martedì 1 dicembre 2009

Il piacere di un film

Con ieri posso dire di aver terminato la visione di "The notebook", più che un anticipo un regalo di compleanno decisamente indovinato. Sì, perché un film che piace, che interessa, che prende non può semplicemente essere guardato, visionato. Si procede ad una prima partecipata visione, anche a blocchi causa la vita reale e le reali rotture di scatole che incombono. Durante e al termine della visione lo si commenta con chi di dovere, con chi è in grado di capire certe sfumature nelle battute, nelle scene, nelle espressioni. Poi ci vuole un giorno di decantazione, durante il quale - come sempre rapita da altro - non si vede l'ora di tornare a casa anche per guardare e studiare tutti i contenuti speciali: interviste, location fino alla visione integrale numero due con il commento del regista, del protagonista, dello sceneggiatore, ecc.; infine, nei giorni successivi, con calma, non rimane che regalarsi di nuovo le scene più belle. Se poi il film si rivela "Uno dei tuoi film", meriterà la posizione frontale e non la costola sulla credenza bianca accanto a Annie Hall, The holiday, Cammina non correre, Peter' friends, Elizabethtown, When harry met Sally, Reality bites, About a boy, Something's gotta give, The Philadelphia story, Chocolat, ecc. ecc. ecc.

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