martedì 29 dicembre 2009

Watson e Holmes

I produttori e il regista di Sherlock Holmes devono aver pensato: "Quale può essere una coppia di attori carismatica, affascinante, intrigante, irresistibile, di sicuro impatto anche commerciale?"
Si sono risposti: "Robert Downey Jr e Jude Law".
Passaggio successivo: "Quale coppia storica, trascinante potremmo far loro interpretare?".
Tra le altre ipotesi "Holmes e Watson" è risultata quella vincente. Poi la produzione ha incaricato un gruppo di sceneggiatori in gamba di trarne un soggetto decente con buone battute, raccomandando il margine per un sequel. Ed ecco lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie.
Un film praticamente costruito sui primi piani di Jude e di Robertino, sulle faccine di Robertino, sugli sguardi assassini di Jude, sui pettorali di Robertino e sulle spalle di Jude, su Robertino nella versione con mantello e occhialino tondo e su Jude con il completone ottocentesco e claudicante. I due sono anche bravi, il che non guasta. Credo che nessuno, tranne Simona, vada a vedere questo film per puro interesse verso la storia del personaggio Sherlock Holmes. Nessuno. Il film è anche ambientato a Londra, ma avrebbero potuto ambientarlo ad Algeri e non avrebbe fatto differenza. Il punto non rileva.
Quindi, il 28 dicembre si può e si deve prendere e partire per Bologna per condividere simili imperdibili esperienze mistiche, che rendono migliore la vita.
E magari tornare a vederlo a Pistoia. Ed essere già in attesa del sequel.

domenica 27 dicembre 2009

Sons of Misteltoe


Un impiego che mi calzerebbe alla perfezione sarebbe consulente sui film e sui telefilm di Natale da tramettere appunto a Natale. Guardo quasi di tutto, anche i film natalizi tedeschi, quelli italiani invece proprio non reggo (i vari Finalmente è Natale con Jerry Scotti o Il mio amico Babbo Natale con Banfi), lenti, poco natalizi, senza battute e senza un'ombra di New York per Natale. Non capisco perché The holiday non venga mai trasmesso in questo periodo: è carino, ha buone battute, è veloce, soprattutto c'è Jude, un'ottima Kate Wislet, c'è Londra e c'è il Natale; mi consolo in ogni caso con una visione in dvd ogni due mesi. Quest'anno impiegabilmente, visto che siamo già passati ai film italiani, non è stato ancora trasmesso Sons of Misteltoe con George Newbern (il Danny-yeti di Rachel in Friends), un classico, non un capolavoro ma un classico con la neve finta che più finta non potrebbe essere nella scena finale. Finirà che lo ordinerò in dvd.
Manca all'appello anche un altro film di cui non conosco nemmeno il titolo (c'è un angelo nel mezzo, ma in metà dei film di Natale c'è un angelo nel titolo), un film con David Conrad, al massimo di metà anni Novanta. Quello poi è quasi perduto. Insomma, i film di Natale dovrebbero essere trasmessi con maggiore scientificità per le matte come me che li passano in rassegna uno per uno e li registrano, quando sono fuori.

venerdì 25 dicembre 2009

A very good Xmas!


Sotto una coperta a quadri a sorseggiare cioccolata calda, guardando Chocolat, riascoltando la storia del gatto mammone. O anche sotto il monsone.

mercoledì 23 dicembre 2009

23-24 Dicembre

Ancora niente lista, se non mentale, dei regali comprati; tutte le buste e i pacchi ammonticchiati intorno all'albero acceso col piede appena rientrata in casa; finalmente la temperatura ideale per camminare e cercare, scovare, dirigersi a colpo sicuro e dispensare "auguri di Buon Natale" ad amici, conoscenti e negozianti; scorgere per terra un grumo nero, ombra della neve che fu, e pestarlo con lo stivale, disintergrarlo con grande soddisfazione. Tutto o quasi rimandato a gennaio. Finalmente sorridere, in auto sotto una meravigliosa pioggia battente, persino in fila, nel traffico prenatalizio. E il 25 esce "Sherlock Holmes".

lunedì 21 dicembre 2009

Bollettino di guerra

Ore 10.09: le ultime nuove dal fronte freddo.
http://tvltvlibera.blogspot.com/2009/12/ancora-neve-e-gravi-problemi-alla.html.
http://tvltvlibera.blogspot.com/2009/12/pistoia-strade-in-tilt-e-inviti-alla.html
Io, barricata in casa, attendo il disgelo, contando i viveri.
E magari è anche quasi Natale. E avrebbe fatto piacere poter uscire per comprare gli ultimi regali.

sabato 19 dicembre 2009

Cronaca di un decesso annunciato

Di solito Pistoia è una piccola sonnolenta città. Stasera sembra morta, uccisa dalla neve e dal ghiaccio. C'è un silenzio di tomba nelle strade. Poi, all'improvviso, dal nulla si avverte un rumore sinistro e grottesco, come di un carro armato: è l'auto di un sopravvissuto. Bella la neve, eh?

Vivere il momento

Notte: buio, luce innaturale, fruscii strani, il rumore sommesso della neve che si compatta sotto i moonbooots, luci di fari, enormi tritacarni che fagocitano e risputano neve nera, foto, chiacchiere di conforto con la giornalaia, catene, caldo, messaggi, telefonate.
Mattina: colazione, deduzioni (chi abita in montagna si alza presto e impiega ore per raggiungere qulasiasi luogo, dunque chi abita in montagna dorme poco e non fa un cazzo).
Pomeriggio: ghiaccio, ritardi, pericolo di cadute, tempi insostenibilmente lenti, altri tritacarni al lavoro (ma non certo gli spalaneve o i mezzi spargisale), centro, luci, civiltà, conforto, risate, catene, vialetto, 21° gradi di sicurezza.
Sera: Prenotare treni, rincorrere notizie, vivere il momento: assaporare il calore artificiale del metano, tre piani sopra la silenziosa nemica che ruba la libertà.

giovedì 17 dicembre 2009

Allarme meteo

Ieri sera nell'enorme angar non riscaldato o invano riscaldato, solo io scambiavo i suoni sommessi che provenivano dalla palestra per una tempesta di vento e neve. Arrivata a casa con un leggerissimo nevischio, mi sono sentita al sicuro; stamattina, pronta al peggio, ho passato in rassegna le confortanti previsioni, poi, spaventata da un sospetto leggero manto grigio sulle auto, mi sono rassegnata all'autobus. Stasera Giorgio, il meteorologo di fiducia, annuncia concrete possibilità di nevicate anche in pianura da domani pomeriggio fino a sabato mattina. E tutti sono calmi. Prenotano la pizzeria per domani sera. Io che in pizzeria andrei volentieri, sistemo accanto alla porta i moonboots in caso di prematura nevicata notturna e penso di portarmi dietro le chiavi della casa della mamma, più vicina alla pizzeria in caso di copiosa nevicata annunciata.
Oltre ad essere incompatibile con il freddo polare, reggo poco la tensione che si protrae, non tollero le attese prolungate, quindi a questo punto DEVE NEVICARE e non domani pomeriggio, bensì ora, subito, all'istante. Almeno ci si attrezza e punto. E allora che nevichi e alla svelta anche!

martedì 15 dicembre 2009

Intolleranza polare

Considerando che la mia temperatura ideale si aggira tra i 25° e i 28° gradi (almeno), ben si può intuire quanto soffra in questi giorni. Dicembre, il Natale, le luci, partire la mattina da casa con i primi bagliori che rompono la cortina del buio a oriente, la sciarpa rossa e la sciarpa viola, il cappello rosa di Dublino, tutti correlativi oggettivi cui non potrei rinunciare, eppure il freddo intenso ogni anno mi coglie alla sprovvista e mi annichilisce. Le persone intorno a me lo avvertono, ma lo fronteggiano. Non so come. Devo possedere una genetica diversa, perché assumo tempi mentali e motori da bradipo, mi sposto da termosifone a termosifone, in auto tengo il riscaldamento sulla quarta tacca, sono più nervosa e insofferente del solito (anche se il contesto non aiuta, c'è da dire). Tutti sintomi da intolleranza polare acuta. Speriamo di salire almeno sopra i cinque gradi di minima. In definitiva non chiedo molto.

domenica 13 dicembre 2009

Scuola: a dicembre è tempo di cambiare!

Sono ormai diversi anni che verso novembre, dicembre, talvolta anche gennaio finalmente sono pronte le graduatorie definitive utili per l'accesso degli insegnanti alle supplenze annuali e temporanee. La scuola inizia a settembre in Italia - questo si sa (o forse no?) -, ma le graduatorie definitive arrivano almeno due mesi dopo il suo inizio; ciò significa che solo nei casi fortunati l'insegnante che ha predisposto e progettato il suo lavoro da settembre (o ottobre) avrà la fortunata opportunità, conoscendo le peculiarità della classe e dei singoli alunni di lavorare per l'intero anno, mettendo in atto le strategie più idonee ai bisogni formativi dei ragazzi. Gli insegnanti ormai ci sono abituati e quasi rassegnati: dopo aver impostato progetti e collaborazioni con alunni, colleghi e dirigenti, conquistata la stima dei genitori, è giusto cambiare, ricominciare tutto da un'altra parte a dicembre, proseguendo il lavoro altrui. I ragazzi, ancora curiosi, ancora alla ricerca di una logica nella realtà che li circonda, non capiscono e chiedono: "Ma il prof. X non c'è più? Perché? Ma lei ci sarà ancora?" Alle medie, dopo cinque anni di scuola primaria, hanno intuito che il balletto, la quasi casuale comparsa o scomparsa degli insegnanti è intrinseca alla natura della scuola (italiana), però continuano a non capire e chiedono. Lo spostamento delle pedine, ovvero degli insegnanti da una cattedra all'altra, è categoricamente riservato soprattutto alle cattedre destinate al sostegno degli alunni diversamente abili, chiaramente aiutati dall'avvicendarsi di figure di riferimento.
Le leggi devono essere rispettate, le cattedre devono essere assegnate a coloro che ne hanno diritto per graduatoria o per concorso, soltanto - mi chiedo - queste persone potrebbero essere individuate massimo durante la prima quindicina di settembre? Sembra di no, perché le graduatorie definitive per l'assunzione degli incarichi a tempo determinato e per le supplenze brevi non sono mai pronte prima della fine di novembre. Comprendo che occorrano i tempi tecnici e amministrativi per elaborare le domande presentate tra febbraio e giugno-luglio (a seconda delle categorie), dunque oserei suggerire al Ministero di adottare un'astuzia machiavellica: pubblicare i bandi per l'integrazione o il rinnovo delle graduatorie a settembre in modo che esse entrino in vigore dal settembre dell'anno scolastico successivo.
La qualità del lavoro degli insegnanti, la fiducia e il benessere di studenti, genitori e di tutti gli operatori della scuola ne trarrebbero gran guadagno. Nel frattempo, per quest'anno il balletto delle cattedre per molti miei colleghi è gà iniziato perché - si sa - a dicembre a scuola è tempo di cambiare.

martedì 8 dicembre 2009

Risvegli



Non sono mai stata un amante dell'alba, soprattutto dell'alba sui vivai, talvolta però alzarsi alle 4.30 può mettere di buon umore. Devi poter trovare sul tavolo della cucina i coriandoli per la tua festa di compleanno, la torta Barozzi per la merenda e un albero di Natale, buttarti su un treno che buca le montagne e la notte, arrivare in una stazione dove hanno la lavastoviglie rotta e ti servono il cappuccino nella plastica, regalarti l'alba striata con i fili della tensione.

domenica 6 dicembre 2009

Ritorni

Alle nove di sera, sono passata dal centro di Pistoia per confermare la cena di domani: in giro sparuti gruppetti di persone, le strade intorno deserte. Ieri, verso mezzanotte il centro di Bologna era animato come a mezzogiorno sotto i festoni illuminati. Che dire? Almeno qualche luce è comparsa in via Cavour, per il resto persino Natale sembra arrivare solo in via Carratica.
Non mi appartiene l'idillio della piccola provincia.

Mi appartiene l'idillio dell'autobus che sfreccia a mezzanotte nelle strade illuminate dalle luci di Natale.

martedì 1 dicembre 2009

Il piacere di un film

Con ieri posso dire di aver terminato la visione di "The notebook", più che un anticipo un regalo di compleanno decisamente indovinato. Sì, perché un film che piace, che interessa, che prende non può semplicemente essere guardato, visionato. Si procede ad una prima partecipata visione, anche a blocchi causa la vita reale e le reali rotture di scatole che incombono. Durante e al termine della visione lo si commenta con chi di dovere, con chi è in grado di capire certe sfumature nelle battute, nelle scene, nelle espressioni. Poi ci vuole un giorno di decantazione, durante il quale - come sempre rapita da altro - non si vede l'ora di tornare a casa anche per guardare e studiare tutti i contenuti speciali: interviste, location fino alla visione integrale numero due con il commento del regista, del protagonista, dello sceneggiatore, ecc.; infine, nei giorni successivi, con calma, non rimane che regalarsi di nuovo le scene più belle. Se poi il film si rivela "Uno dei tuoi film", meriterà la posizione frontale e non la costola sulla credenza bianca accanto a Annie Hall, The holiday, Cammina non correre, Peter' friends, Elizabethtown, When harry met Sally, Reality bites, About a boy, Something's gotta give, The Philadelphia story, Chocolat, ecc. ecc. ecc.

mercoledì 25 novembre 2009

The notebook



Tra ieri e oggi mi sono finalmente concessa, per quanto a pezzi, un regalo di compleanno: un regalo da parte di chi mi conosce meglio di quanto conosca me stessa: The notebook, con un notevole Ryan Gosling e James Marsden, figlio maggiore ormai cresciuto di Papà Noè. Mi è stato presentato come "un filmone che deve essere visto". E così è. Ho pianto appena trascorsa la prima mezz'ora fino alla fine e questo anche se costretta a vederlo in più parti, e questo anche se decisamente bucolico (dal mio punto di vista). Ho trovato persino affascinante la foresta nel lago, simil luogo incantato protetto da centinaia di oche e di cigni, irritante lei algida nella barca, irresistibile lui che la fissa sereno ma deciso e le mostra il lago, le mostra cosa ha perso, a cosa ha rinunciato. La storia di "una vita semplice", una meravigliosa vita semplice che gradirei aver vissuto, alzheimer compreso alla fine. La vita presenta sempre un conto molto salato, comunque. E lei, appunto, si ammala di alzheimer. Per la maggior parte del tempo non ricorda niente, non riconosce niente e nessuno, nemmeno i figli. Vegeta. E Noah, l'amore della sua vita, le legge la loro storia perché a volte Allie per pochi minuti torna se stessa, perché lei gli ha chiesto di farlo quando ha saputo di essere condannata a perdere se stessa.
Visto appunto che la vita presenta quasi sempre conti piuttosto amari, se si può, finché si può, è bene perdersi nelle foreste immerse nei laghi e scegliere la casa bianca con il portico con le sedie americane, bianche anche loro. In mancanza di scelta, si guarda "The notebook" e si piange ben convinti. Si piange per la commozione, per il film, per ciò si ha e per ciò che non si ha.

mercoledì 18 novembre 2009

Rose gialle e torte-casa


Il bilancio è molto positivo, con quel 20%, che amerei colmare, e un'emigrazione, che per adesso rimane un miraggio (però mi sto attrezzando). In ogni caso non è da tutti ricevere rose gialle in boccio, una "torta-casa" via blog e una festa a sorpresa virtuale. Grazie, ai "Giovani", alla piccola Nina e grazie anche alla sua mamma.

domenica 15 novembre 2009

Per me


Per me è quasi Natale. Il Natale è uno stato della mente, che ben poco o affatto ha a che fare con la religione, è una gran bella tradizione. Come sosteneva la sempre saggia Ally McBeal: "Natale inizia quando fai l'albero". Direi che è quasi tempo di "farsi" fare l'albero, è quasi Natale. Certo, tornare a casa in compagnia di Robertino (Dowey J.) e dell'albero prescelto è un'altra cosa, ognuno si arrangia come può.

venerdì 13 novembre 2009

J and R

Scocciata e seccata, ritrovo un senso e un significato, mi riconcilio col mondo gustandomi il trailer di Sherlock Holmes con Jude e Robertino (grazie alla segnalazione di Gaia e di altre illuminate e caritatevoli blogger).

lunedì 9 novembre 2009

9 novembre




Nel tardo pomeriggio del 9 novembre 1989 ero sull'autobus, fermo in fila in via della Costituzione, mentre la radio, prontamente o casualmente accesa dal conducente, mandava in onda un'edizione straordinaria su una conferenza stampa a Berlino e su assembramenti di persone intorno ai valichi del famoso muro. Lì per lì non ho capito, non ho colto. Pensavo a qualche rivolta destinata ad una rapida e sanguinosa repressione. Fequentavo sempre le superiori e avevo ancora ben stampato nella mente l'immagine dello studente in piazza Tienanmen in piedi da solo, di fronte al carro armato. Era successo solo cinque mesi prima. Certo, sapevo di Gorbaciov, della Glasnost, della perestroika, ma ero piccola e incline a prendere in considerazione sempre l'ipotesi peggiore. Invece, vista l'apertura del confine con l'Ungheria e il successivo esodo di tedeschi dalla DDR già da settembre, il muro era praticamente inutile. Tanto valeva permettere il transito - avevano deciso le autorità della DDR-; tanto valeva salirci sopra, attraversarlo, scalfirlo, schernirlo, esorcizzarlo, abbatterlo - hanno deciso i berlinesi.
In cinquanta-sessant'anni Berlino è stata distrutta due volte e ora è una delle città più coinvolgenti e affascinanti che abbia mai visto, dove - ovunque ti giri - c'è sempre una coppia che si scambia un bacio. Puoi camminare nella storia e vivere il presente a Potsdamer Platz, dove nel 1924 fu installato il primo semaforo, durante la guerra i bombardamenti lasciarono solo macerie, nel dopoguerra venne casualmente a passare il punto di congiunzione tra settore inglese, americano e sovietico, dove da una piattaforma panoramica i turisti da ovest sbirciavano la povertà dell'Est e dove ora puoi gustarti un mokafrappuccino sotto la cupola del Sony Center, firmata Renzo Piano.
La storia è anche questo. La rivincita dell'intelligenza e della libertà sull'oppressione e sull'idiozia. Peccato ci siano voluti così tanti anni e così tanti morti.

giovedì 5 novembre 2009

Rider franco e forte

"E credi a me - sostiene il saggio Plotino -, che non è fastidio della vita, non disperazione, non senso della nullità delle cose, della vanità delle cure, della solitudine dell'uomo; non odio del mondo e di se medesimo; che possa durare assai: benché queste disposizioni dell'animo sieno ragionevolissime, e le lor contrarie irragionevoli. Ma contuttociò, passato un poco di tempo; mutata leggermente la disposizion del corpo; a poco a poco; e spesse volte in un subito, per cagioni menomissime e appena possibili a notare; rifassi il gusto alla vita." E a volte basta davvero poco (pur rimanendo vero tutto l'impianto razionale di fondo), per me spesso è sufficiente anche soltanto guardare una puntata di "Friends". E ridere, ridere di gusto alle battute e alle espressioni di Chandler. Di nuovo ha ragione il grande Giacomo: "Terribile ed awful è la potenza del riso".

lunedì 2 novembre 2009

The one with the ballroom dancing

Friends rimane in assoluto il miglior telefilm mai sceneggiato. Se a questo aggiungiamo Matthew Perry, le espressioni incredibili di Matt Le Blanc e il Village di New York come sfondo, ecco spiegata la grandezza (al di là del successo) di Friends. La scena del ballo di Joey e di Tregeer il portiere sul tetto del condominio di Grove Street nella notte illuminata dalle luci di New York non rientra tra le perle, ma certamente è indimenticabile (IV serie, episodio 4).

domenica 1 novembre 2009

20°

La carriera del forno in versione calorifero d'emergenza è ufficialmente terminata. Anime gentili mi hanno regalato una stufa alogena oscillante. La civiltà, soprattutto quella ad almeno 20° C, è sempre la benvenuta.

998 to go



Il millesimo giorno mi è passato sotto gli occhi senza che me ne accorgessi, troppo presa da altro. L'evento si avvicina, lentamente ma si avvicina e mi piacerebbe davvero prendervi parte in qualsiasi modo: porgere i bicchieri d'acqua ai maratoneti o altri infimi ruoli simili. Non riuscirò nell'impresa - lo so e me lo ripeto -, in ogni caso non demordo e seguo esaltatissima il countdown. Oggi -998 giorno alla cerimonia d'apertura.

sabato 31 ottobre 2009

Jude e New York / New York e Jude (per Gaia)



Ci sono miliardi di ragioni per passare, vivere a e vivere New York. Ora ce n'è una in più: la meraviglia dell'Amleto diretto da Michael Grandage e già magnificamente interpretato dal grande Jude al Donmar di Londra. Chi può vada. Ne vale assolutamente la pena.

Jude e Londra / Londra e Jude



Chiariamo subito che per questa perla devo, dobbiamo ringraziare Gaia . I tempi mi suggeriscono di godermi il reale con i piedi per terra, ben arpionata alle mie ancore di salvataggio virtuali, giusto giusto per tenere la situazione sotto controllo ed evitare discese agli inferi necessarie ma anche parecchio dolorose. E Jude rimane una gran bell'ancora virtuale, una di quelle ancore per cui il caro vecchio Woody sosteneva che si può e si deve vivere. Oltretutto qui hanno pensato bene di associarmi Jude a Londra, che per me, visto la fortunosa visione dell'Amleto, quest'estate rimarranno indissolubimente legati a vita.
Per chi potrebbe pensare (troppo) male, ricordo convintamente che Jude è anche un ottimo attore. Non lo si può giudicare solo dal suo aspetto.

domenica 25 ottobre 2009

Voli (e non voli)

Mi arriva stamani sul cellulare il seguente messaggio da "Easyjet": "lo sciopero a Parigi Orly è terminato. Il suo volo del 26/10 opererà come da programma originale. Controlli la sua e-mail e il nostro sito per più info". Peccato il messaggio mi sia arrivato solo per un errore, peccato davvero essere irrimediabilmente bloccata a terra per più ragioni.

venerdì 23 ottobre 2009

Vento

E' sempre troppo freddo in casa, invece fuori finalmente è tornato a piovere e soffia lo scirocco. Continuano a piacermi i cieli bigi carichi di nuvole e i venti caldi, che non sferzano il viso ma portano acqua e fanno pensare, fanno pensare a "The holiday", dove il Santana rovescia le situazioni e porta aria nuova e incontri nuovi. Il santana soffia nelle sceneggiature e lo scirocco porta solo acqua nella realtà, ma è sempre meglio del cielo monocolore, sempre uguale a se stesso. Il resto va cercato, e invano, va ascoltato e colto. Non potendo, non riuscendo, si sorride lo stesso e si gioca a tennis di rinnovato umore.

domenica 11 ottobre 2009

St. Pancras


Salendo le scale della stazione londinese di S. Pancras si accede ad una zona stranamente tranquilla e silenziosa, dove pochi viaggiatori cercano di rintracciare i pochi treni che partoni da là sopra, sotto le balaustre una delle stazioni più vive, più luminose e più belle al mondo. Nel silenzio di questo primo piano dimenticato, dal nulla mi è comparsa un'enorme scultura, alta una ventina di metri: un uomo ed una donna in abiti contemporanei che si abbracciano e si guardano innamorati. Mai ho visto cogliere il senso e il significato di una stazione come in questo caso. Il bello delle stazioni è il via vai delle persone con le loro piccole, medie grandi borse, borsone, valigie; i treni che partono (certo, quando partono), che arrivano; gli annunci, i tabelloni; le mille storie che si incrociano; i treni a lunga percorrenza su cui vorresti saltare all'istante; i passeggeri e coloro che accompagnano i passeggeri; quelli che attendono l'arrivo di un amico, di un figlio, di una madre, di un amante e sono lì almeno da un'ora, per essere certi di esserci, di trovare parcheggio, di arrivare in tempo; quelli che hanno corso tutto il giorno o sono stati chiusi in ufficio per tutto il giorno, bramano un posto a sedere e sperano in un ritardo almeno contenuto e soprattutto gli innamorati che si salutano, soli al mondo in mezzo al caos del mondo.

sabato 10 ottobre 2009

La mia città

La mia città può vantare una delle più belle piazze d'Italia soprattutto dopo il tramonto, sotto una discreta pioggia e aiutata da una buona illuminazione, la mia città è piccola e sonnolente e, se vuoi studiare il tedesco, trovi solo corsi privi di riconoscimenti ufficiali. Nella mia città ci sono alcuni dei miei affetti, nella mia città svolgo un lavoro che mi piace, nella mia città ho una casa, un tetto, un pc, una gatta e un dvd. La mia città mi va stretta spesso e volentieri, eppur le voglio bene. Non potrei fare altrimenti. Dispiace parecchio, però, apprendere che si tratti di una delle poche città a non aver ancora dedicato una piazza, una via, un giardino, un vicolo, un angolo al Giudice Antonio Caponnetto, che vi è vissuto e vi è sepolto. Dice che ciò avvenga perché non sono ancora trascorsi dieci anni dalla morte (2002), un impedimento giudicato sormontabile dalle altre città, che altre decisioni hanno adottato.

mercoledì 23 settembre 2009

Incontri



Visti gli incontri inconsueti di Gaia sulle montagne più impervie dell'Appennino Tosco-emiliano, dove tutti i giorni le si parano davanti fagiani, cerbiatti, oche e quant'altro, mi è tornato in mente l'incontro con questo strano bipede su un marciapiede di Londra. Chi fosse non lo so, era su un marciapiede dalle parti di Smithfield e si faceva i fatti suoi tranquillo e pacifico, ben lontano dai meravigliosi parchi londinesi. All'inizio mi sono fermata tra lo stupito e il divertito, lo stesso ha fatto un tizio che procedeva in direzione contraria, poi abbiamo sorriso entrambi proseguendo per la nostra strada. Il bipede pennuto ha continuato serafico nella sua andatura ondeggiante. Insomma, se proprio si ama così tanto la natura, volendo a Londra c'è anche quella e se ne cammina silenziosa, tranquilla e innocua su un marciapiede del centro.

lunedì 14 settembre 2009

Nubi

Oggi, visto il primo serio temporale di fine estate, non mi aspettavo niente di meno che veder comparire tra le nubi roboanti il volto di Voldemort con tanto di serpente a lato. Forse ho letto e guardato troppo Harry Potter questa estate e, come al solito, è la realtà a ricordarmi un libro o un film. Dovrebbe essere il contrario, però mi sembra d'aver capito che funzioni così per tutti, tranne qualche attimo incancellabile. In ogni caso era tempo di rimettere pantaloni lunghi e scarpe chiuse. Anche le stagioni hanno il loro perché, purché comprendano una lunga estate, una lunga primavera, un breve autunno e un brevissimo inverno.

sabato 12 settembre 2009

Colin



Un perfetto Darcy, il Cary Grant contemporaneo, incredibile attore dalla dizione meravigliosa e dal fascino indescrivibile, finalmente anche il Italia ci siamo accorti del grande Colin, finalmente una coppa Volpi. Finalmente.

venerdì 11 settembre 2009

Fringe



Ho capito che "Fringe" non è esattamente il mio telefilm, incentrato come sembra essere sulla "scienza di oggi", associato a "X-files" e a "Lost", ma per un attore come Joshua Jackson ci si può provare. Non appena sarà concesso di guardarlo in chiaro, ovviamente.

http://screenrant.com/fringe-tv-series-sci-fi-kofi-2909/

9/11


Inno alla città più spettacolare al mondo, alla seconda città più affascinante al mondo.

mercoledì 9 settembre 2009

Qui

Per adesso non riesco proprio a riadattarmi, a rassegnarmi al contesto socio-geografico, pur confortata dagli affetti. Faccio ciò che devo fare, ciò che ci si aspetta che faccia, ciò che è in mio potere fare. E appena posso mi annullo nella narrativa ben congegnata.

lunedì 31 agosto 2009

Striature


Avrebbe ancora bisogno di altri cieli o almeno di qualche giorno di decompressione causa jet lag da confronto.

venerdì 21 agosto 2009

mercoledì 19 agosto 2009

Increspature cercasi


Capisco che - per chi mi conosce bene - un'affermazione del genere possa suonare come un'abiura: ho bisogno delle stagioni, ho bisogno dell'alternanza delle stagioni, ho bisogno di cieli cangianti, di caldo, di temperatura tra i 25 e i 30 gradi, ho bisogno di pioggia, persino di neve (una e, ribadisco, una volta l'anno bene annunciata e con mezzi pubblici funzionanti). L'estate indiana da affrontare barricata dietro le persiane con il prendisole giallo o quello celeste a pois, con l'aria condizionata a palla in macchina, con luuuunghe ronfate pomeridiane e spettacoli di Bolle a Boboli non può andare oltre il decimo giorno, dopo di che ho bisogno che il cielo s'increspi, che muti colore, che assuma un'espressione qualsiasi.

sabato 15 agosto 2009

Ma anche meno


Per quanto sia una delle più ferventi sostenitrici a livello mondiale dell'estate, qui si sta esagerando. Aspetto per nove mesi l'estate, ma pretendo l'estate mediterranea non i tropici implacabili.

giovedì 6 agosto 2009

Disperati all'arrembaggio

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/tecnologia/twitter/twitter-tilt/twitter-tilt.html

Premesso che l'attacco informatico a Twitter non significa la fine del mondo e nemmeno del mio mondo, certamente unire le forze per rendere inaccessibile un social network come Twitter indica che parecchie persone, oltre me, hanno grossi problemi e una buona parte di esse trovano o pensano di trovare sollievo limitando la libertà altrui, facendo del male in maniera diretta o indiretta a coloro che usufruscono del medesimo ossigeno. Chi si accanisce contro le ossa altrui deve avere le proprie pittosto ammaccate, o non avrebbe tempo di spendere così tanta coordinata fatica nel danneggiare coloro che hanno la sfortuna di convidere il medesimo universo.

Have a little faith in me

http://www.youtube.com/watch?v=8UkKTlzyLhQ

Di solito Have a little faith in me, nella classica versione da telefilm di Jhon Hiatt, è un brano associato a scene di riflessione collettiva o individuale che precedono una scontata, solo apparentemente difficile decisione. Non dovendo decidere alcunché, anche perché non ho mai impiegato troppo a decidere (mai capiti quelli che si ritirano per deliberare: nel momento in cui pensi, automaticamente decidi), fuor di sceggiatura, rimane un ottimo brano da giornate afosa di generica riflessione.

martedì 4 agosto 2009

Fantasie troppe realistiche






Prima di quest'estate non avevo mai letto nessuno dei libri su Harry Potter, essenzialmente perché ho trovato sempre qualcos'altro da leggere. Attualmente sto divorando il secondo, ma non è questo il punto. Ho visto gli ultimi film e, in particolare, l'altra sera Harry Potter e il principe Mezzosangue. Di tutto il film con annessa uccisione finale di Albus Silente cosa mi ha colpito? Il Millenium bridge che salta per aria. E sapevo che quella scena mi avrebbe colpito ancor prima di vederla, perché purtroppo è un'eventualità anche troppo reale dopo l'11 settembre, perché è la prima meravigliosa opera d'arte che ho visto da quando sono tornata da quelle parti dopo un'assenza decisamente troppo lunga, dovuta ad un torpore decisamente troppo lungo. Il cielo, il tramonto soprattutto, dal Millenium Bridge è spettacolare, praticamente un quadro di Turner dipinto dalla natura a contrasto con le linee futuristiche del ponte. E nel film me lo fanno saltare. Per carità, buona intuizione narrativa e ottima resa cinematografica, ma giù le mani anche virtuali dal Millenium Bridge.

sabato 1 agosto 2009

Bolla

La prima estate non grammaticale in attesa di partire è, entro certi limiti, all'insegna del relax più totale: dalle lunghe dormite mattutine alle letture, agli amici, alle camminate nella canicola estiva con l'mp3, agli spettacoli (che posso permettermi e che passano per qua), alle lezioni di uso del pc ai genitori, alle lezioni di tennis, ai film e ai telefilm storici (Friends), a quelli "nuovi" scoperti per caso (Studio 60) e a quelli estivi che la tv regala (Brothers and sisters). Insomma, non un divertimento matto e disperatissimo ma una bolla di serenità, che è giusto apprezzare, con uno spazio sconfinato per il sogno. Una bolla di serenità in cui sorridi di cuore di fronte alla scena, un po' telefilm, un po' musical americani alla Gene Kelly, un po' commedia romantica americana alla Nora Ephron, in cui il senatore Robert McCallister (un personaggio con gli occhi e il fascino di Rob Lowe) porta un'ignara Kitty (Calista Flockart) sul palcoscenico di un teatro da convention vuoto, dove una piccola band (piano, contrabbasso e un forse un sax) inizia a suonare e i due ballano da soli e leggeri e Rob solleva lei da terra e la fa volteggiare con i piedi in aria.

giovedì 30 luglio 2009

Scintille di straordinarietà



"Il pubblico vuole le cose belle" sostiene Roberto Bolle, occorre "forzare" per ottenere spazi soprattutto sui media rivolti al grande pubblico di massa, il quale, però, se sollecitato, risponde in gran numero e apprezza. Nessuno posto vuoto c'era, infatti, mercoledì sera a Boboli per "Bolle and Friends" di fronte al palco nel catino artificiale, piuttosto scomodo oltretutto, con le minisedie che tagliavano le schiene a metà, senza permettere agli spettatori di appoggiarsi nemmeno per un attimo. Il giardino, invece, era magnifico, fiabesco, quasi sospeso nel nulla in una serata torrida, come le sere di luglio inoltrato devono essere. Lo spettacolo è stato subblime; Roberto Bolle unico, straordinario ed emozionante così come i suoi "Friends", tutti principal delle più importanti compagnie mondiali di danza. E' dovere dell'artista - ha sostenuto ancora Bolle in un'intervista di qualche tempo fa - uscire dai teatri e promuovere non il gossip intorno alla propria persona bensì l'arte. Ed è ciò che Bolle, forte del suo talento, forte della sua scintilla di passione per l'arte ha fatto e si impegna a fare. Ha un proprio pensiero e riesce a trasmetterlo, è in grado di esprimersi decorosamente in lingua italiana, conosce persino i congiuntivi. Un ambasciatore dell'arte, della danza e della cultura italiana nel mondo, con un modo di fare umano, educato e corretto che non si impone con l'aggressività, con gli urli, appunto unico o appartenente ad una specie in via d'estinzione.

martedì 28 luglio 2009

Aaron Sorkin by night



Possibile che i telefilm firmati Aaron Sorkin, francamente tra i migliori scritti negli ultimi anni, siano relegati ai nottambuli o a chi si ricorda ogni giorno di controllare i programmi tv e programmare adeguatamente il timer del VCR?

Anche Studio 60 on the Sunset Strip è stato relegato alle 2-3 di notte su Italia, The West Wing alle 5-6 del mattino il sabato e la domenica su Rete4. Che pena!

http://www.imdb.com/title/tt0485842/

http://www.tvblog.it/post/4869/studio-60-on-the-sunset-strip

http://www.tv.com/studio-60-on-the-sunset-strip/show/58214/summary.html

lunedì 27 luglio 2009

Three years to go

27 luglio 2009
Counting down to 2012.

It's just three years to go before the start of London's Olympic Games.


I'm counting down.

http://www.london2012.com/

domenica 26 luglio 2009

Il Drago

Il Grifondoro non è il Leon d'oro - sia chiaro - e nemmeno il Grifone, il nostro grifondoro è chiaramente, ovviamente il rione del Drago, quello con le bandiere verdi (scure) e rosse, quello con i draghetti verdi su campo rosso. Il palio di S. Iacopo era troppo pericoloso e difficilmente seguibile per un pubblico moderno che ama le gradinate e sarà destinato ad apprezzare la diretta tv, così a Pistoia si inventava la giostra dell'orso, un po' palio un po' giostra del saracino. Da piccola ad ogni inizio di luglio pistoiese esponevo alla finestra di via Nemoreto la bandiera rosso-verde, una bandiera più grande di me, cucitami per l'occasione dalla mamma. La sfilata notturna con la banda mi procurava ogni volta un gran mal di stomaco, le rullate dei tamburi rimbombavano nel mio stomaco. Non le tolleravo. Adoravo invece le majorettes. Piangevo, scappavo e mi sottraevo ai fuochi artificiali, adesso li ignoro. Continuo invece a seguire la giostra, a tifare per il Drago (anche se tecnicamente, logisticamente apparterrei ad un altro rione, ma non si cambia bandiera con un o per un trasloco), continuo a coccolare nella mente quell'immagine di me piccina con la bandiera rosso-verde che mi sovrasta. E non molto è cambiato, a parte me, visto che Gino Culatore è di nuovo, per l'ottava volta speron d'oro come il 25 luglio del 1982, quando una bimba di dieci anni e mezzo sventolava convinta la bandiera del Drago per lui, per la nostra città piccina picciò, eppur sempre la nostra città.

http://www.giostradellorso.it/

venerdì 24 luglio 2009

The holiday



Adoro suggerire, guardare, commentare in diretta o anche via cellulare, arrivare a convidere film o telefilm. "Elizabethtown" è entrato nella mia vita per caso con commenti puntuali via cellulare una serata d'estate prima di una partenza, meno di una settimana più tardi avevo in mano il dvd, ancora questo Natale me ne è stata regalata una copia in italiano, appunto per poterlo condividere.
"The holyday" era in cartellone a Londra a fine dicembre 2006, erano giorni intensi e me lo sono lasciato scivolare via; la vita reale giustamente ha prevalso. Quel manifesto, l'ambientazione londinese, l'autrice, Nancy Meyers, i protagonisti, Jude Law e Kate Wislet, hanno fatto sì che mi fosse regalato in dvd ed è stato amore a prima vista. Non è un capolavoro s'intende, è una commedia romantica che dà voce alla speranza, anche se la speranza dura lo spazio di un film, due ore di una piacevole illusione consapevole. Non è un film alla Frank Capra perché non è chiaro (e non può esserlo) cosa avvenga dopo l'ultimo dell'anno trascorso tutti insieme, bimbe comprese, nella casa di lui nel Surrey. Ad ogni nuova visione mi fermo a pensare, di fatto sceneggio, tutte le possibili evoluzioni. Comunque, finale a parte, Iris e Amanda si sono concesse una possibilità e io e i miei astratti furori non possiamo non lasciarcene affascinare. E' evidente anche che un Graham che bussa alla porta di un cottage disperso nella neve della campagna londinese è pura fantascienza, fa parte dell'illusione consapevole, della fiaba. Ogni tanto mi merito una fiaba. "The holiday" è certamente una delle mie fiabe preferite.

martedì 21 luglio 2009

Il valigino celeste



Inchiodata qui finora, finalmente preparo il valigino celeste. Torno a partire, torno. Ho voglia di partire, ho voglia di tornare. Ho voglia di stazioni, di paesini annegati nel verde che scivolano via veloci, di abbracci, di terrazzi, di aria condizionata, di portici e di concerti, d'estate.

sabato 18 luglio 2009

Martina, Giacomo (Leopardi) ed Eugenio (Montale)

Martina non ama particolarmente la poesia perché è convinta che non le appartenga, di non capirla. La poesia è per lei sinonimo di gran fatica e frustrazione. Poi le buttano lì di fronte Il pensiero dominante di un Giacomo Leopardi squassato dall'amore, innamorato perso - alla non tenerissima età di trentadue-trentaquattro anni - non tanto di qualcuno quanto dell'amore, pensiero dominante della sua vita in quel momento. Chiedono a Martina di scrivere la parafrasi e il commento alla poesia. E Martina si arrampica, insieme ai suoi amici, sui versi di una fra le composizioni più ostiche del grande Giacomo. Il senso di non appartenenza a quel linguaggio le rimane, è però stupita dal tema: non avrebbe mai pensato che Giacomo fosse così - ammette. Così come? Un uomo che si innamorava e che, per quanto "de' nostri mali esperto", per quanto abbia più volte pensato che "la vita della morte è più gentile", "per cor le gioie" dell'amore, "provar gli umani affanni, / e sostener molt'anni / questa vita mortal, fu non indegno". E questo non perché il suo amore venisse ricambiato, tutt'altro, perché sentirsi squassati dal pensiero dominante, "dolcissimo, possente / dominator di sua profonda mente" conferisce senso alla vita, anche quando ti scaraventa violentemente contro gli scogli. Poi il momento passa, il pensiero, quel pensiero non domina più la sua mente, subentra il disincanto, il rintocco funebre di un momento, di una stagione della vita. "Perì l'inganno estremo, / ch'eterno io mi credi", scrive Giacomo in "A se stesso".
Martina deve scegliere una poesia per analizzarla e commentarla, sceglie Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale. Il poeta, l'uomo ha già sessantasette anni, Mosca, la sua compagna di vita, è morta e lui ne sente la mancanza, avverte il vuoto intorno ad ogni scalino che è costretto a scendere da solo, non più a braccetto con lei. Eugenio è monco, una parte della sua vita non c'è più, la parte migliore, quella tra i due con "le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate", quella che era sempre riuscita a ricondurlo indietro quando qualche pensiero dominante aveva preso il sopravvento, quella che c'era sempre, che lo sosteneva ad ogni scalino, quella che ora non c'è. Più.
I poeti sono uomini, Martina. Sono esseri umani che ridono, amano, soffrono, si fanno ingannare, hanno ingannato, uomini che trasformano le cicatrici di una vita in parole. Non sono diversi da te, da noi. Per questo li leggiamo. Per questo Giacomo ti ha colpito, per questo hai scelto Eugenio.

mercoledì 15 luglio 2009

The West Wing: uh, yeah



Una della ragioni per le quali seguo (sarebbe più esatto dire "rincorro tramite VCR il sabato e la domenica all'alba, ore 5.30-6.30") "The West Wing" è certamente perché è l'unico telefilm in cui si può trovare uno scambio simile:
Toby: "La First Lady deve presenziare ad una gara automobilistica. Devi prepararla".
Annabeth: "Uh, yeah".
Toby: "Non sto scherzando".
Annabeth: "Un, yeah: sintagma fonetico olofrastico che esprime entusiasmo scaturito dalle viscere".

sabato 11 luglio 2009

Il signor Branagh



Il signor Branagh, artista incomparabile in qualità di attore, sceneggiatore, regista, lasciò la Royal Shakespeare company esattamente un anno prima che prendessi i biglietti per "La bisbetica domata" al Barbican. Per caso poco prima mi avevano portato nel cinema "Prince Charles" a vedere "Peter's Friends", un film interpretato e diretto dal signor Branagh nel 1992, che sarebbe stato distribuito in Italia con pessima traduzione solo due anni dopo, sulla scia di "Much ado about nothing". Da "Peter's Friends" in poi ho sempre rincorso l'opera del signor Branagh con fatica, con estrema fatica, perché in Italia le sue creazioni giungono poco e sono distruibuite peggio o non distribuite affatto: ancora devo vedere "As you like it" e "Il flauto magico". Nell'agosto scorso mi appare per caso sul manifesto di un teatro, il Wyndham's Theatre nel West End a London, il volto del signor Branagh e scopro che di lì a quindici giorni avrebbe esordito nell'Ivanov di Chekhov, che deve aver interpretato davvero male per aver vinto il Critics' Circle Theatre Awards Whatsonstage.com Theatregoers' Choice Awards come Best Actor. Io sono travolta dalla grammatica e, quindi, rimango sepolta a Pistoia. Da maggio in poi il signor Branagh dirige sempre a Londra Jude Law nell"Amleto", ma io posso permettermi non più di una settimana e scelgo la fine di agosto perché i prezzi sono più bassi, perché la vita è prosa perlopiù. L'"Amleto" teatrale del signor Branagh è comunque sold out da tempo eccetto qualche data a luglio. Il 10 luglio il signor Branagh riceve un meritatissimo premio alla carriera (a soli 48 anni) al Roma Film Festival, perché per lo meno nei circuiti internazionali e dalla critica viene osannato come merita. Inutile aggiungere che io non c'ero. Roma costa, soprattutto in alta stagione, non ero certa che la cerimonia di premiazione sarebbe stata aperta la pubblico e il Festival sarebbe durato sei giorni. Insomma, normale prosaica amministrazione. Spero soltanto che, oltre alla recente fiction "Wallander", finalmente qualche altra opera del signor Branagh venga distribuita nelle sale o sulle tv italiane. In verità ne dubito, quindi è il caso che mi attivi per essere al momento giusto nel posto giusto perché, nel mare di bassa prosa quotidiana, un signor Branagh di passaggio per un giorno può fare la differenza. Per quel giorno. E' giusto rendere merito ai pochi che riescono a creare la poesia. O il teatro. Vero.

http://www.romafictionfest.it/Foto-2009/Eventi-Speciali-2009/Kenneth-Branagh

giovedì 9 luglio 2009

Alta pressione

I rappresentanti delle maggiori economie mondiali o delle economie più disastrate sono tutti a L'Aquila per tre giorni: discutono, firmano o non firmano accordi per la verità già preparati (almeno lo spero), visitano macerie, si offrono di adottare un momumento, una scuola per l'infanzia, un'istituzione, attirano telecamere che rovesciano sul mondo distratto la tragedia del 6 aprile. Gli accordi non risolveranno nessuno dei gravi problemi mondiali dal post-terremoto, al clima, alla crisi economica, alla fame, ma qualcosa faranno. Qualcosa faranno anche se tradurranno in investimenti e donazioni solo lo 0,022 % di quanto promesso, come forse sembra essere accaduto con i vertici precedenti. Si poteva spendere meno, si potevano compiere scelte diverse, i leader in questione non sono di nostro gradimento nella loro totalità o in parte, però sono lì: guardano le macerie, prendono qualche impegno, per quanto possa essere giudicato debole, leggono il "Yes, we camp" sul monte vicino e riflettono. Non andare lì, non vedersi, non collaborare, non prendere accordi nemmeno in videoconferenza mediante i singoli sherpa sarebbe stato meglio? Le guerre fredde e calde, l'assenza di donazioni e di tiepidi investimenti verso chi è meno fortunato, è stato o viene sfruttato mi sembrano alternative peggiori. Certo che si può fare di più e meglio - questo sempre e comunque, anche nel frangente attuale -; certo che le istituzioni sede di studi di settore seri, accreditati, le ONG possono e devono mantenere alta la pressione perché si ottenga il massimo da tali incontri, riconoscendo però che il poco è sempre meglio del niente, che fino a qualche decennio fa simili accordi, simili dichiarazioni congiunte non sarebbero state immaginabili. Si esercitino pressioni d'intenti, ma non si urli senza contenuti, non si tuoni tanto per farsi sentire, non si getti vernice nei negozi (quella vernice non inquina forse?), non si distrugga quel poco che non è in pezzi. Vernice, macerie e vetri rotti servono ancora meno dei tiepidi accordi.

giovedì 21 maggio 2009

Asfalto

Tra le tante, troppe poesie ricopiate e battute nel pomeriggio, tra i tanti, troppi fogli, persone, telefonate pigiati, stipati come un puzzle che non torna e non può tornare, tra la convinzione sempre più feroce di essere utile all'inutile ed inutile alla vita, lo squarcio di cielo tra il blu, il grigio e il giallognolo del tramonto, carpito dall'asfalto di un campo da basket in un asfalto roventemente confortante, ha riscattato la giornata.
Darwiniani si nasce, evidentemente.

sabato 2 maggio 2009

Misteri

Anche adesso che il chiodo grammaticale non opprime più il cervello e l'anima da tempo non riesco comunque a portare in fondo, o nemmeno ad iniziare, l'1 % delle cose che faccio o vorrei fare. E passo per una "rapida", anzi la mia rapidità (grammatica a parte) è quasi sempre stata uno dei miei difetti piuttosto che una virtù, scalpitando di fatto per la maggior parte del tempo. Certamente va meglio di prima e devo essere geneticamente immune alla depressione, considerando tutto tutto. Eppure è così. Tra una corsa, una dormita, un compito corretto, un film, un treno, una telefonata, una cena, un miliardo di altre cose, ho foto di anni fa che devono essere sistemate, una camera e uno studiolo che esplodono e il resto va appena appena meglio. Quale sia il segreto degli altri altri umani, i quali riescono pure a mettere insieme una vita, decisamente lo ignoro.

domenica 12 aprile 2009

Astratti furori



Partirei domani, se potessi. Partirei per poi tornare e ripartire di nuovo. Non partirei per fuggire da persone fondamentali e dalla mia città, ma perché una città sola non basta quando gli astratti furori ti assalgono e a me succede spesso. Ammiro chi ha il coraggio di prendere e partire, lasciare tutto, rischiare, chi è figlio del mondo. Mi ricordo dei miei sorrisi quando parto, quando sono in metropolitana. Le persone non precarie della mia vita ci sarebbero sempre e comunque. Mi ripeto però che è anche saggio non rinunciare ad un lavoro a tempo indeterminato, un lavoro che adoro, ad una casa (intera, comprensiva di pareti e di tetto, che in questi giorni sembrano davvero un lusso) piena di me e dei miei affetti. Piccole fughe contenute nei giorni e nella spesa, questo è quanto. Per adesso.

sabato 4 aprile 2009

Di meglio non abbiamo



Woody Allen, Hanna e le sue sorelle

Questo è, c'è poco da fare. Il problema è che di meglio non abbiamo, il viaggio è persino corto e il biglietto prevede un unico complicato e affascinante giro. E la mannaia colpisce qua e là, a caso.

sabato 28 marzo 2009

80

Atterrata dai turbini che si abbattono senza motivo e senza requie intorno, aspetto i ritorni e i racconti, ascolto e guardo musica (stavolta davvero) e cerco definitivamente di stroncare il residuo influenzale, cullo e mi lascio cullare. Più mi guardo intorno e più mi rendo conto che ho almeno l'80% di ciò che è possibile ottenere dalla vita. Certo, quel 20% che rimane è tanto e almeno un 15% manca perché manco io delle necessarie risorse per conquistarlo, per costruirlo. Eppure non saprei vivere diversamente. Il margine di miglioramento esiste e non intendo arrendermi. Alcuni sogni sono irrealizzabili invece. Eppure non sono infelice. E spesso mi stupisco di non esserlo.

sabato 14 marzo 2009

Mai

Avevo intuito qualcosa, ma mai avrei immaginato così tanta fantasia e dedizione allo scopo. Certo, ogni fatica deve essere premiata, ma nessuno prima d'ora aveva mai premiato, anzi direi celebrato una mia (e non solo mia) fatica con così tanto sforzo, allegria e creatività espressiva, artistica e culinaria; soprattutto mai prima d'ora così tante persone, persone a cui voglio bene e che stimo, si erano spese a tal punto per incidere nella mia mente a lettere di fuoco il bene che sentono per me. Karma dello stercolaio a parte, sono proprio fortunata. E ringrazio tutti: l'Ire, Ale e Clemy e la loro casa, la Carmina e l'Ale, la Pat e l'Ale, Sabrina, Lia, Aldina, Laura e Laura, Stefano, la Mery, che nemmeno ha potuto assaggiare il suo squisito volatile alle spezie d'oriente, e Niccolò, che ha inforcato di corsa la bici con la macchina fotografica al seguito, per quanto nemmeno mi conoscesse. Mai avrei potuto immaginare. E' stata una festa sentita e partecipata da tutti, perché vera festa di liberazione dopo due anni di umor nero pece pece pece pece da parte mia e di umor nero pece pece pece pece da tollerare e risollevare con graaaande fatica da parte vostra.
Ha avuto senso arrivare a giovedì 12 marzo 2009.
Avrei solo voluto condividere e mutuare la mia gioia, il mio attimo di felicità con colei che è la vera artefice di quei personaggi che affollavano la torta; colei alla quale voglio un mondo di bene.

lunedì 23 febbraio 2009

Paradossi

Aver letto, riletto e riletto centinaia di volte il Dialogo Galantuomo e Mondo del grande Giacomo senza averne imparato alcunché.

domenica 22 febbraio 2009

Distrazioni (meno male esistono)

Suona il telefono, rispondo e la voce dall'altra parte dell'apparecchio mi chiede: "Che cazzo è successo? Perché è uscita Silvia?"

(P. S. Forza VALE!)

Cocci aguzzi

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

(Eugenio Montale, Ossi di seppia)


Sognare di guidare su una strada lastricata di vetri aguzzi bianchi e luccicanti significa o pensare e sognare per poesie o pensarla esattamente come Montale. Non credo Montale si sbagli.

sabato 21 febbraio 2009

Ossa



Chi osa vince. Per la verità chi osa spesso perde, ma almeno vive; peraltro chi non osa o chi è costretto ad osare suo malgrado quasi sempre perde e ne guadagna le ossa rotte. Insomma, le ossa rotte vanno sempre messe nel conto ad intervalli regolari, soprattutto quando non riesci ad essere trasparente, a non attirare l'attenzione, a non mantenere, malgrado i costanti sforzi, un profilo rasoterra praticamente strisciante. Non capisci perché si dovrebbe provare qualcosa di diverso dalla pietà per un simile esemplare di essere umano. Comunque, non tutti - spero - ma la gran parte dell'umanità ha le ossa più o meno incrinate più o meno frantumate, dovunque e comunque. E anche chi spezza ossa non deve passarsela affatto bene.

sabato 14 febbraio 2009

Scintille

Siamo carne da macello. Tutte le scintille di passione, le gioie, i dolori, l'infinità delle parole dette sussurrate urlate scritte, le idee geniali o anche semplicemente le idee, il bene voluto e ricevuto, prima o poi, sono sopraffatti dalla materia destinata a degenerare. Il solito "circuito di produzione e distruzione", il solito "abbisso orrido, immenso" che ci attende. Giacomo, come sempre, aveva capito tutto. Ed è impossibile non capire. Al massimo possiamo illuderci il più possibile, crearci delle illusioni consapevoli. E vivere vivere vivere quelle scintille di passione per le persone che valgono e per qualsiasi cosa valga, prima che la nostra carne diventi avariata.

domenica 8 febbraio 2009

Revolutionary Road

Meraviglioso devastante allucinante vero. Tutte le critiche puntano sullo spaccato di "middle class dei sobborghi benestanti di New York" nel suo conflitto tra il bisogno di assecondare le passioni dei singoli e la necessità di conformarsi alla società". A me sembra uno spaccato umano rappresentato in tutto il suo vuoto di senso e di conseguente lucida disperazione. Il dove e il quando sono meri accidenti.

http://www.movieplayer.it/film/13530/revolutionary-road/

venerdì 6 febbraio 2009

Dietro e oltre

In attesa di scoprire quanto mi attende dietro l'ansa del fiume oltre il ponte, me ne sto trovando di tutte per impegnare il tempo. Anzi il tempo e le mie energie non sono sufficienti per tutto ciò che vorrei vedere leggere ascoltare imparare vivere. E va bene così. Certamente il viaggio non può dirsi noioso.

domenica 1 febbraio 2009

L'arte sopraffina

Se anche un artista plastico (che decisamente ha impiegato meglio il suo tempo rispetto a me) definisce la scrittura come "l'arte più sopraffina", significa che è assolutamente vero. La musica ha qualcosa di ancora più magico, intangibile, impalpabile, illeggibile - è vero, ha ragione la Vale -, ma non è la scrittura. Di parlare, di esprimersi, di riversarsi verso l'esterno tutti o quasi hanno bisogno, coloro che sono più affascinati dall'arte sopraffina della scrittura leggono e - se sono egocentrici - scrivono. La scrittura è consolazione, premio e disastro al tempo stesso. La scrittura è talvolta ineludibile, per chiarire, per chiarirsi, ti permette e ti obbliga a trasformare pensieri, emozioni e sentimenti in qualcosa che esiste, che rivendica la propria esistenza, perché ti guarda dalla pagina. Una pagina scritta è un dubbio espresso e una decisione presa al tempo stesso, in qualche modo. Dopo averla scritta si prova sollievo comunque, perché quell'ineludibilità è uscita da te e sei libera di andare oltre di dedicarti ad altro con cui riempire il non senso. O il senso.
A volte si ha bisogno, invece, di pigiare tante cose, tanti impegni, si ha bisogno di camminare da un impegno all'altro, di concentrare la mente e il corpo in tanti diversi campi e luoghi, di cercare il senso o di riempire il non senso in tante troppe cose, dimenticando la pagina e il cursore. Temporaneamente.

venerdì 9 gennaio 2009

Punti di vista

Le vacanze sono irrimediabilmente terminate, è inconfutabile. La sveglia suona troppo spesso alle 6.10, ma tornare a casa e non trovare in agguato la grammatica è indescrivibile. Insomma, basta stare peggio per un bel po' e la normalità appare interessantissima. Potersi concedere l'ennesimo passaggio di "White Xmas" della ditta Berlin-Crosby-Kaye-Clooney-Ellen (finalmente in originale) sembra una gran cosa, commuoversi per la commozione del generale di fronte alla 151° divisione riunita nel verde e ben poco bianco paesino del Vermont, invece, è storia vecchia. Insomma, continua l'effetto "uscir di pena" causa di enorme diletto. Quindi, non solo l'albero e il presepe ancora ci sono, ma - dal mio punto di vista - mancano appena nove mesi e dieci giorni prima di rifarlo (o meglio farlo rifare).

sabato 3 gennaio 2009

Disordine

Mai tollerato l'ordine spaziale. L'importante è l'ordine mentale e di quello ne ho da vendere. E - come più volte ho verificato - un eccessivo ordine mentale è un gran difetto. Almeno sono disordinata e ne vado fiera. Dall'ennesimo spostamento di libri (appunto spostati: non rimessi a posto) è saltato fuori un biglietto cumulativo dell'Opera di Santa Maria Novella datato 8 maggio 2007. Bei ricordi.

giovedì 1 gennaio 2009

00.00

Dopo il tunnel grammaticale tutto è o sembra quasi perfetto. La perfezione - si sa - non esiste e la felicità è di pochi rari momenti. L'"uscir di pena", il recuperare il senso del tempo, dormire, guardare e riguardare scelti film, sentirsi vivere sono comunque già una cosa, conferiscono un senso al non senso. Fare la spesa, prendere la lattuga sbagliata, lavare cozze, rivedere e dividere il tempo con gli amici di una vita, ballare, ballare proprio, regalarti il tempo per pranzare in via del Gelso, trovare farraginosi dolcissimi messaggi, ricevere alle 00.00 gli auguri di buon anno di Martina è vita, è vita degna di essere vissuta. Per la felicità ci attrezzeremo. Se possibile.