venerdì 29 luglio 2011

Presto


Il programma di ripristino del bioritmo comune (non naturale) procede a rilento. E' che questa città pare dormire anche quando è sveglia, all'una di giorno giù quasi tutti i bandoni e il tempo autunnale con quella sua luce perfetta, è ideale per leggere "Much Ado", girare per la casa, aprire cassetti e pensare: "Lo porto. No, non lo porto. Dovrei?", aumentare le pile precise (per una volta) di indumenti e oggetti sopra la bandiera dispiegata apposta sul letto. Manca poco e manca troppo. Se manca poco, va comunque bene. E' il tempo giusto per perdersi nelle cartine, nei progetti, nelle liste, nelle stampe e soprattutto non lasciarsi intristire da niente. Quasi tutto è meno importante. Chi è intorno lo sa, lo vede ed è indulgente.
In aprile sveglia alle 6.30, colazione alle 7 e via: per alzarsi presto (ed affrontare il freddo oltrettutto), ci devono essere ragioni di ferro, anzi d'acciaio. Ad aprile intorno c'era il tutto, il troppo pieno, casa. Nei giorni scorsi mi è persino venuto di mente di alzarmi presto (qualche volta e senza svegliare i compagni di vita e d'avventura) per andare a correre nel parco, per un minuto e mezzo - s'intende -, poi sedersi, fotografare, leggere, sorridere, assaporare compiaciuta il momento, il luogo, lo smog.
Quindi, ho aggiunto la tuta sulla bandiera.

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