mercoledì 22 agosto 2012
Nemmeno gli ascensori
Pretendo la pioggia, magari senza danni collaterali, che qui è tutto d'un giallo bruciato orrendo mescolato alla polvere, all'aria afosa e appiccicaticcia. Par d'esser in mezzo alle tombe degli eretici a Dite, con la punizione supplementare della luce bianca e calda sparata addosso e sugli occhi. Continuamente.
E gli ascensori non indicano nemmeno a che piano sono o dove si dirigono.
martedì 21 agosto 2012
Lisce o a costine purché colorate
lunedì 13 agosto 2012
Farewell
mercoledì 8 agosto 2012
Stasera
martedì 7 agosto 2012
Tutto
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sabato 28 luglio 2012
Enjoy
martedì 24 luglio 2012
E poi
sabato 21 luglio 2012
Tecnorespingente
Da quando sono tecnorespingente? Mi par d'essere in mezzo ad un complotto: internet non funziona, dove funziona non si può stampare, dove si può stampare inizia a non funzionare; i podcast non si aprono; il bancomat è fuori servizio. Non solo: la vecchia posta a mano non passa se non ogni 4-5 giorni e dei biglietti, nonché una scatola, sono dispersi. Niente di fondamentale, per carità; forse è solo la lenta trasformazione in un Paese del terzo mondo, ma ho sempre adorato la tecnologia? Perché non sente più il mio affetto? Perché mi respinge?
Eccezionalità
Ieri l'altro hanno ricominciato a trasmettere "Ally McBeal", forse terza serie, non mi è chiaro. Battute fantastiche, soprattutto quelle politically non correct di Richard o il Barry White di Biscottino. Invece da due settimane rendono "Accidentally on Purpose" e io trovo infinitamente affascinante Grant Show, quasi cinquantenne, persino più attraente di quando lo adoravo in "Melrose place", una ventina di anni fa. Guardavo "Melrose" solo per lui e l'altro biondino, che adesso pare suo nonno.
Ale studia a puntino "Dawson" con la stessa nostra devozione, a volte mi spaventano le simmetrie, ma ha un carattere e delle risorse ben diverse dalle mie.
Insomma, tante sono le sciocchezze che di minuto in minuto vorrei dire all'unica che le apprezzerebbe invece di perdonarmi le mie stranezze, tanti dettagli che mi piace scriverle sulle prenotazioni che mai avrebbe fatto, come la passeggiata presso il villaggio olimpico o il museo degli studios di Harry Potter. Lei legge, sorride e ride. E risponde a notte fonda perché capisce che in quel momento mi è necessaria. Lei che di me tutto e sa e mi vuole comunque un gran bene, proprio perché sono io e sono in quel modo un po' strambo. Lei che è eccezionale.
giovedì 19 luglio 2012
Score
domenica 15 luglio 2012
domenica 8 luglio 2012
Happy Ending
"Le vostre storie sono sempre a lieto fine?" - chiede Wisley a Jane in Becoming Jane.
"I miei personaggi dopo una serie di peripezie hanno ciò che desiderano." - chiarisce lei.
"Solo che il bene non trionfa sempre. Ed è universalmente riconosciuto." - conclude lui.
Ma almeno nella finzione artistica deve accadere e Jane Austen l'aveva ovviamente intuito.
Bomboloni mania
venerdì 6 luglio 2012
The Shard
giovedì 28 giugno 2012
Nora
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giovedì 21 giugno 2012
Tavolini a colazione
mercoledì 20 giugno 2012
Schede
venerdì 8 giugno 2012
8 giugno 2012
lunedì 28 maggio 2012
28 maggio
Oggi sarebbe stato perfetto un picnic in Regent's Park, anche dietetico, su copertina a quadri. Questo avrei voluto regalarti e regalarmi.
mercoledì 23 maggio 2012
Mondi alieni
Io e la musica due mondi contrapposti, essa esiste al di fuori di me. Non la conosco, almeno chi ben mi conosce sa che non la conosco; non la ascolto o ascolto sempre la stessa per mesi, da gennaio attualmente. A volte, però, dal vivo m'incanta. M'incanta il piano con quei colori irruenti e decisi, con i contorni lisci e perfetti e quegli spartiti a volte compitamente costretti nei raccoglitori con le copertine colorate, a volte (e sono i miei preferiti) sgualciti, accartocciati perfino rattoppati con lo scotch. M'incantano le mani dei pianisti, le dita dei pianisti, affusolate, rapide e indipendenti, veloci al limite dell'umano, oltre l'umano.
Ho scoperto che le mani dei pianisti possono anche tremare e suonare comunque bene, alla fine parte del divertimento è condividere, mettersi alla prova, vincere il limite. E la sofferenza, parecchia anche, è nel conto. Il pianista più di altri suona a memoria e ciò lo rende ancora più affascinante perché la musica è tutta nella sua testa, apparentemente senza possibilità di riflessione, di compromesso, tranne quando decide di farsi beffe dei mortali, di quelli che solo ascoltano e solo possono ascoltare.
E alla fine, felici, dopo aver suonato per gli altri, due se ne tornano nell'aula di pianoforte e suonano di nuovo, per loro; per la gioia di suonare, di suonare insieme.
lunedì 21 maggio 2012
Silenzio
Stanotte si dorme. Eventualmente posso sognare le oscillazioni, Natura matrigna bastarda. Non si cede alla strategia della tensione, soprattutto a quella orchestrata dalla Natura.
L'altra ancora non la comprendo.
domenica 20 maggio 2012
Evoluzioni
Insonnia da terremoto.
Ad otto anni e mezzo ricordo un boato atroce, come un tir lanciato a tutta velocità sotto casa, solo che sotto casa mia non passavano tir e il boato era persistente e inquietante, poi gli sportelli della cucina bianca che sbattono come impazziti, il babbo che mi trascina giù per le scale, io che urlo piangendo: "Nonna, nonna!", perché lei si attarda in un'altra stanza e torna ridendo, la mamma che si precipita a prendere le chiavi. In strada tutti, io con la tuta e con le scarpe della comunione, una allacciata e l'altra no; infine la telefonata allo zio di campagna al telefono pubblico a gettoni del bar di fronte alla chiesa. A raccontarlo pare un film in bianco e nero, invece il mio ricordo è a colori con le macchie bianche inquietanti degli sportelli della cucina e delle scarpe. E qui si chiude il ricordo e inizia l'ossessione per i terremoti, quasi comica dall'esterno. Con gli anni ho imparato a sdrammatizzare tranne che nei sogni, dove spesso mi non riesco a catturare la gatta spaventata dalla scossa, oppure la catturo e mi scappa per le scale o in strada.
Nella realtà, una volta ero talmente stanca che, percepita la scossa (leggera) nel dormiveglia, ho distintamente pensato: "La prima scossa è quasi sempre la più pericolosa" e non mi sono mossa. Stavolta mi sono svegliata, ho capito distintamente che di terromoto si trattava e ho pensato: "[Imprecazione!], ora mi suona l'allarme!". Ho acceso la luce, spento l'allarme e inviato messaggi a chi è lontano e mi preme.
Una volta accertato che almeno lì tutti stanno bene, dove è stato l'epicentro, dove l'ipocentro, ecc. ecc., trovo un tempo che non avevo, un'alba con la pioggia e gli uccellini riuniti a concerto. Lasciarsi ossessionare non salva la vita, né la rende migliore.
Quando la mala suerte non si accanisce, le ossessioni si assottigliano, ma non fanno comunque dormire. E pare che più in là si sia stati molto meno fortunati, perché la Natura è matrigna davvero - come sosteneva Giacomo - e l'umanità a volte non è da meno.
lunedì 23 aprile 2012
Time flies
"Time flies" appunto mi apostrofava la torretta in legno vicino alla nave dei pirati di Peter Pan nei Kensington Gardens. Peccato che debba sprecare la gran parte del mio tempo in attività noiose e poco utili. Correndo e arrancando oltretutto.
E scalpitando parecchio, rassegnata ma ben poco renitente. In attesa.
martedì 10 aprile 2012
5
Da studentessa iniziavo a fare i compiti subito il primo pomeriggio delle vacanze, davanti alla televisione s'intende, e continuavo fino all'ora di cena. Il secondo giorno, ancora armata di buoni propositi, dopo almeno dieci ore di sonno, riprendevo; con la televisione s'intende. La parte della tv m'è venuta bene anche stavolta, devo dire. Con l'aggravante che non riesco contemporaneamente a lavorare e a guardare film o telefilm in inglese.
Tutto si è fatto più complicato e più piacevole, a volte anche più malinconicamente piacevole forse perché perché sono più selettiva verso gli altri e più indulgente verso me stessa: faccio ciò che voglio, vedo chi voglio, che già espio abbastanza con la geografia.
Tante sono le persone e le cose da pigiare in cinque giorni, che possono sembrare e sono anche tanti; quindi, nessuna lamentela e nessun rimpianto se non topografico perché davvero qui si sta stretti e i colori sono opachi, per me, mentre i giorni, i miei giorni si assottigliano.
Strano, o forse umano, come anche nelle situazioni peggiori si impari ad esigere il meglio, ad apprezzare persino le brocche di cristallo e ne spunti fuori una bella giornata, dove ogni sorriso, ogni battuta è cementificata nella memoria.
I biscotti per la colazione nel rosso col fiocco verde, l'onore del bacino sui capelli, il freddo e il piumino ritrovati, il sole di Firenze dopo la pioggia, la prima volta alle Giubbe Rosse fanno il resto.
E domani si ricomincia senza rimpianti.
domenica 25 marzo 2012
Un'ora
E mi si sottrae anche un'ora di sonno, di vita oltretutto per regalarmi un'ora di sole in più? Oltre il danno la beffa.
Tanto s'è visto poco sole negli ultimi tempi. A chi piace il sole piace anche l'alba, in genere; e allora costui si alzi prima la mattina e si goda il sole più che può che io dormo volentieri e ho già visto troppo sole per quest'anno.
martedì 14 febbraio 2012
Non
Capisco il no alle olimpiadi di Roma: non è il momento.
Probabilmente, certamente non è il momento per permettersi investimenti milionari in progetti olimpici che, mal gestiti e spesso anche ben gestiti, lasciano debiti con parecchi zeri. Però mi dispiace parecchio lo stesso. E' una rinuncia e un'ammissione di resa alla realtà che vale più di un declassamento di un'agenzia di rating.
Ci saranno altre occasioni, per quanto ne dubiti, e sarà comunque troppo tardi.
Probabilmente, certamente non è il momento per permettersi investimenti milionari in progetti olimpici che, mal gestiti e spesso anche ben gestiti, lasciano debiti con parecchi zeri. Però mi dispiace parecchio lo stesso. E' una rinuncia e un'ammissione di resa alla realtà che vale più di un declassamento di un'agenzia di rating.
Ci saranno altre occasioni, per quanto ne dubiti, e sarà comunque troppo tardi.
giovedì 9 febbraio 2012
Complementi d'arredo
C'è poco da fare, in quella città hanno sempre gli oggetti e i complementi d'arredo migliori.
Per la tempesta di vento in arrivo (con un pensiero forte per i bolognesi) sarebbero state perfette le barriere preventive antisommossa, perfette. Avrebbero stroncato sul nascere il panico per lo spegnimento della caldaia.
Sottintesi
Dopo una settimana finalmente ho recuperato parabola e segnale. Peccato da domani rinevichi con tanto di blizzard.
Detestabile Natura matrigna.
Il turpiloquio è sotteso.
Detestabile Natura matrigna.
Il turpiloquio è sotteso.
sabato 4 febbraio 2012
Pioggia!
Imploro una sana pioggia di quella incessante a corde senza vento con una temperatura invernale ma umana. Persino una repellente fitta silenziosa nevicata sarebbe preferibile alla bufera infernale che trapana l'orecchio e abbrutisce sotto strati infiniti.
Non se può più. Io non ne posso più.
Non se può più. Io non ne posso più.
giovedì 2 febbraio 2012
Si guarda
Finalmente The Artist: mi aspettavo qualcosa in più, viste le critiche. Non è un capolavoro, ma si guarda (una volta). Un po' a metà tra Singin' in the Rain, senza sfiorarne la grandezza (e senza le coreografie e il genio di Gene Kelly) e An affaire to remember senza Cary Grant. E' ben girato, ben fotografato, ben musicato, con un canino fantastico che avrebbe meritato la candidatura ai prestigiosi premi più degli attori. Ha un tip tap (il film, non il cane) un po' troppo d'impeto che non è paragonabile con quello dei grandi del passato, né con quello dei ballerini di Crazy for you. Rimane che basta che un film preveda scene di tip tap per non farmi pentire di aver affrontato il gelido freddo.
mercoledì 1 febbraio 2012
Avviso
Chiariamoci: per stasera e solo per stasera posso concedere un moderato "Let it snow": che nevichi, faccia fare le foto, dia l'idea dell'incanto, regali a pochi fortunati una giornata rannicchiati sul divano con copertina preferita annessa. Poi via veloce e ciao. Tanti saluti. Piacere d'averla vista. E poi non rivista.
Mi pare d'aver concesso già abbastanza perché una parte di me è di buon umore (l'unica soggetta a modulazioni positive in questo periodo). Se per caso la bufera mi spenge la luce o peggio la caldaia, o limita la parabola, mi si stia alla larga, che è meglio.
mercoledì 25 gennaio 2012
La mia squadra
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Le nominations per gli Oscar 2012 prevedono Kenneth Branagh come miglior attore non protagonista per "My week with Marylin"; miglior film, regia e sceneggiatura per "Midnight in Paris" e tanto mi basta. Ancora "The Artist" mi manca, ma per stima e affetto incondizionati Kenneth e Woody rimangono la mia squadra.
domenica 22 gennaio 2012
Tre e tre
Tre spettacoli ho seguito ad inizio anno, tre spettacoli uno più eccezionale dell'altro.
"Crazy for you" era una seconda visione dopo l'incanto di una sera d'estate in una cornice da favola con tanto di volpe nei dintorni; anche con tanto di elicottero e sirene della polizia, ma questa è un'altra storia. Tip, tap; le canzoni di George e Ira Gershwin; un novello Gene Kelly col suo stesso sorriso, attori, cantanti e ballerini fantastici; tante ballerine che facevano battere le manine alla Giulia, le facevano ridere gli occhi per la felicità e rimanere a bocca aperta per la sorpresa. Quella gioia, quelle emozioni forti, quel pianto in taxi perché un cosa così bella era finita non li dimenticherò mai. E quindi sono tornata a vedere "Crazy for you" ad inizio anno nella cornice meno fiabesca di un teatro al chiuso, ma l'emozione è stata la stessa. Alla fine come uomini e donne qualunque, tutti uscivano dalla porta secondaria del teatro come se niente fosse, perché per loro creare lo straordinario è ordinario: se ne sono andati alla spicciolata, i musicisti con lo strumento sulla spalla. Fra gli attori, qualcuno ha aspettato il compagno di lavoro per finire la serata insieme, altri si sono salutati con "nighty, night", qualcuno si è fermato a parlare con me delle differenze tra l'allestimento all'aperto e quello al chiuso, dei tempi di preparazione.
Il giorno dopo, appena a qualche centinaio di metri di distanza, un attore e uno scrittore molto più conosciuto, Simon Callow, elargiva il suo regalo di Natale alla città: raccontava al suo pubblico, come un aedo o un bardo d'altri tempi, "A Christmas Carol". Da solo, con un cappotto, sette sedie, una tenda, pochi e perfetti effetti scenici e sonori, Callow ha reso l'incanto di Dickens, mutuandone i più diversi registri dal comico al drammatico, senza mai sbagliare, senza mai un'incertezza, uno sguardo inadeguato, senza mai nemmeno tentare di tamponarsi il volto madido. Un'ora e un quarto di pura magia. Perché l'ha fatto? Perché ha deciso di sottoporsi per un mese a sei spettacoli la settimana che sono di fatto un tour de force fisico molto pesante anche per un attore ben più giovane di lui? Non credo per denaro, perché non penso ne abbia bisogno; né per visibilità, per la stessa ragione; né certamente per noia. Lo ha fatto perché evidentemente ha scelto bene il suo mestiere e, al di là dello sforzo fisico, si nutre della stessa magia che regala allo spettatore.
La terza sera, per festeggiare una nuova patente, abbiamo assistito al musical "Matilda", ispirato al testo di Roald Dahl, tanto amato da piccola dalla mia giovane amica. Non posso dire che lo spettacolo mi abbia emozionato come gli altri due, ma non è stato meno grandioso. Pare incredibile che una bambina di dieci anni riesca a reggere uno show di due ore in cui è quasi sempre sul palcoscenico interpretando con grande spontaneità e bravura sia le battute che le canzoni, per non parlare dell'eccezionalità, della coordinazione incredibile dell'intera compagnia di adulti e bambini, dell'orchesta senza dimenticare i tecnici delle luci. Mentre scendevamo le scale del teatro, come sempre, c'era quel miscuglio fantastico di allegria, di appagamento e di malinconia per la fine di qualcosa di perfetto.
Tre spettacoli ho seguito al teatro "Manzoni" di Pistoia dall'inizio della stagione, nessuno che mi abbia entusiasmato: il primo era appena piacevole, il secondo era inguardabile e inascoltabile, nel terzo si guardavano solo Santamaria e Nigro.
Non sempre è così: l'anno scorso c'è stato un grande "Romeo e Giulietta" con giovani attori, un "Un marito ideale" molto buono; due anni fa un ottimo "La parola ai giurati". Comunque finora siamo a tre contro tre. D'altra parte l'eccezionalità è tale proprio perché si erge sul mare infinito dell'ordinario e ti fa venire la pelle d'oca, ti fa emozionare, ti fa sentire felice di essere viva in quel momento, di essere parte come spettatore di un evento incredibile che non puoi fermare e catturare, tenere e riguardare a piacimento come un libro o un film. E' teatro.
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