martedì 12 luglio 2011

Tra le tre e le quattro e mezzo

In queste notti tra le tre e le quattro e mezzo s'intrufola deciso dalla finestra di camera il profumo intenso di bomboloni caldi.
Prima o poi scendo anche in pigiama e ciabatte, mi affaccio dentro il laboratorio, cercando di non spaventare il panificatore/pasticciere, e pretendo, chiedo, imploro un bombolone appena sfornato.
Che poi - non capisco - non ricordo bomboloni tra le paste di quel panificio; forse anche in inverno se li mangiano tutti i vicini nottetempo o subito all'apertura, forse mi incanta il mero profumo delle paste appena sfornate che per me è comunque e sempre il bombolone fritto, gettato nello zucchero e mangiato ancora bollente a Badia, durante la festa. Il bombolone vero - sia chiaro - quello col buco senza ripieno, quello che sa di pasta burrosa e di zucchero, che sa di buono - qualsiasi cosa ci sia in quell'impasto. Oppure è la frittura a rendere un semplice impasto di farina, acqua e qualcos'altro, un profumo e un sapore inchiodati nel palato e nella memoria da sempre. Francamente lo ignoro. Per me il cibo nasce già pronto. Comunque, un po' di burro ci deve pur essere in quel profumo/sapore diabolico. C'è il burro in tutto ciò che più mi piace: nelle paste di Paul, in quelle dei paesini dispersi sulle Dolomiti, in quelle di Berlino, persino nelle "macine" del Mulino Bianco. Quindi, per deduzione anche nei bomboloni della mia memoria e in quelli ( per me virtuali) del mio vicino panettiere/pasticciere ci deve essere il burro.
Non m'intendo di cucina, m'intendo di film e di poco altro, quindi tendo a fidarmi di Julie Powell in Julie & Julia:

"Fatemelo dire: c'è niente di meglio del burro? Pensateci, quando assaggiate qualcosa di squisito e dite: "Ma cosa è?". La risposta è quasi sempre: "Il burro". Se un meteorite si dirigesse verso la terra e avessimo solo trenta giorni da vivere, li passerei mangiando burro. La mia ultima parola sull'argomento: il burro non è mai troppo."

E nemmeno i bomboloni, soprattutto il profumo, la fragranza del bombolone tra le tre e quattro e mezzo nel silenzio della notte di luglio (perché ad agosto il panettiere se ne va in vacanza).

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