domenica 8 agosto 2010

I sollemny swear that I am up to no good

Molto di ciò che vedo o vivo mi ricorda qualcosa che ho letto o visto in qualche film, non dovrebbe essere il contrario?
- sostiene Dawson in chissà quale puntata di Dawson's Creek.
Essere d'accordo con Dawson non è mai un buon segno, eppure per me è così. Ho sempre vissuto le finzioni letterarie, teatrali cinematografiche come realtà parallele al limite del reale, con le quali è possibile interagire (da sani di mente, s'intende). D'altraparte l'arte, la scrittura, il teatro, la creatività intelligente è ciò che rende divino l'uomo e gli permette perfino di sconfiggere la morte.
Leggere un libro non è soltanto leggere, passare il tempo: è venir risucchiati da una realtà parallela costruita con le parole. Il libro è un oggetto da scegliere, comprare (non riesco a leggere libri prestati o della biblioteca), toccare, annusare (una volta a casa), su cui scrivere il nome e la data, finalmente leggere, sottolineare, annotare a lato e nelle ultime pagine, correre a sbirciarne la conclusione, bistrattare, pensare, confrontarsi, scriverne, guardare la trasposizione teatrale e cinematografica e confrontarne ogni più piccola differenza.
Leggere è una passione che richiede tempo. Ed esserne privati è sofferenza. Il grado di autocompiacimento, quando si riesce a ritagliarsi un angolo, più angoli della giornata per leggere, è infinito. C'è persino compiacimento nel piangere leggendo, talmente si è presi catturati e stregati dalla vicenda e dai personaggi, quando Harry guarda il corpo di Cedric in terra, con gli occhi spalancati e sa, si convince - noi no perché siamo meno ingenui di un personaggio - che presto giacerà a terra morto anche lui, non prima di essere stato umiliato e aver sofferto l'incredibile. Quando il cielo è a tratti un muro grigio scuro compatto, ti sorprendi a disegnarci mentalmente il marchio nero di Voldemort. Quando "hai l'impressione di avere semplicemente troppi pensieri e troppi ricordi stipati nella mente", ti chiedi perché non esista davvero un pensatoio - creazione grandiosa - in cui "travasare i pensieri in eccesso dalla propria mente, versarli nel bacile ed esaminarli a piacere." C'è davvero da credere che diventi "più facile riconoscere trame e collegamenti, quando assumono questa forma."
Il silenzio e il sole d'agosto sono perfetti per lasciarsi rapire dal filo delle parole stampate. La realtà, quando si insinuerà tra noi e il libro, l'affronteremo.
Mischief managed.

2 commenti:

Gaia ha detto...

libri, tanti, ovunque, sempre. ma non credo ce la farò mai ad affrontare Harry Potter. e mi spiace pure.

steficab ha detto...

Tu no, ma alla Nina non dovrà essere sottratto. Soprattutto dovrà prima leggere i libri e solo dopo vedere i film.Sovrintenderò io. Per adesso è presto.