albero addobbato della stagione aveva del preoccupante. L'evoluzione della sindrome mi ha portato a dirigere l'addobbo dell'albero già a novembre. Perché trattenersi? Adoro il Natale, adoro l'albero, adoro le decorazioni natalizie, i film di Natale, le luci per le strade, ecc. ecc. E', dal mio punto di vista, la miglior festa laica mai inventata, un orgoglio dell'Occidente. Natale inizia appena si fa l'albero, quindi basta far addobbare l'albero il prima possibile per dilatare il Natale più a lungo possibile. Il limite di ottobre rimane però, almeno per me.
E, dunque, con orgoglio, con un rinnovato sorriso convinto, oggi 7 novembre ho guardato allestire luci e fili e ho passato decorazioni indicando con professionalità: "Centralissimo, si deve vedere; centrale; laterale; può non essere visto; nascosto; nel vaso".
Buon Natale 2010 a tutti!

venerdì 5 novembre 2010

Investimenti

Non potendo raddrizzare il mondo, né evitarlo, almeno si devono investire al meglio gli attimi di libertà.
Coccolarsi è scegliere il nuovo lettore di dvd-ray (ma il vecchietto quasi decenne appena defunto non si butta, sia chiaro), badarlo in auto affinché non venga offeso da alcunché, scartarlo, montarlo, provarlo, concedersi finalmente un sano dvd. Sarà futile eppure un lettore aiuta più del necessario, più del piumino a buon prezzo, carino, soddisfacente ma appunto troppo utile e, quindi, ancora nel sacchetto. Davvero è esistito un mondo senza home video? Doveva essere parecchio più grigio.
Volersi bene è provvedere alla prenotazione dell'ottavo spettacolo teatrale della stagione.
Il mondo domani sarà sempre lì, cioè qui accanto con tutto il suo imbarazzante ingombro, e allora dal pomeriggio in poi fuggirò a teatro. Per domenica vedremo.

mercoledì 3 novembre 2010

Il marcio

Il marcio della Danimarca si dev'essere spostato parecchio più a sud. Sembra di contemplare un cadavere in putrefazione con un senso di crescente ribrezzo che sale. Il senso di pena si mescola alla sensazione dell'estraneità. Il problema è che sono legata con un catenaccio al cadavere e non me ne posso andare. O non ho il fegato per farlo.
Sono una che si volta indietro e vicino al cadavere ci sono persone degne, non putrescenti.

lunedì 1 novembre 2010

Ny: ed è già sufficiente


Lettore di dvd fuori uso, si passa in rassegna la collezione di VHS fino ad estrarne Felicity.
Come sempre il 50 % è già l'ambientazione newyorkese.

Falstaff e dintorni


Se anche il "Ny Times" ne scrive entusiasticamente in occasione della strasferta newyorchese, vuol dire che non sono matta ad essere uscita dal Globe rapita dal The merry wives of Windsor. Sarei capace di rivederlo anche dieci volte di seguito. In età della pensione, intenderei offrirmi volontaria come stewart in quel luogo sacro, sempre che mi reggano le ginocchia, visto che dovrei stare in piedi per l'intera rappresentazione. Tutto sommato, però, cadere e salutare nell'arena del Globe potrebbe essere un'eccellente dipartita.
La sceneggiatura è formidabile e gli attori di questa versione da Sarah Woodward fino all'ultimo dei piccoli riescono a inforndere al testo una forza esplosiva, magnetica che non ti lascia nemmeno a rapprensentazione terminata. E tu rimani lì con il teatro che si svuota a far fotografie (visto che finalmente puoi), a cercare di carpire e conservare una magia che, in quanto teatro, sarà viva solo nei ricordi.
Al contrario, ho trovato definiva conferma che Lavia non sia il mio regista. E' un attore e un interprete straordinario che permea della sua originalissima personalità tutte le sue produzioni di indubbio spessore, eppure non è il mio regista. Dopo il suo Macbeth, dopo il suo Malato immaginario, devo arrendermi all'evidenza. Rimane che in intervista-conferenza potrei ascoltarlo per ore, affascinata, stupita, rapita da ogni espressione, giro d'occhi, pausa o battuta, così presuntuosamente affascinante, giustamente arrogante.

mercoledì 27 ottobre 2010

Tradizioni

Consueta strana serena allegria post assembleale.

Dubbi,
quieta autoflagellazione,
alternative (poco pratiche),
più o meno compiaciuta autocommiserazione.

Tradizionale stupore di fronte ai sorrisi buoni e alle strette di mano.

martedì 26 ottobre 2010

Pensieri d'autunno

Il metano: sempre sia lodato. In ottobre ti cambia la vita.
Dopo giorni di inutile sofferenza, dal nulla, per caso, quando meno te lo aspetti.

domenica 24 ottobre 2010

Non solo oggetti

Il lettore di dvd mi ha lasciato, tenta tenta, ma non legge.
Onore alla sua quasi decennale onorata vilmente sfruttata carriera. Non avrei potuto pretendere di più.

lunedì 18 ottobre 2010

Perfino

Sibilo del vento, ogni accesso chiuso sprangato, stufina accesa, divano e perfino ottobre diventa piacevole.
Dispiace per le colazioni e per i pranzi all'aperto, ma ha il suo fascino anche correre verso il barettino di piazza Duomo, trincerarsi dietro il vetro e aspettare al sicuro, al caldo buono artificiale.
Certo, ci si arrendesse all'evidenza che a metà ottobre il riscaldamento acceso è necessario sarebbe l'ideale. Il metano è un amico, costa, ma soffrire il freddo costa molto ma molto di più.

domenica 17 ottobre 2010

Oppure

Non scrivere post per almeno sette giorni significa o aver vissuto un'intensa meravigliosa settimana (per cui valeva la pena non accendere nemmeno il pc) oppure esser stati risucchiati in un vortice di insignificante, stancante e necessario non-sense alternato alla comune quotidianità.

domenica 10 ottobre 2010

Misteri



Da un luogo ove l'unica cosa che modificherei (talvolta) è il clima, a un altro dove uno dei pochi dettagli su cui non mi accanirei è il clima.
Perché una delle più belle piazze d'Italia e del mondo non meriti tutto questo anche in ottobre, mi rimane un mistero.

venerdì 8 ottobre 2010

Relatività

Inno ad Einstein e alla sua relatività spazio-temporale. Il grande Albert aveva capito tutto.
L'estate pare finita un anno fa, il "Globe", "Le allegre comari di Windsor", la barchina nel lago sono solo ricordi lontani di un mese e mezzo che è un anno e mezzo. Al contrario, le giornate durano ventiquattro secondi e non ventiquatt'ore. Gli eventi si rincorrono veloci e assurdi senza capo né coda, senza avere il tempo, la forza, la voglia di trovarci un senso; con l'incrollabile determinazione a plasmare il plasmabile, ad erigere barricate, a contenere l'ingiustizia. Davvero "la bussola va impazzita all’avventura / e il calcolo dei dadi più non torna". Alla prossima estate manca un secolo. Bacchette ben ferme in mano, si procede a colpi di "bombarda maxima".

mercoledì 6 ottobre 2010

Ho bisogno


Ho bisogno di un po' di teatro, anzi di tanto teatro. Fa bene all'anima e tiene a distanza per un paio d'ore le storture e le assurdità vere.

lunedì 4 ottobre 2010

5

Cinque erano, me compresa, gli spettatori nella sala di proiezione del cinema Roma per La passione di Mazzacurati, spettacolo delle 22.30, domenica. Il film si lascia guardare senza entusiasmare.
Il lunedì in centro a Pistoia i cinema sono chiusi, dal martedì alla domenica sono sempre cinque i titoli tra cui scegliere. Ho sempre pensato che ciò rispecchiasse la misura del deserto delle proposte cittadine. Mi sto convincendo che la città offra alternative e proposte superiori agli interessi (e alle tasche - anche di questo c'è da tener conto) dei suoi cittadini.
Al contrario, alle 4 di sabato pomeriggio metà platea del teatro Manzoni era occupata per la presentazione della stagione di prosa.
Pensiamo positivo: forse tutti i pistoiesi sono teatro dipendenti come me, stanno razionalizzando le uscite per investire nelle poltroncine rosse della platea e dei palchi e si riverseranno in massa ad ogni spettacolo. Forse. (Da qualche anno lo spettacolo del giovedì sera a teatro è stato abolito. Ci sarà una ragione.)

domenica 3 ottobre 2010

Niente spoiler (per Gaia)

"In caso di incidenti è prevista la procedura standard: soccorri e rimuovi" (anche con un carrello elevatore).
Un telefilm in cui l'organizzazione è quasi tutto non può che essere tra i miei preferiti.

Sembra

La domenica mattina, prima di alzarsi, quando fuori il sole è ormai alto, c'è già chi è alla seconda colazione hobbit e fa troppo freddo, sembra tutto abbastanza vicino alla perfezione. Ecco, dopo la colazione con il numero adeguato di galletti e la registrazione dell'alba, si può tornare a letto a leggere. Il resto può attendere.
Troppo spesso non sono buone notizie.

venerdì 1 ottobre 2010

Ossimori

Ritrovare Rob Lowe nei panni dell'ex consulente presidenziale Sam Seaborn è motivo di gaudio, ascoltarlo duettare con Bradley Whitford/Josh Lyman ne vale sempre la pena.
"Noto anche un certo pallore" - osserva il californiano Sam.
L'amico, provato da un anno (due) di serrata campagna elettorale, magistralmente ribatte: "Tu vivi al centro del melanoma, avere l'aspetto florido è una specie di ossimoro".

martedì 28 settembre 2010

Reaction by election

Fedele alla lezione di Elizabethtown, mi sono concessa appena più di cinque minuti (tre ore e mezzo) per crogiolarmi nelle voluttà della sofferenza, poi ho riavvolto la registrazione affidata al timer all'alba e mi sono fidata di Aaron Sorkin e della VII serie di The West Wing, di Josh e di Donna, della notte delle elezioni, dell'isteria collettiva organizzata e strategicizzata. Un po' di pena si è fatta strada e domani sarà un altro giorno. Avrò comunque sempre una puntata di qualità su cui poter contare.

domenica 26 settembre 2010

Il sapore del mare


Uno dei pochi motivi per cui mi mancherebbe l'Italia e la Toscana (in caso di agognato espatrio) sono la schiacciata e il suo cugino il cofaccino all'olio, quanto di più buono possa essere prodotto da mano umana con pochi semplici ingredienti. La prima schiacciata al rientro dalle vacanze è uno dei più potenti antidepressivi, insieme al gelato, un modo e un mezzo per darsi pace ed edificare una ragione credibile al ritorno riottoso.
La schiacciata, quella buona croccante, senza troppo olio o troppo sale, è parte essenziale dei miei ricordi più cari. E' il profumo e il sapore incancellabile del mare dell'infanzia a Marina di Bibbona dopo il bagno, sulla sedia a sdraio avvolta nell'asciugamano. E' la schiacciata dietro alla quale, ventenne, mi trinceravo prima di salire sul treno delle 7.53 per Firenze, a coprire il sorriso da gatto mammone o le espressioni più inadeguate.
Il cofaccino, sul vocabolario covaccino, è quello basso basso, croccante, caldo e appena sformato, capace persino di rendere accettabili le verdure. E' quello che ordino sempre in più a casa, oltre alla pizza, perché tanto, se avanza, non c'è problema, anzi è evidente che avanzerà. E' quello taglio a spicchi e distribuisco agli ospiti, è quello che guardo cercando di resistere, consapevole che cederò miseramente e conferirà un senso supplementare alla mia giornata. Sono quei tre che il cugino fornaio onorario delle feste ha provveduto a prepararmi, sapendomi cofaccino addicted, immaginando la crisi d'astinenza dei giorni successivi.

sabato 25 settembre 2010

Divagazioni ossessive da sabato in provincia


Il tipo mi sembra soddisfatto della sua sistemazione.

Anche la coppia di pennuti ha realizzato che Lancaster Gate fosse un ottimo luogo per mettere su famiglia e ha provveduto.
Non dico che vivrei nel parco, su un albero, sulla paglia in mezzo a una fontana, ma appena appena fuori (non sul marciapiede) andrebbe benissimo.

mercoledì 22 settembre 2010

Quando il fiorellino ero io


Ammetto la commozione quando, in prima serata, ho ritrovato la ninna nanna della mia infanzia. Per me Buonanotte, fiorellino non è la canzone di De Gregori, è la canzone mia e della mia mamma, io sono il fiorellino, a me era dedicata, per me era cantata.

Step by step

Rapporti sociali costruttivi: il nuovo imperativo morale - dice il Saggio.
E' una filosofia che ho abbracciato già da sei anni a questa parte.
Grosse periodiche défaillance a parte.
Sulla teoria, come sempre, sono preparatissima.
E' la pratica che mi fa difetto.
Ma sto migliorando.
Con un'altra vita a disposizione ce la potrei anche fare.

lunedì 20 settembre 2010

1001 motivi

Cerco un libro:
Abbott, C, 21 Speeches That Shaped Our World: The People and Ideas That Changed the Way We Think, London: Rider, 2010.
Forse riuscirei, riuscirò ad averlo anche via posta, pagandolo più del dovuto e con un discreto tempo di comporto. Non mi piacciono gli e-books.
A Londra potrei semplicemente fare un salto in libreria.
E' un dato di fatto.

mercoledì 15 settembre 2010

Proud to be part of London 2012


Primo giorno di scuola: alle 7,10 sono già di fronte al primo cappuccino dell'anno scolastico con annesso cornetto vuoto in mano, alle 7,20 sono già a scuola. La prima come sempre, da sempre, senza necessità, senza riuscire ad arrivare più tardi a meno di cataclismi, almeno il primo giorno. Mi piace la scuola vuota che pian piano si riempie, la piscina a luci spente più invitante che mai.
Il 15 settembre parte anche la vera e propria campagna di arruolamento per le olimpiadi di Londra. L'accoppiata tra Londra e le olimpiadi è quasi incredibile, seppur scontata. Chi meglio di quella città potrebbe ospitarle, soprattutto organizzarle. Considerando la mia malattia londinese orgogliosamente ostentata, considerando che ogni volta riesco a commuovermi durante le cerimonie di apertura e di chiusura, stavolta devo provarci.
Dopo tre buone di sonno, in serata ho attaccato il form e in qualche modo ne sono arrivata in fondo, con un misto di eccitazione, ansia di sbagliare, di non comprendere, di dichiarare il falso non volendo ("dai tu la disponibilità alle sessioni di training tra gennaio e giugno 2012?" La mia disponibilità è totale, il problema è poter lasciare il lavoro per le sessioni). C'è anche un bel po' di amarezza perché le possibilità che mi possano scegliere, di poter davvero partecipare, di poter anche aprire le porte, porgere asciugamani, fornire indicazioni sono - lo so - piuttosto scarse: un po' i vincoli lavorativi, un po' l'handicap di vivere lontano dalla mia città, un po' - sono convinta - preferiscano comprensibilmente giovani studenti, un po' l'autocommiserazione è un abito che indosso con grande competenza.
Vedremo, per adesso mi consolo guardando compiaciuta il peluche di Wenlock, la mascotte dei giochi, comprata con una resa totale all'aeroporto di Stansted.

martedì 14 settembre 2010

Città


Ci dev'essere un componente antidepressivo nello smog delle città: più ce n'è e più sorrido, mi sento allegra e con un forte senso di appartenenza a quel luogo in quel momento. Le centinaia di auto che ingombrano le strade sono una piacevole compagnia, i semafori immancabili nelle foto.
I miei polmoni non concorderanno, eppure è così.

lunedì 13 settembre 2010

Fischi e sfarfallii



Un lunedì rubato e meritato, scavato nell'afa buona settembrina di Firenze, nella serra delle fate tutta bianca, trasparenze, tulle con le sedie a forma di farfalla. Piccole e grandi donne in mezzo alle farfalle. In disparte, discrete come sempre, vecchie conoscenze come la blatta fischiante del Madagascar.
Miracoli della natura umanizzata. Urbanizzata. E resa innocua.

sabato 11 settembre 2010

Sabato mattina


Il 28 agosto era giusto alzarsi alle otto e fronteggiare impavida, con maglione, sciarpa e giacca di pelle, il fresco della mattina. L'11 settembre, un po' anche perché è l'11 settembre, bisogna dismettere tutte le ansie, dormire dormire dormire nell'ultimo sabato mattina a disposizione per farlo, alzarsi, fare colazione e tornare a dormire.
Il resto può attendere.

venerdì 10 settembre 2010

Nostalgia


Circondati da centinaia di persone che vanno e vengono ci si può sedere, leggere, buttare qualche sguardo soddisfatto in qua e là, consapevoli di avere a portata di mano quasi tutto. E magari, se fa freddo, alzarsi entrare nella cripta e mangiarsi un bread and butter pudding oppure, un centinaio di metri più in là, salire al ristorante della Portrait.
What else?

domenica 5 settembre 2010

Mai


Nonostante il paragone con la scorsa settimana non regga, nonostante il laghetto di Niccolò Puccini proprio non assomigli alla Serpentine, nonostante l'inverno si presenti lungo e denso di dorate colonnine a scomparsa nei vialetti sotto casa, nonostante il nervo di qualche inizio mattinata, nonostante l'aiuto non richiesto per l'individuzione del parcheggio, è stata una buona settimana con molto zucchero e persino con qualche verdura ben umanizzata, molti sorrisi, diverse pause, magliette senza maniche e pantoloni corti.
Mai disdegnare una buona settimana ricca di pause, di abiti estivi e di gelato. Mai disdegnare una buona giornata, soprattutto quando si attende l'arrivo dell'uragano forza 5.

lunedì 30 agosto 2010

Discese

Dovunque vada negli ultimi tempi la temperatura precipita vorticosamente. Comincio a pensare di avere una dna da dissennatrice potteriana.

Game over


Cerco di concentrarmi sui lati, o meglio sugli angoli positivi: rivedo e risento i personaggi non precari, per due giorni sarà sempre agosto, è caldo, dormo nel mio letto, dormo, mi godo il silenzio, riguardo le foto, contemplo ancora il silenzio, guardo la posta, giro e leggo qua e là, guardo il bottino di dvd e le registrazioni del timer, getto sguardi compiaciuti su Wenlock, ascolto le fusa soddisfatte della belvina, almeno lei (apparentemente) felice.

domenica 22 agosto 2010

La lista


La battuta più comune in questi giorni è: "Ancora a Londra? Ma non ti stanchi mai? Non ti viene a noia? Non ti viene voglia di visitare qualche posto nuovo?"
Allora,stancarsi nemmeno a parlarne: vivo/sopravvivo a Pistoia tutto l'anno, figurarsi se posso stancarmi di Londra che è l'antiPistoia per eccellenza (anche se, per carità, nel mondo esistono luoghi ben più tristi e sfortunati). Come posso stancarmi di spettacoli teatrali di alta qualità, di parchi degni di tale nome, di sale da tè con gli scones e la marmellata di fragola, di concerti e concertini ovunque, della cortesia nei negozi, di un sistema di trasporti che funziona, di musei dove puoi entrare anche solo per leggere, di panchine pronte ad ospitarti ovunque, di bella gente intorno?
Non è una città economica. Ha questo unico difetto.
Avrei anche voglia di vedere qualcosa di nuovo e tutti gli anni, nel mio piccolo troppo piccolo lo faccio, senza rinunciare alla mia settimana londinese, necessaria ad affrontare e superare tutto un anno, un lungo anno. In definitiva sono riuscita a tornare da quattro anni e mezzo dopo dodici - dico - dodici anni di assenza. Sono comunque in arretrato di almeno dodici settimane.
Certo, se le finanze me lo consentissero, ho in mente una lista ben precisa di luoghi che vorrei visitare (e, in qualche caso, dove vorrei vivere): New York, la costa orientale degli Stati Uniti dal Maine a Washington D.C., S. Francisco, Seattle con qualche altra puntata interna scelta, il Canada, la Scandinavia compresa qualche isola, la Danimarca, la Scozia, l'Inghilterra (che non è Londra), la Germania con Berlino in cima, il Belgio, la Francia, l'Australia con una puntata in Nuova Zelanda, l'Irlanda, l'Islanda, l'Italia. Punto. Si ricomincia dalla prima della lista.

venerdì 20 agosto 2010

Intenti


Intendo affondare nelle voluttà della sofferenza fino a lunedì mattina, organizzare falò di bollettini, passarci più volte sopra con le ruote di un tir, lamentarmi a più non posso, dare sfogo alla mia rabbia. Poi più nulla per una settimana, intendo congelare qualsiasi cruccio.
Tanto saranno tutti lì a spintonarsi per essere in prima fila il 30 mattina.

domenica 15 agosto 2010

Scoperte (gastronomiche)

Nella casa con il fruscio dell'acqua, il verde inglese dell'erba e degli alberi, gli squarci di cielo nella stanza con i finestroni ad arco, ho mangiato (e apprezzato) il polpettone.
Ero convinta che fosse una pietanza di fantasia esistente solo nelle sceneggiature dei telefilm.

sabato 14 agosto 2010

Tre

Tre stelle cadenti sullo sfondo de Il concerto di Mihaileanu, una bellissima. Mettiamola, mettiamole nel conto dell'estate, insieme alla sciarpa, alla maglia a maniche lunghe, al giacchetto di pelle, ai pantaloni lunghi, alle scarpe chiuse e alla morsa di freddo umido.
Mi viene il dubbio di non aver mai lasciato il nord dell'Inghilterra.

giovedì 12 agosto 2010

Un altro


Un altro giorno d'estate, un giorno rubato all'autunno in cui guidare in pieno sole tra le strade semideserte, ascoltando Bublé. Uno sguardo al cielo dalla casa degli Hamptons di Pistoia, perfetto set per qualsiasi film, perfetta per una festa di matrimonio nel caldo di una notte di inizio luglio con l'erba fresca e le scarpe abbandonate sotto le sedie, perfetta per ritrovarsi, perfetta per condividere "Julie e Julia".
Lo storm, nel frattempo, si è perso.
E non ce ne rammarichiamo.

martedì 10 agosto 2010

Per quel che

Carpe diem ovvero riempi agosto di ciò che puoi, per quel che puoi, che poi a settembre, a ottobre, a gennaio ti rammaricherai di non aver(lo) vissuto appieno.

Caldo è ancora accettabilmente caldo, puoi dormire, leggere, fare incetta di almeno tre serie di telefilm; dietro l'angolo l'inverno e un enorme buco nero che fagociterà tempo, energie, il caldo buono. Chi può parta per luoghi scelti e agognati, chi non può progetti di partire appena potrà e pigi le giornate con pause debitamente selezionate, le decori con corti nascoste, minuscole e sconosciute con tazze colorate, corra in piscina perché giovedì tornerà a piovere.
Chi deve partire per forza per mete nient'affatto agognate, si scelga più accuratamente possibile i libri da mettere in valigia, carichi l'ipod, si armi di pazienza e mi scriva ogni qual volta sentirà l'impulso di urlare.

domenica 8 agosto 2010

I sollemny swear that I am up to no good

Molto di ciò che vedo o vivo mi ricorda qualcosa che ho letto o visto in qualche film, non dovrebbe essere il contrario?
- sostiene Dawson in chissà quale puntata di Dawson's Creek.
Essere d'accordo con Dawson non è mai un buon segno, eppure per me è così. Ho sempre vissuto le finzioni letterarie, teatrali cinematografiche come realtà parallele al limite del reale, con le quali è possibile interagire (da sani di mente, s'intende). D'altraparte l'arte, la scrittura, il teatro, la creatività intelligente è ciò che rende divino l'uomo e gli permette perfino di sconfiggere la morte.
Leggere un libro non è soltanto leggere, passare il tempo: è venir risucchiati da una realtà parallela costruita con le parole. Il libro è un oggetto da scegliere, comprare (non riesco a leggere libri prestati o della biblioteca), toccare, annusare (una volta a casa), su cui scrivere il nome e la data, finalmente leggere, sottolineare, annotare a lato e nelle ultime pagine, correre a sbirciarne la conclusione, bistrattare, pensare, confrontarsi, scriverne, guardare la trasposizione teatrale e cinematografica e confrontarne ogni più piccola differenza.
Leggere è una passione che richiede tempo. Ed esserne privati è sofferenza. Il grado di autocompiacimento, quando si riesce a ritagliarsi un angolo, più angoli della giornata per leggere, è infinito. C'è persino compiacimento nel piangere leggendo, talmente si è presi catturati e stregati dalla vicenda e dai personaggi, quando Harry guarda il corpo di Cedric in terra, con gli occhi spalancati e sa, si convince - noi no perché siamo meno ingenui di un personaggio - che presto giacerà a terra morto anche lui, non prima di essere stato umiliato e aver sofferto l'incredibile. Quando il cielo è a tratti un muro grigio scuro compatto, ti sorprendi a disegnarci mentalmente il marchio nero di Voldemort. Quando "hai l'impressione di avere semplicemente troppi pensieri e troppi ricordi stipati nella mente", ti chiedi perché non esista davvero un pensatoio - creazione grandiosa - in cui "travasare i pensieri in eccesso dalla propria mente, versarli nel bacile ed esaminarli a piacere." C'è davvero da credere che diventi "più facile riconoscere trame e collegamenti, quando assumono questa forma."
Il silenzio e il sole d'agosto sono perfetti per lasciarsi rapire dal filo delle parole stampate. La realtà, quando si insinuerà tra noi e il libro, l'affronteremo.
Mischief managed.

mercoledì 4 agosto 2010

Can you dance like an hippogriff?

Senza sottotitoli non avevo notato la meraviglia (di totale invenzione degli sceggiatori) del testo della disco dance del ballo del ceppo in Harry Potter and the goblet of fire:

Learning to rock and roll,
spin around like a crazy elf,
dancing by himself,
boogie down like a unicorn,
no stopping till the break of dawn,
put your hands up in the air
like an ogre who just don't care.
Can you dance like an hippogriff?


Per non parlare del lento finale:
No, don't let this magic die.
The answer's there.

martedì 3 agosto 2010

Pause




Luglio e agosto mi piacciono anche perché all'insegna di tante "pause" in cui ci si ritrova, si mangiano pizze, burrate ma soprattutto dolci e frappuccini, ci si racconta, si chiacchiera, si corre (letteralmente) verso lo Starbucks appena avvistato, ci si compiace di aver creato in una settimana nuovi frappuccino-addicted, si guardano foto e film, si ritrovano vecchi amici seriali come Ephram Brown, si commenta, si legge, ci si imbatte in compagni delle elementari, si ride, non si guarda l'orologio e si fotografa ogni dettaglio, per ricordare non tanto il terzino con panna montata quanto il momento, lo star bene in quel momento con quella persona (o anche da sola) in quel luogo.
Con naturale ma meticolosa ricerca si incastra ad arte pausa nella pausa, pausa dopo la pausa, per rivedere tutti, tutti quelli che meritano. La casualità poi vi insinua qualche volto inaspettato o nuovo. Nella pausa hai il tempo di guardarti intorno, di cogliere e di apprezzare gli angoli, i dettagli, gli scorci: dai divani che ti rimandano al Central Perk, alla tovaglia di Terzi, al vassoio in stile provenzale che ti compiaci di aver regalato, alla poltrona di Starbucks tra il marrone e il viola, al fulmine nel buio della notte di S. Alessio, a piazza del Duomo con vista battistero e campanile.
Ci si lascia voler bene; si vuole bene; si è orgogliosi di poter affiancare piccole grandi persone che stanno diventano gran belle persone; si annusano albe umide e fredde con un caffè bollente nel polistirolo tra le mani; si scrutano con invidia buona, a volerne cogliere l'arcano segreto, gli occhi di persone che hanno avuto il coraggio e la fortuna di regalarsi un po' di felicità.

venerdì 30 luglio 2010

"The" hall


"They walked out of the chamber, back across the hall and through a pair of double doors into the Great Hall.
Harry had never even imagined such a strange and splendid place." (J.K. Rowling, Harry Potter and the Philosopher's Stone, c. VII, The Sorting Hat).
E, in effetti, anche senza le candele sospese a mezz'aria e il soffitto di velluto nero trapunto di stelle, "the" hall (per eccellenza) ha un fascino incredibile, il fascino di Oxford.

sabato 24 luglio 2010

25 (ed oltre)



Dopo una vacanza, dopo aver letto, scritto, riguardato foto e dvd fino a tarda notte, dopo aver dormito fino a un'ora prima dell'ablativo assoluto e del tempio di Giove Feretrio, sapendo di poter tornare a dormire per l'intero pomeriggio, persino la Tristoia delle 15.15 uccisa dalla canicola e, quindi, più morta del solito non costituisce motivo sufficiente per deprimersi. Miracoli estivi e metereologici di cui sarà bene ricordarsi nelle fredde giornate ottobrine, quando la sveglia suonerà inumanamente alle sei e trenta, il riscaldamento sarà ancora spento, soprattutto non potrò disporre della mia giornata, che mi verrà sottratta minuto dopo minuto con conseguente disappunto.
Sopra i 25 gradi e in vacanza anche un'ordinaria vita di coatta provincia appare interessante.

venerdì 23 luglio 2010

A prescindere

Il caldo, le canottierine, i vestiti leggeri, camminare a piedi nudi, prendere treni con valige leggere, sentirsi leggeri, mangiare ad un tavolino in mezzo alla strada fa/fanno bene all'umore.
L'estate rimane la stagione migliore.

mercoledì 21 luglio 2010

Estate

Dormire con la finestra aperta e svegliarsi alle quattro con il profumo di bomboloni nell'aria.

martedì 20 luglio 2010

Ritorni


Adoro partire e viaggiare, meno tornare; ma solo perché riesco a viaggiare meno di quanto vorrei. Trovare all'uscita degli "arrivi" all'aeroporto la mamma con la lacrima ormai di rito, abbracciare, salutare, aprire la porta di casa, cercare di farsi perdonare dalla micia per l'assenza con mille coccole, ritrovare il proprio letto, il proprio divano, il pc, dormire per dieci ore di seguito, mangiare e tornare a dormire per altre sei ore sono, per me, l'epilogo immancabile di un viaggio.
Le ultime volte, le fughe sono durate così poco che, al ritorno, la pesantezza del cielo pistoiese e il ritorno a lavoro prevalevano, comunque, sul resto.
Stavolta, finalmente, di fronte c'è ancora l'estate, il caldo, le lunghe dormite, centinaia e centinaia di foto da riguardare, Bologna dove raccontare e ancora Londra.

venerdì 16 luglio 2010

Accenti


Il desiderio di tornare nell'inerte gattopardiano caos quotidiano pistoiese e' pari allo zero.
Mi concentrero' sul pensiero positivo del clima tropicale che mi aspetta e sulle vocali accentate sulla tastiera del pc.

mercoledì 14 luglio 2010

Inno


Dove e' troppo caldo e non si respira, dove tira e vento ed e' troppo freddo. Insomma, inno alla scienza: aria condizionata e caloriferi a contenere le imperfezioni della Natura.

martedì 13 luglio 2010

Tempo


Tra le motivazioni per cui sono qui, una delle preferite e' il tempo apparentemente guadagnato. Un tempo durante il quale non ho niente da fare, devo rimanere all'interno del college e attendere che i ragazzi escano dalle lezioni.
"E tu cosa farai nel frattempo?", in molti mi hanno chiesto tra il noioso e il curioso. "Tutto cio' che non ho avuto il tempo di fare durante quest'anno": leggere a mio piacimento, pensare, sorseggiare con estrema calma un caffe' americano decente, scrivere, smanettare con il pc, irritarsi con la tastiera inglese senza vocali accentate: tutto questo al caldo buono di una sala da computer su grandi e comode sedie anatomiche o sui divani. Fuori un cielo grigio chiaro monocolore e vento, tanto vento. E tutto molto molto lontano. Dove deve essere, almeno per il momento. Certo non vivrei qui per piu' di quindici giorni. Di sicuro non passerei l'inverno: la selezione naturale mi ucciderebbe ai primi seri freddi, ma per un inizio di luglio e' perfetto.

lunedì 12 luglio 2010

Barchini, pertiche e canali


Quanto, quanto, quanto avrei voluto studiare qui, vivere qui! Con escursioni londinesi, s'intende. Tolto il fascino dell'universita' rimangono due luoghi fatati, quasi finti, costruiti a bella posta per una grandiosa rappresentazione. Solo che il fondale e' di pietra, color miele per Oxford, piu' chiaro per Cambridge; l'edera si arrampica davvero da secoli lungo le pareti. Il fiume e i prati sono veri e sono piantati qui ben saldi quanto tutte le affascinanti e contraddittorie tradizioni dei college inglesi. Non sara' tutto oro cio' che luccica: sono luoghi elitari, costosi (un corso di una settimana durante l'estate costa 1.050 sterline ad Oxford), alcuni college non hanno accolto le donne prima del 1974, hanno aiutato ma anche distrutto, annullato le idee e le aspirazioni di generazioni e generazioni; rimane che avrei voluto far parte di quel mondo, attaccare alla bacheca della camera il mio orario, alcune foto, imbaccuccarmi ben bene d'inverno e affrontare il vento, studiare nella Radcliffe Camera, leggere nel meadow del Christ Church College, mangiare cibi poco confortanti nelle medievali dining room, magari nella hall del Christ Church (la stessa in cui sono state girate le scene della mensa nei primi due film ispirati ad Harry Potter), rifarsi con lo Starbucks dietro l'angolo o con gli scones della piu' vicina sala da te'.
Gli studenti vanno ancora a sostenere l'esame con la toga e il garofano all'occhiello. Una sciocchezza, un rito come un altro, eppure dannatamente affascinante. Perche' in Italia siamo cosi' refrattari alle uniformi, all'inutile ma divertente e confortante ritualita' non capisco. Non credo che il livello medio delle nostre migliori scuole superiori o universita' sia inferiore rispetto a quello anglosassone, ma il grigiore informale ne sgretola il prestigio, il fascino.
E non sono la sola, visto che oggi qui intorno, nella ben piu' moderna aula pc di un college sperduto nell'ovest dell'Inghilterra, spazzato dai venti dell'Atlantico, quasi una persona su tre sfoggia con orgoglio pacchiano la sua felpa della Oxford University.

Fascino senza tempo


Christ Church College, Oxford

domenica 4 luglio 2010

Domani l'aurora


Appena sabato scorso sull'erba di Wimbledon, lunedì di nuovo all'aeroporto, la buca e soprattutto la nottata delle scartoffie, Bologna, il Mambo e l'Eclisse, la tre giorni matrimoniale con volti felici e vite da vivere intelligentemente lontano da Tristoia. E domani si ripiglia. Si attendono, si sperano nuovi interessanti persone, angoli e tramonti, momenti per leggere e magari per scrivere, momenti per pensare e per rielaborare. E settembre è ancora lontano.

sabato 3 luglio 2010

Gusto


"Rifassi il gusto alla vita" come sempre e come sempre assurdo e inverosimile, quasi per un niente. Anche con segmenti di vita incastrati ad arte l'uno dopo l'altro o nell'altro, col sonno pigiato qua e là, anche mezz'ora, anche venti minuti (perché tutto fa).
Le stonature non mancano, ma iniziano a farsi "fuoco di fiamma lontana".
Intorno l'estate indiana.