giovedì 3 luglio 2008

Anche la materia rivendica i propri diritti (e ha spesso ragione)

Nel trionfo della materialità e della semplicità di questi giorni, dopo oltre un anno, ho preso la macchina e ho la fatto una spesa che può definirsi tale. Per tale intendo due sacchetti colmi e una cinquantina di euro. Certo, niente che debba essere cucinato per più di tre minuti; è naturalmente il trionfo del latticino e del carboidrato, ma è una spesa. Alcuni partono e anch'io partirei volentieri, persino per il mare. Partirò. L'importante è sapere di partire, partire per andare dove vuoi tu con chi vuoi tu. Le giornate scivolano via, al contrario della cappa di caldo, tra bozze, telefonate e dvd. Niente di esaltante, ma anche nessun dramma alle porte. Non è un lasciarsi vivere, è riuscire a vivere, è accorgersi di vivere. Si guarda al futuro con strana stupita tranquillità. Di solito, quando mi augurano "tanta serenità", storco il naso e mi trattengo da un commento cinico; tuttavia, dopo essere stata costretta a scavare sul fondo per qualche tempo, o muori o risorgi. Io tendo a risorgere. D'altra parte non si può vivere sempre nella continua tensione e, anche senza gli enzimi omeopatici che dovrebbero far recuperare un sano metabolismo, si mangia, si dorme, si legge, si pensa ma con levità, si fa persino la spesa. Ah, e ci si stupisce perché Qualcuno dubita del proprio ineffabile valore. Questo più di ogni altra cosa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh. Insomma. E' giusto così. Si risorge e si affonda un po' per uno. Anche per aver sempre una mano cui aggrapparsi.

ilgrandevuoto ha detto...

"Brava Mano! Dai una mano!"

steficab ha detto...

Per quanto possano girare i coglioni per motivi propri, è inaccettabile che Qualcuno a cui tieni possa affondare. Ecco perché, in genere, si risorge e si affonda un po' per uno.